In questo libro di Guido Monti c’è l’emozione forte, vibrante, di chi vive dentro le cose, nella realtà inquieta e insoddisfacente, nella quotidianità semplice, con l’occhio della mente coinvolto nel passato, vivendo già oltre un tempo troppo rapidamente perduto. Ne viene una poesia di non comune forza e compattezza materica, in un “cozzare di materia su materia” che è il segno del nostro esserci più autentico, e dunque non acritico, non totalmente assorbito dai meccanismi del tempo, in un’epoca di “espansa modernità”.
Venature forti, ben visibili, di poesia civile, dunque, senza scivolare nell’ideologia, bensì verificando di persona, prendendo spunto da una realtà dalla quale emergono numerosi personaggi, figure ruvide di antieroi, che hanno in sé la portata dei mutamenti d’epoca, ma che poi possono diventare piccole immagini e caratteri vivi di una memoria che tende a decantarne la fisionomia, fino a “infiabarli”. Del resto, Monti è capace di esprimersi su registri diversi, con dolcezze di lievità infantile, che conferiscono un senso di speranza e apertura in un mondo popolato dalla vita meccanica dei manager a fronte di sempre vari e presenti “cortei dei poveri”.
Questa è una figura che a molti forse sarà stato
possibile incontrare o comunque immaginare…
Lucio Piccolo, da L’esequie della luna e alcune prose inedite
La vecchia seduta è una graticola di rughe
capello cenerino, talco anni trenta
quasi a esumare un novecento iniziale
apre bocca, la pelle tira, le parole son storie
l’occhio riprende lo scatto del tempo, le dita
pennelli torsuti, segnano vie, castelli e nel giro
d’aria ecco il viandante, la sua traccia d’amor perduto
mi dice poi qualcosa di ultimo e per l’omino
di storia è notte più fonda, un perdersi di tutto
nel buio del possibile finale
e la bocca torna una morsa, le mani stecchite in croce
Elda quante lacrime hai dato alla vita, te ne andavi
sempre dietro il racconto col civettare tra i rami
Elda, mia Elda perduta, infiabata
TU, CUORE D’EMILIA
Eppure l’ho amata, la terra la
terra, ti ho amata.
Giuseppe Conte, da Le stagioni
Spazi per noi erano i poggi, i pendii
corpi del suolo in movimento col cielo
e gli spari dei patroni, i rumori degli aratri
mischiati alle terre
su quell’aria cala il sipario ma quelle bocche aperte
sul saliscendi dal palo delle strana scimmietta
e il camminare spalla a spalla sin dietro la collina
per scorgere e dirci di paesi, gente
ora invece è pianura piatta, fitta nebbia dietro il rigo
sospeso del cavaliere d’Italia che tu m’indichi
mano mano camminando e mi ridici ancora col riso
traversando la bruciata luogo d’incontri emaciati
e scorticati, tu cuore d’Emilia
L’ULTIMO GIORNO DI GIOVANNI
IL MERCENARIO
Eravamo in Mantova quando il duca Federigo
di Gonzaga volpe di vedute serrò il passaggio a noi
fedeli al Papa ma non ai Lanzichenecchi maledetti
e al loro capitano Georg von Frundsberg che a Roma
vuole andare per inforcare il padre nostro e ora
a notte fonda dobbiamo di cavallo fare un gran giro
ore e ore per coprire la coda della guarnigione
tedesca sfilata verso Borgo Forte sul Po
in questa argilla forse i nostri cavalli turchi
romperanno l’andatura ma la volontà dei miei
è forte nel continuar l’inseguimento, in fila per due
ci avviciniamo al grande fiume, poco parliamo
nel breve bivacco mi vengono i fantasmi
di Maria mia sposa e del mio Cosimo
torno a trottare con l’inquietudine
Borgo Forte, passaggio abbandonato mi dice
la vedetta ma una traccia corre sull’argine
parallela ai canneti, non salta di là, lo zoccolo
dei Lanzichenecchi va a est, forse Governolo
quindicesima ora dal passaggio non datoci dal Gonzaga
e noi esperti d’imboscate calpestiamo solo neve
ma è il mio mestiere, il mestiere delle armi che ha
anche i tempi morti dei ragionamenti e strategie
[…]
Da: Fa freddo nella storia, di Guido Monti (Ed. Stampa 2009) 2014 Euro 12,00
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Guido Monti (San Benedetto del Tronto, 1971) si è laureato all’Università di Bologna. Sue poesie sono presenti in «Almanacco dello Specchio» (2009), «Italian Poetry Review» (2011), «Paragone» (2013), «Nuovi Argomenti» (2014). È presente nel volume La poesia contemporanea (Il Mulino, 2012). Ha pubblicato Millenario inverno (Book editore, 2007, premio Contini Bonaccossi), la plaquette Eri Bartali nel gioco (Grafiche Fioroni, 2008), Accademico di nessuna accademia. Conversazioni con Gianni Scalia (Marietti, 2010). Già redattore della rivista «In forma di parole», attualmente collabora alle pagine culturali della «Gazzetta di Parma» e di vari periodici letterari. Ha la direzione dal 2013 di importanti eventi poetici per il comune di Reggio Emilia.