Letture
Nota di Nadia Agustoni
Mauro Germani. “Giorgio Gaber. Il teatro del pensiero”, Zona Edizioni, 2013, euro 15,00
Un libro per temi e un libro per Giorgio Gaber questo di Mauro Germani. I temi sono quelli del percorso artistico di Gaber, e ci portano a quel suo essere stato uomo e artista, filosofo che non sa e voce su un palcoscenico. Dalla TV al teatro canzone, dal teatro d’evocazione all’anti-ideologia, che non è disimpegno, fino ai suoi riferimenti letterari dove spiccano i nomi di Sartre, Pasolini, Louis Ferdinand Céline, seguiamo Gaber nel suo ragionare su corpo e amore, sentimenti e società e sul potere, la morte e Dio.
Mauro Germani scrive dell’artista, che ha conosciuto dall’inizio della sua svolta al Piccolo di Milano nella stagione 1970-1971, con una partecipazione che è quella di chi condivide un percorso e riconosce una ricerca che ha la concretezza delle cose vere e il fiato di chi vuole il cambiamento senza facili giochi e finte idee o peggio finti ideali. Un Gaber non facile e nello stesso tempo facilissimo da comprendere, esistenzialmente, ma solo per chi ama quel pensiero che è pensarsi in relazione agli altri e insieme capaci di dire le cose meno accettate.
La singolarità di Giorgio Gaber rispetto agli altri cantautori è ben evidenziata. Nessuna poeticità in Gaber piuttosto un cercare forme linguistiche che sono proprie della prosa e in particolare del teatro. L’autore che sente più vicino è infatti quel Céline dalla scrittura febbrile che nulla lascia intatto.
Nel parlare della morte e di un Dio “senza altari” c’è l’uomo che si interroga fino in fondo, senza arrendersi, se non al silenzio di un ascolto diverso. Lasciando perdere l’irrealtà, propinata con i soliti mezzi dal potere e da chi fa baccano, c’è un suo sentire che travalica ormai l’etica e si fa visione di una possibilità nuova. Una possibilità intuita, infine, anche dal fondo di tanta amarezza per ciò che poteva essere, ma non è stato che breve o meno breve per alcuni, rivolta.
Tutti i temi che hanno travolto una generazione e più di una generazione, spesso in modo tragico, sono in questo libro, agile e insieme con un peso che induce di nuovo, da capo, alla volontà di capire e quindi aprire domande.