Chandra Livia Candiani

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Nota di Nadia Agustoni

Un titolo che sorprende, La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore (Einaudi, 2014) per la freschezza e quell’indicare esatto e subito un sentire, e un libro di spazi interiori, ferite e mappe che lasciano fluire abbracci e morte. “La bambina pugile” di Chandra Livia Candiani ci conduce su sentieri di infanzia, dove l’infanzia è al plurale, tutte le nostre infanzie, e a tratti ci meraviglia con un silenzio profondo che attraversa i versi. I luoghi segreti di un poeta sono spesso i margini di una vita segreta anch’essa, dove fragilità e parola si incontrano e danno forma al viaggio, all’esplorazione, alle carte sensibili di itinerari che stanno tra la realtà tangibile e quella immaginata. “Cerco riparo/ nella voce nuda” (p.22) e sembra dire troppo, rivelare di sé ciò che è scudo e insieme quello che espone, quasi riducendo al minimo possibile lo spazio tra voce che racconta e grido, costringendo il poeta alla presa diretta sul mondo “ La notte soffia/spegne la candela/insegna a uscire/.” (ibidem)
Uscire è andare ad un incontro, non importa se con i vivi o coi morti o con la stessa solitudine, ed è portare la parola “ Quando veste il mondo/ quando lo rivela/ quando fa mappa/ quando fa destino”; (p.31) ma è il destino della bambina che “ Ha lottato tutta la notte/ con la notte” (p.70)
Questa lotta è nel segno del lavoro sulla parola, nel coglierne le fiammate e il lato tagliente, dove né perdono né rinuncia ci assistono. Siamo al margine bianco dove i vuoti diventano parlarsi “con segni con cenni /briciole sul davanzale” (p.80) e così le mappe del lutto sono traduzioni di un tu, tu che eri, tu che non posso tradurre, pur provando la voce per te, per quell’amore incontenibile che non ci abbandona.
Chandra Livia Candiani sembra spiegarci la serenità nella morte e la tristezza senza l’ansia di far si che sembri tutt’altro, proprio perché vivere non è del tutto inutile, non è inutile tradurre umanità. 
da: La bambina pugile ovvero la precisione in amore di Chandra Livia Candiani

Il tempo del congedo
è coltello giusto
la sua lama più evidente
della mia pelle –
rotta –
simile all’amore
introvabile:
un adulto di spalle
ti fa vedere l’anima.

Chandra Livia Candiani è nata a Milano nel 1952. È traduttrice di testi buddhisti e tiene corsi di meditazione. Ha pubblicato le raccolte di poesie Io con vestito leggero (Campanotto 2005), La nave di nebbia. Ninnananne per il mondo (La biblioteca di Vivarium 2005), La porta (La biblioteca di Vivarium 2006), Bevendo il tè con i morti (Viennepierre 2007).
 

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