Luciano Erba, I miei poeti tradotti

 
Erba, I miei poeti tradotti 300Anticipazione editoriale
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Il 18 settembre Luciano Erba, uno dei grandi poeti di cui sentiamo la mancanza dall’estate di quattro anni fa, quest’anno avrebbe compiuto 92 anni. La casa editrice Interlinea lo festeggia a Milano alla vigilia di questo compleanno, mercoledì 17 settembre 2014, con la prima raccolta delle sue più belle traduzioni di cui era maestro, (Libreria “Vita e Pensiero”, 17 settembre alle 17.30 Largo Gemelli 1).
Il libro sarà nelle librerie da ottobre 2014.
I miei poeti tradotti (Interlinea 2014) è curato da Franco Buffoni con testi originali e traduzioni da Cendrars, Claudel, De Sponde, Frénaud, Gunn, Hugo, Jacob, Machado, Michaux, Neruda, Ponge, Racine, Reverdy, Rodenbach, Saint-Amant, Swenson, Villone e altri, alcune inedite (straordinarie e divertenti come quelle di Villon, Neruda, Hugo), alcune in riviste disperse o edizioni d’arte introvabili. 

I migliori poeti stranieri secondo Luciano Erba, maestro di traduzione, un’antologia senza precedenti per chi ama la poesia

 

«Sono maturo / E cado translucido sul marciapiede / Ma tu scherzi, amico
Non so aprire gli occhi? / Bocca d’oro / La poesia è in gioco»
(Luciano Erba, in I miei poeti tradotti, Interlinea 2014)

 

Le poesie amate e tradotte da uno dei maggiori autori italiani del Novecento sono raccolte nell’idea che «una traduzione di poesia è sempre destinata ad essere un’altra cosa» e per questo è un’esperienza da fare, anche come lettori. Luciano Erba ci accompagna in un viaggio lirico che passando per la Fiandra dei simbolisti attraversa l’oceano e i secoli, da Hugo e Claudel a Machado e Neruda, da Racine a Rodenbach, da Villon alla Swenson, facendoci scoprire mondi, sentimenti ed emozioni che, per citare Francis Ponge, appaiono «cristalli naturali». Grazie a queste traduzioni anche noi avvertiamo con lui la lucentezza di questi tesori e ci domandiamo: «perché alla vista dei cristalli ci sentiamo così repentinamente affascinati?»
Franco Buffoni, nella nota: «queste traduzioni mi danno una piccola sensazione di vertigine. Un omaggio a Luciano Erba tanto più sentito quanto più queste traduzioni risuonano – per dirla con Meschonnic – come traductions-text. Sono poche le traduzioni-testo, quelle in grado di superare la prova del tempo, di divenire testi esse stesse, parte del canone del loro autore. Le Bucoliche tradotte da Valéry; Giaime Pintor traduttore di Rilke, Erba traduttore di Jean de Sponde… Piccoli classici a segnare la nostra appartenenza a una civiltà culturale, o alla civiltà tout court».
Luciano Erba: «oggi si parla sempre meno di traduttologia, coppie antagoniste, di lingua di partenza e lingua di arrivo, di “contrastativo” in tutte le salse, o, ripescando nel passato, pur sempre più brillante del presente, di bella infedele, di brutta fedele… Per venire a quanto ho pensato e cercato di mettere in pratica in materia di traduzione, mi dichiaro per il metodo del non metodo o, fuor di rigiro, per l’odòs in luogo del methodos; in altre parole, ho perseguito un cammino che mi è venuto incontro ogni volta nuovo, lungo il quale ho affrontato ostacoli ogni volta diversi e imprevedibili così come lo è stata la loro soluzione».

Luciano Erba, I miei poeti tradotti, testi originali e traduzioni, a cura di Franco Buffoni, con la collaborazione di Lucia Erba e Anna Longoni, Interlinea, Novara 2014, pp. 312, euro 18. Testi Da Cendrars, Claudel, De Sponde, Frénaud, Gautier, Gunn, Hugo, Jacob, Machado, Michaux, Neruda, Ponge, Racine, Reverdy, Rodenbach, Saint-Amant, Swenson e Villon.

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di: Paul Claudel
L’Enfant Jésus de Prague
 
Il neige.
Le grand monde est mort sans doute. C’est décembre.
Mais qu’il fait bon, mon Dieu, dans la petite chambre!
La cheminée emplie de charbons rougeoyants
Colore le plafond d’un reflet somnolent,
Et l’on n’entend que l’eau qui bout à petit bruit.
Là-haut sur l’étagère, au-dessus des deux lits,
Sous son globe de verre, couronne en tête,
L’une des mains tenant le monde, l’autre prête
À couvrir ces petits qui se confient à elle,
Tout aimable dans sa grande robe solennelle
Et magnifique sous cet énorme chapeau jaune,
L’Enfant Jésus de Prague règne et trône.
Il est tout seul devant le foyer qui l’éclaire
Comme l’hostie cachée au fond du sanctuaire,
L’Enfant-Dieu jusqu’au jour garde ses petits frères.
Inentendue comme le souffle qui s’exhale,
L’existence éternelle emplit la chambre, égale
À toutes ces pauvres choses innocentes et naïves!
Quand il est avec nous, nul mal ne nous arrive.
On peut dormir, Jésus, notre frère, est ici.
Il est à nous, et toutes ces bonnes choses aussi:
La poupée merveilleuse, et le cheval de bois,
Et le mouton, sont là, dans ce coin tous les trois.
Et nous dormons, mais toutes ces bonnes choses sont
                                                                      [à nous!
Les rideaux sont tirés… Là-bas, on ne sait où,
Dans la neige et la nuit sonne une espèce d’heure.
L’enfant dans son lit chaud comprend avec bonheur
Qu’il dort et que quelqu’un qui l’aime bien est là,
S’agite un peu, murmure vaguement, sort le bras,
Essaye de se réveiller et ne peut pas.
*
Il Bambino Gesù di Praga
.
Nevica.
Il grande mondo non c’è dubbio è morto.
È dicembre. Ma si sta proprio bene,
mio Dio, nella cameretta!
Le braci rosseggianti del camino
mandano pigri riflessi sul soffitto,
sola si sente bollir piano l’acqua.
Sulla mensola, là, sopra i due letti
corona in testa, sotto una campana di vetro,
tenendo il mondo con una mano, l’altra
alzata a proteggere i piccoli che ha in cura,
così grazioso nel suo manto solenne
magnifico sotto un’enorme aurea corona,
il Gesù Bambino di Praga impera e regna.
È solo davanti al fuoco che lo illumina
come l’ostia nascosta in fondo al santuario,
fino al far del giorno il Divino Bambino
custodirà i suoi piccoli fratelli.
Non udita, come il silenzio di un respiro,
l’eterna esistenza empie la camera, uguale
a queste povere cose, ingenue e pure!
Quando Lui è con noi siamo al riparo dal male
si può dormire, Gesù fratello è qui
nostro come queste cose buone: la bambola
meravigliosa, il cavallo a dondolo, la pecora
tutti e tre là, in quel cantuccio, insieme.
Noi dormiamo, vicino a queste cose: nostre!
Le tende sono abbassate… Chissà dove laggiù,
nella notte, nella neve suona forse un’ora.
Nel caldo lettino il bambino felice
sa di dormire e che qualcuno che l’ama è vicino,
si agita un poco, mormora vagamente, sporge il braccio
cerca di svegliarsi, non gli riesce.
(Traduzione di Luciano Erba)
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Luciano Erba (1922-2010) ha sempre vissuto a Milano con brevi soggiorni all’estero. Francesista e comparatista, ha insegnato soprattutto in Università Cattolica, dove si è laureato nel 1947. È stato uno dei maggiori poeti italiani del secondo Novecento, messosi in luce negli anni cinquanta all’interno della Linea lombarda e della Quarta generazione: Tra le sue raccolte vanno ricordate almeno: Linea K (Guanda, Milano 1951), in cui la lettera assente dall’alfabeto italiano indica una realtà ai margini non evidente eppure necessaria; Il male minore (Mondadori, Milano 1960) e, vent’anni dopo presso lo stesso editore, Il nastro di Moebius, pre­mio Viareggio 1980, intriso di riferimenti quotidiani e autobiografici sullo sfondo di un paesaggio lombardo come terra di frontiera sociale e interiore; poi Il tranviere metafisico seguito da Quadernetto di traduzioni (Libri Scheiwiller, Milano 1987, premio Bagutta e inserito in L’ippopotamo, Einaudi, 1989) fino a L’ipotesi circense (Garzanti, Milano 1995, premio Pen Club) e ancora da Mondadori nel 2000 Nella terra di mezzo, con traduzioni da Villon. Tutte le sue Poesie (1951-2001) sono uscite negli “Oscar” Mondadori a cura di Stefano Prandi nel 2002, anno dell’autoantologia Si passano le stagioni presso Interlinea, che ha in programma una raccolta complessiva postuma nella collana “Lyra” fondata e diretta dallo stesso poeta con Franco Buffoni, Maria Corti e Giovanni Tesio. Ha ricevuto anche il premio internazionale alla carriera del Festival internazionale di poesia civile di Vercelli in concomitanza con l’uscita di Un po’ di repubblica (sempre Interlinea, Novara 2005). La prima raccolta delle sue traduzioni è stata pubblicata nella serie della rivista “Testo a fronte” edita da Guerini e Associati nel 1991 con il titolo Dei cristalli naturali e altri versi tradotti (1950-1990). Sul versante degli studi si segnalano l’edizione critica delle lettere di Cyrano de Bergerac e i saggi Huysmans e la liturgia. E alcune note di letteratura francese contemporanea (Adriatica, Bari 1971) e Magia e invenzione. Note e ricerche su Cyrano de Bergerac e altri autori del primo Seicento francese (Vita e Pensiero, Milano 2002). Le sue poesie sono tradotte in diverse lingue su riviste e antologie e di recente sono usciti The hippopotamus nella traduzione di Ann Snodgrass (Guernica, Toronto 2003) e The greener meadow. Selected poems, nella traduzione di Peter Robinson (Princeton University Press, Princeton 2007).
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Il volume sarà presentato in anteprima
MERCOLEDÌ 17 SETTEMBRE 2014
alle ore 17,30 a Milano, presso la libreria “Vita e Pensiero” in Largo Gemelli 1.
All’evento, a ingresso libero, interverranno Franco Buffoni curatore dell’opera con Giuseppe Langella, Roberto Cicala e Marisa Verna dell’Università Cattolica
dove Erba insegnò per molti anni.

 
 
 

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