Opere Inedite, Diego Caiazzo

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Diego Caiazzo
è nato a Napoli nel 1955 ma vive a Pomigliano d’Arco. La lettura della poesia – talvolta anche la scrittura come accade in questi testi inediti che invia a questo blog –  la musica e gli scacchi sono suoi interessi principali; anche l’astronomia lo ha sempre affascinato. Suona il pianoforte con particolare predilezione per Bach;  è Candidato Maestro della Federazione Scacchistica Italiana e inserito nel ranking internazionale della Fédération Internationale des Échecs. Sue poesie inedite dal 2013 sono uscite su vari blog fra i quali “L’EstroVerso” e “Tornogiovedì”.  HA da poco un mio blog, “lavialattea“. Il suo stile tende alla chiarezza, alla semplicità, quasi francescana, priva di orpelli, un po’ prosastico forse, ma è una sua scelta poetica che rivendica.
POESIE INEDITE
Mi pare un luogo santo
questa libreria
certo che la visito in silenzio
cercando di evitare
di urtare gli altri
forse fedeli della mia stessa
religione sugli scaffali
i libri sono esposti
come ex voto del pensiero
li lasciano come ginocchia
d’argento in un santuario
pegno di una grazia.
* * *
Il lavoro è questo
da un blocco grezzo
eliminare il superfluo
e far venire fuori la figura
per me è come scolpire
scrivere poesie
bisogna scegliere tra molte idee
per dare luce a quelle buone
riunire le parole
come in un recinto
e farne una carneficina
senza lasciarne traccia
nel marmo.
* * *
Indecifrabile
come una lingua
che non ha più parlanti
questa vita
simile a una mattanza
di tonni
lunga come un’epidemia
ma breve come una croma
lasciata sola sul pentagramma
continua la moria
i giorni come i pesci
vengono a galla
col ventre gonfio
e le squame opache
non sono più buoni
nemmeno da mangiare.
* * *
Dev’essere vero
che sono ammalato
ogni tanto mi guardo
allo specchio
s’è appannato
forse è il mio fiato
no è proprio la mia pelle
che non ha più luce
ma certo ora ho capito
sono innamorato
malattia ridicola
non riconosciuta come tale
tiro fuori la lingua
mi tocco la fronte
sembra tutto a posto
quale medico mi curerebbe?
meglio far finta di nulla
passerà
.
* * *
Così forse la musica
mi salva
non sento più
l’odore della mia carne
il puzzo lercio
di pensieri estinti
il dolore delle offese
quotidiane
incipriate di sorrisi
battute in tre quarti
come un atroce minuetto
solo le ninne dei suoni
terapia ipnotica
dolce
ancóra un’infanzia.
* * *
Una volta era lo scialo
la dispersione violenta
delle energie dell’amore
oggi quasi con distrazione
guardo questa donna
allontanarsi lentamente
ci separiamo senza dolore
senza nemmeno la pena
di dover scegliere le parole
dopo esserci salutati
come fossero doni avari
con uno scambio di silenzi.

4 pensieri su “Opere Inedite, Diego Caiazzo

  1. Che l’infanzia sia un’ ancora! Che permetta alla nave di riposare in acque trasparenti e riprendere il viaggio! Le acque turbulenti ci fanno desiderare le pause, i silenzi, le pagine senza note.

    • Cara Adriana, quant’è vero! E la musica ha su di me quest’effetto, di rinnovare quell’età felice e spensierata, come la rivivessi nei suoni.

  2. La poesia che alberga in ognuno di noi è pari al grado di sensibilità personale e il messaggio che arriva dalle parole a volte dure, a volte dolci, mettono in risalto l’abilità di mettere su carta sensazioni e combattimenti interiori con uno stile diretto e senza filtri, tanto da arrivare direttamente all’obiettivo per chi legge di sentirsi protagonista e pensare che lo scritto sia stato cucito per lui così come il sarto realizza un abito che andrà a pennello a chi lo indossa.

    • Caro Lorenzo, quello che tu dici è davvero molto bello ed è lo scopo del mio fare poesia. Se lo raggiungo, come tu dici, se il lettore si sente protagonista, vuol dire che non mi parlo addosso, ma comunico con lui. Per me questo è lo scopo della poesia. Non chiedo di meglio.

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