La forma del colore
Nota di Silvana Lazzarino
Il risalto dato all’uso di un colore puro seppur utilizzato in modo innaturale, l’energia del disegno nel far emergere figure e soggetti attraverso rappresentazioni dove non esistono più profondità e chiaroscuri, diventano i punti di forza su cui si fonda il movimento dei Fauve nato agli inizi del Novecento che mirava ad una riproduzione tutta personale della realtà, colta nell’immediatezza e istantaneità di un’emozione esclusiva e soggettiva. Figura di spicco di questa corrente Henrì Matisse (Le Cateau- Cambrésis1869 –Nizza 1954) è l’artista più originale per la forza espressiva data da una linea dal segno incisivo cui si accompagna un colore avvolgente per l’immediato impatto visivo e allo stesso tempo emotivo.
A Henrì Matisse, pittore, incisore, illustratore e scultore, che con la sua arte ha dato inizio ad un nuovo modo di leggere e riprodurre la realtà nelle sue diverse sfaccettature attraverso una visione tutta personale e intimista, inizialmente ancorata ad una certa oggettività, poi distante dai principi di concretezza, è dedicata un’importante esposizione in corso fino al prossimo 15 giungo a Ferrara presso il Palazzo dei Diamanti.
Matisse, la Figura. La forza della linea, l’emozione del colore, questo il titolo della mostra, organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, a cura di Isabelle Monod-Fontaine, studiosa di Matisse riconosciuta in ambito internazionale, offre al visitatore un ritratto completo dell’artista sottolineando accanto alla sua capacità nel far vibrare i rimandi espressivi del colore, le sue doti di scultore e grafico proprio grazie a quella concezione di una linea cui imprime forza ed energia. Pittura, scultura e disegno diventano tre modi distinti eppure legati tra loro di un percorso creativo a trecentosessanta gradi, dove l’idea di figura acquista un posto sempre più importante attraverso cui l’artista fa evolvere il proprio stile. La figura, genere classico da cui Matisse è stato particolarmente affascinato, è diventata una sorta di punto fermo studiata e indagata utilizzando tutte le tecniche per restituirla sotto una forma rappresentativa totalmente innovativa e antitradizionale. Proprio su questo aspetto si sofferma la mostra invitando lo spettatore a cogliere lungo le dodici sale l’evoluzione stilistico- espressiva dei soggetti studiati e ritratti dall’artista con particolare attenzione al disegno nella sua funzione costruttiva prima e decostruttiva poi e del colore brillante e spesso avulso da una logica reale.
Le oltre cento opere presenti in mostra, provenienti da Musei e collezioni private tra cui il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Gallery di Londra, il Statens Museum for Kunst di Copenaghen, il Philadelphia Museum of Art, il Musée Matisse di Nizza e la National Gallery of Art di Washington, ripercorrono la capacità del padre dei Fauve di sovvertire l’idea di figura: dai disegni preparatori ai ritratti, dai nudi femminili alle sculture, fino alle nature morte e ai paesaggi quasi smaterializzati, in cui il soggetto principale è sempre la donna. Donna dalla gestualità raffinata ed elegante, seducente e misteriosa sia essa modella del suo atelier, sia odalisca e ninfa: in ogni opera la figura femminile diventa tramite di un gioco emozionale che dalle suggestioni dei fauve e dei primitivi, passa alla costruttività di impronta cezaniana presente in particolare nel Nudo seduto di schiena del 1917, per giungere ad immagini smaterializzate rese su grandi superfici dove è dato risalto all’incontro tra la figura della donna e la realtà naturale. Così acanto alla figura femminile seminascosta da abiti decorati e raffinati, è il nudo adagiato di fianco, disteso, visto di schiena in cui la sinuosità della linea esalta l’energia degli stessi corpi avvolti e circondati da colori raggianti e puri.
Il percorso si apre con una serie di opere giovanili che vanno dal 1899 al 1903 con studi sul modello, ritratti e autoritratti e bronzi: accanto al suggestivo Autoritratto del 1900 sono Ritratto di Madame Matisse (inchiostro) del 1899, Madeleine II, (bronzo) del 1903 e i nudi femminili tra cui Nudo in piedi del 1901 e il bronzo Nudo disteso (1902) espressivo nella sua intensità plastica. Segue la stagione Fauve caratterizzata da colori accesi, vitali e puri e la fase in cui si richiama ai primitivi con: Ritratto di André Derain (1905), Nudo con sciarpa bianca, (1909), Bagnante, (1909), Natura morta con edera (1916). Interessante è lo studio della serpentina: arabesco di linee improntato ad una musicalità ritmica reso con eleganza e armonia nel bronzo La serpentina del 1909. E’ poi la volta degli anni della prima Guerra mondiale durante i quali Matisse attraverso lo studio dei volti e dei corpi esalta l’essenza della figura femminile: accanto a Jeannette ritratta nei bronzi realizzati tra il 1910 e il 1916 e Nano le basque (1909), sono Joaquina, (1911), Le due sorelle, (1917), Laurette in abito rosso (1917) affascinante e misteriosa e Ritratto di Mademoiselle Matisse (1918).
Le opere del dopoguerra mostrano un cambiamento radicale dovuto non solo alle atmosfere della Costa Azzurra, ma alla riscoperta della pittura di Ingres elegante e classica e di Renoir spontanea ed emotiva come testimoniano: Ragazze in giardino (1919), Odalisca blu (1921), Odalisca distesa (1926) e Nudo seduto di schiena (1917) quest’ultimo vuole essere un omaggio a Cézanne per la resa dei volumi e la costruttività della figura. I riflessi di luce in queste opere si distendono sulla figura e sugli arredi come in particolare nel b ronzo Grande nudo seduto (1922-28) e nel dipinto Odalisca con i pantaloni grigi (1926-1927).
Un nuovo cambio di rotta si ha negli anni Trenta seguito al prestigioso incarico decorativo per la Foundation negli Stati Uniti e alle illustrazioni delle poesie di Mallarmé. Le sue figure femminili sono come evocate, immerse in uno spazio di luce dove i loro corpi, la vegetazione e gli oggetti creano un fregio lirico essenziale: accanato a Ninfa nella foresta (1935-1943) e Ninfa e fauno rosso (1935) in cui si avverte la smaterializzazione delle forme, sono Natura morta con donna addormentata (1940), Nudo rosa seduto (1935) e Donna in poltrona, (1940).
La forza dell’immaginazione e l’inesauribile vitalità espresse dall’artista nel descrivere con accenti decorativi gli interni degli atelier dai colori vivi dando risalto alle sue ispiratrici, accompagnano l’ultima parte della mostra dove protagonisti sono gli atelier di Vence e Nizza. Questi spazi densi di energia e di colore rivivono in: Giovane donna in bianco, sfondo rosso (1946), Katia in abito giallo (1951) e Interno blu con due ragazze (1947).
Di grande interesse la parete dedicata al “Libro jazz” (1943-1947) con riproduzioni a stampino delle gouaches dècupèes (copertina e pagine manoscritte): testimonianza dell’originalità e della forza espressiva di questo straordinario artista che con il colore fa rivivere un universo tra realtà e immaginazione dando nuova consistenza al pensiero.
Nell’opera di Matisse, dove il colore da senso ad ogni rappresentazione attraverso la bidimensionalità, si entra in una visione mentale, suggestiva con cui privilegiare quel lato non visibile, ma parte di un pensiero astratto che si nasconde nel reale.
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MATISSE, LA FIGURA.
La forza della linea, l’emozione del colore
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
dal 22 febbraio al 15 giugno 2014
Orari di apertura: tutti i giorni: 9.00-19.00
aperto anche Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno
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