Anteprima Editoriale
Nel ventesimo anniversario della scomparsa di Franco Fortini, Mondadori pubblica per la prima volta in un unico volume tutta la sua produzione poetica. Franco Fortini, un considerato “letterato per i politici e ideologo per i letterati”.
Da domani in libreria, FRANCO FORTINI “Tutte le poesie”, (a cura di Luca Lenzini).
Dal libro d’esordio del 1946, Foglio di via, al testamentario Composita solvantur del 1994, la produzione poetica di Franco Fortini – qui interamente raccolta per la prima volta, compresa l’appendice di Versi primi e distanti che recupera testi composti tra il 1937 e il 1957 – attraversa oltre cinquant’anni.
Un percorso compatto e coerente, fondato su una dinamica nella quale non si dà mai quiete e che aderisce solo marginalmente al momento elegiaco della tradizione lirica, preferendo alla tentazione dell’idillio o del “romanzo dell’io.
È una poesia, quella di Fortini, che non smette mai di confrontarsi con gli eventi della storia. Dalla Russia all’Ungheria alla Cina, da Praga al Vietnam e da Stammheim all’Irak, ogni luogo è una data, ogni paese un’allegoria: una storia collettiva che si insinua fin nel piano delle forme, plurime e quasi lussureggianti, che raccolta dopo raccolta concorrono a fare dell’opera di Fortini una presenza tanto unica, e tanto influente, nel panorama letterario italiano del secondo Novecento.
Foglio di via
Dunque nulla di nuovo da questa altezza
Dove ancora un poco senza guardare si parla
E nei capelli il vento cala la sera.
Dunque nessun cammino per discendere
Se non questo del nord dove il sole non tocca
E sono d’acqua i rami degli alberi.
Dunque fra poco senza parole la bocca.
E questa sera saremo in fondo alla valle
Dove le feste han spento tutte le lampade.
Dove una folla tace e gli amici non riconoscono.
(da Foglio di via)
***
Il mulino della Foresta Nera
Verso dove? Tutto trema
e del bosco la gola verde
sulla casipola acquattata
e l’acqua che lega i macigni.
L’asse del traino si spezzo` la`.
L’industria lascio` questi luoghi.
Aceri, edere, sambuco…
Verso dove? A fonte e foce.
Vecchiaia caduta in infanzia,
vita che torna a miniera,
la ruota morta non sa
che e` verita` necessaria
qui dove i cuori fermi nell’aria
secolare domandano pieta`
e senso a schegge di crani di servi,
a capi molli di fantolini;
e, rovina, nonnulla, speranza
in fondo a un bosco, come esistere
nei figli senza la tua miseria?
Mulino di niente, certezza…
La sera sale in cima agli aceri
e gli animali custodiranno
per questa notte a noi lontani
una casa nostra vuota.
(da Una volta per sempre)
***
La promessa
Adempio alle dure passioni della vecchiaia
ai conforti minimali della freddezza
ai doveri fantastici dei lavandini.
Dormo la schiena volta a oriente
e il filo di fuoco sul muro e`: l’infanzia ignobile.
Ho l’eta` di mio padre e i sogni che rammento
sono di errori rimediabili, consulti nei dizionari
sono di dispute cavernose, di prati acuti
dove passa uno che non capisce
uno che non ha nulla da capire
dove non c’e` ragione ma solo infamia.
Quel che mi accade non e` bello.
Qualcosa mi e` stato detto
che debbo ricordare meglio: che
quanto di me si consuma sara` cibo e bevanda di molti.
Non so se mette conto ritrovare tra le mie carte
le precise parole della promessa.
(da Paesaggio con serpente)
Franco Fortini
Franco Lattes (Fortini è uno pseudonimo) è nato a Firenze nel 1917 e morto a Milano nel 1994. Ha insegnato storia della critica all’università di Siena. Redattore del “Politecnico”, fu tra i fondatori della rivista politico-letteraria “Ragionamenti”.
Ha pubblicato raccolte di poesie come Foglio di via e altri versi (1946) e Questo muro (1973) e saggi come Dieci inverni (1957) e Ventiquattro voci per un dizionario di lettere (1968).
Nelle sue opere e nella sua attività culturale, Fortini ha costantemente espresso la volontà e difficoltà di “essere nella storia”. Come saggista si è occupato di temi centrali della cultura contemporanea: i rapporti tra letteratura e politica, la condizione dell’intellettuale nella società neocapitalista, la necessità di una nuova retorica.