Sacralità e poesia

 
fedi-gini[1]Al Piccolo Museo della Poesia di Piacenza (via Pace 5) sabato 27 settembre 2014 alle ore 17,00, si inaugura la mostra di Fernanda Fedi e Gino Gini, Un cammino tra sacralità e poesia, opere e libri d’artista a cura di Amedeo Anelli.
Artisti di fama internazionale, Gino Gini e Fernanda Fedi dagli anni Settanta del Novecento hanno dato origine ad una serie di esperienze sul sociale e sulla verbo-visualità, che li hanno portati, fra l’altro, negli anni Ottanta alla fondazione dell’Archivio Internazionale del Libro d’Artista di Milano. La mostra ripercorre alcune fasi recenti di questo itinerario.
In questo contesto, sabato 18 ottobre alle ore 17, 00 saranno presentati sei numeri della collana «Le Hasard» edita dall’Archivio Libri d’Artista. Saranno presenti oltre a Gino Gini e Fernanda Fedi autori dei libri, i poeti Amedeo Anelli, Guido Oldani, Alain Freixe autori dei testi.
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Fedi Libro[1]In un mare più vasto di segni e luce
di Amedeo Anelli
La maestria verbo-visuale di Fernanda Fedi si esemplifica fra pittura, scrittura e segno, in un “mare” più vasto di formatività, disegni, scritture, tracce e di luce. Vi è un’energia del tracciare che ha raggiunto un’estrema distillazione e raffinatezza, stile e memorabilità. Un’uscita anche plasticamente dinamica di segni che vanno dall’ombra e dall’oblio verso il luminoso e l’ostensivo. Un’antichità del futuro che lega e dipana tradizioni e le svolge in auspicio e segreta rigenerazione. Parafrasando Lucian Blaga si potrebbe dire che l’operare della Fedi è continuamente uno zampillare di segni e di temporalità, una sorgente viva e cangiante, in cui il carattere repertuale nelle sue opere, la presenza di frammenti, non è sotto dominio del tempo distruttore, ma in quella dell’auspicio di luce e la qualità, di ciò che viene da lontano e va lontano, fra presenza e cancellazione. Un universo instabile e mutevole di modalità, che contrappuntano scritture antiche e concettualità futuribili. Vi è una dolce ragione, vi sono strutture dialogiche, l’onda energetica della Fedi raccoglie ed accoglie un materiale vasto e variegato, l’ibridarsi di molte culture e tradizioni. Liber mutus che trattiene il condensarsi e il cristallizzarsi anche di oralità, codici, segni su rotoli e pergamene, in un potenziamento dell’artisticità che si confronta anche con l’evocazione e la parola poetica e sacrale. Nell’approfondimento del rigorismo geometrico degli anni Settanta, di strutture di colore e luce, in direzione di una poetica delle corporeità agenti nel mondo e nella storia è recuperata anche una tradizione di delimitazione e del sacro, uno scrigno, con accenni anche qui espliciti a consolidate tradizioni. Come una ola de fuerza y luz.
In questa direzione di poetica il libro d’artista rappresenta un esito fondamentale nelle strategie verbo-visuali di Fernanda Fedi che con Gino Gini hanno dato vita all’Archivio Internazionale del Libro d’artista di Milano (dal 1983). Un lavoro pionieristico e collettivo, accanto a quello variegato della Mail-Art e di altre tensioni comunitarie in dialogo con Fluxus, che hanno avuto sviluppo dagli anni Settanta. Gli ultimi esiti di questo lungo “viaggio”, non qui riassumibili, hanno portato Fernanda Fedi al libro-scrigno che si può aperto appendere al muro, una politecnia di pittura, scultura, collages, assemblaggi di materiali diversi (legno, ceramica, papiro, argilla cotta, ecc… ). Notevoli inoltre i libri a quattro mani.
 
Libro Gino Gini[1]Possibile, progettare il progetto?
 
La maestria verbo-visuale di Gino Gini è legata alla dimensione progettuale e del possibile. Possibile, che secondo alcuni, ulteriorizzando il reale e modificandolo anche immaginativamente, può diventare la più difficile e perigliosa delle categorie. Per Gini è senz’altro la modalità centrale dell’artisticità, in uno sviluppo realizzativo che può includere amplificazioni, evocazioni, predittività, concettualità, sogno, demitizzazione, spostamento, spiazzamento, decontestualizzazione – ricontestualizzante e via così. Abituato a seguire le modalità del pensiero e del concetto, Gini imbastisce percorsi e decostruzioni, ma in questo non si ferma al momento negativo o a quello meta-narrativo e desublimante, ma nell’attraversamento della storia, della tecnologia e quant’altro con la sua sensibilità per la cultura e di tecniche e tradizioni, pone un nuovo ed ipotetico progetto, un avviamento di senso. Senso che trasvaluta e trasforma l’eredità storica e la quotidianità in una dimensione nuova ed ipotetica: progettare il progetto. Questo progettare il progetto è una doppia cautela di concetto e sensibilità, di allontanamento, ma anche di prospettive. In ciò vi è una continua rigenerazione di sensi, si può procedere per isolamento, evidenziazione, congiunzione di fuzioni significative in un testo dominato dalla decezione e dall’usura del significato o può far valere sensibili o momenti della nostra storia in unione stretta di movimenti tecnici, virtualità, realia, reperti iconici, pittura, collages, impaginati. A un momento analitico e relazionale, una dissoluzione in aggregati o elementi di base, segue un rilancio ponente ed esecutivo, un multiprospettivismo sotto l’egida della probabilità, della probità ed anche dell’ironia.
In questa direzione di poetica il libro d’artista rappresenta un esito fondamentale nelle strategie verbo-visuali di Gino Gini che con Fernanda Fedi hanno dato vita anche all’Archivio Internazionale del Libro d’artista di Milano (dal 1983). Un lavoro pionieristico e collettivo, accanto a quello variegato della Mail-Art e d’altre tensioni comunitarie in dialogo con Fluxus, che hanno avuto sviluppo dagli anni Settanta. Gli ultimi esiti di questo lungo “viaggio”, non qui riassumibili, hanno portato Gino Gini al libro-taccuino con finestre, siparietti con la caratteristica legatura e molti inserti sia pittorici sia di materiali industriali del libro-città o di piume timbri e quant’altro. Notevoli inoltre i libri a quattro mani.
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Piccolo Museo della Poesia
Piacenza, Via Pace, 5
Orari apertura della mostra: dal mercoledì al sabato dalle 11 alle 19.
Domenica, lunedì, martedì su prenotazione dalle 17 alle 22.

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