Lo scrittore polacco Tadeusz Rozewicz, poeta dell’inquietudine dell’uomo scampato alle atrocità della guerra, si è spento il 24 aprile 2014 a Breslavia, all’età di 92 anni. Anche drammaturgo e narratore, Rozewicz seppe esprimere nelle liriche, che hanno fatto di lui uno dei massimi poeti polacchi del Novecento, la tragedia degli anni dell’occupazione nazista in forme che hanno largamente influenzato la poesia del secondo dopoguerra. Si è poi via via liberato dall’angosciosa esperienza della sua generazione pervenendo a una poesia di profondo impegno morale, che trova espressione in uno stile disadorno e aperto al linguaggio colloquiale. Amico di Wisława Szymborska, il suo nome era stato spesso menzionato fra i possibili vincitori del Premio Nobel per la Letteratura.
Nel 1964 è comparsa la sua prima traduzione italiana con una scelta delle sue liriche, “Colloquio con il principe” (Mondadori), seguita nel 2003 da “I guanto rosso e altre poesie” (Libri Scheiwiller) e nel 2004 da “Bassorilievo” (Libri Scheiwiller).
Nel 2007 è stata pubblicata la ricca antologia “Le parole sgomente. Poesie 1947-2004” (Metauro).
Nato a Radomsko il 9 ottobre 1921, Tadeusz Rozewicz ha pubblicato volumi di versi di varia ispirazione, da “Il guanto rosso” (1948), sui temi della guerra e dell’occupazione nazista, a “Colloquio con il principe” (1960), “Il volto” (1964), “Animuccia” (1977), imperniati, in chiave moralistica, su problematiche contemporanee, seguiti da “Inquietudine” (1981), “Alla superficie e nel cuore del poema” (1984), “Bassorilievo” (1991). Nel 1985, sotto il titolo di “Echi del bosco”, è stata pubblicata una raccolta di prose che risalgono agli inizi della sua attività, insieme ad altri testi lirici.
Rozewicz è autore anche di opere teatrali (“La cartoteca”, 1960; “Il vecchio ridicolo”, 1966; “Matrimonio bianco”, 1976; “La partenza del morto di fame”, 1976; “Nella fossa”, 1979; “La trappola”, 1983), in cui elementi grotteschi si fondono con spunti di satira sociale. Tra i suoi racconti si ricordano “L’esame interrotto” (1960), “Gita al museo” (1966) e “Una morte fra le vecchie decorazioni” (1970, tradotto in italiano nel 2011 da Forum), che riflettono l’inquietudine dell’uomo contemporaneo.