Dalla prefazione di Giuliano Ladolfi
“La raccolta di Annalisa Ciampalini sa toccare le corde del cuore umano in modo tale che il lettore nei suoi versi può leggere se stesso, perché il dolore di un rifiuto sentimentale è patrimonio di ogni persona. Non diario, quindi, ma ricerca introspettiva finalizzata alla ricostruzione di una vicenda destinata a segnare in profondità la poetessa. Troviamo nella nudità di uno stile composto e vibrante un’esperienza, tesa tra il desiderio di realizzazione assoluta e il limite dell’accadere, tra gli attimi di felicità e lo strascico di periodi consacrati al disfacimento, tra la vitalità della speranza e la delusione letale. La scrittrice non rievoca solo una vicenda personale, ma coglie l’aspetto più profondo del nostro essere, catena di un percorso biologico, destinato però a superarlo nella tensione verso una realizzazione completa, perfetta, assoluta, al di fuori del tempo e dello spazio”.
Potrei scrivere
che le sofferenze vere
hanno radice comune,
generano lo stesso groppo
che inchioda la grazia dell’aurora
ad una sedia dura e scura.
Ma sarebbe un parlare per concetti,
un inutile tributo ai nostri schemi:
descrivere una pena astratta,
che non c’è,
che niente produce.
Resta vera
la mano che vuoi e che non ti tocca,
il tuo viso
che in essa scivola
piano piano.
Il profondo silenzio attorno,
l’immenso, inutile spazio.
*
LEZIONE DI FISICA
Si parla di misteriosi neutrini.
Tepore nell’aria unisce le menti,
tra i banchi spira sorpresa
e in gioventù fremente si ferma.
Si parla di inavvertibili neutrini
di muoni sfuggenti, leggerissimi pioni
e ci inondano in sciami tranquilli.
Si frantuma l’aria e ci disorienta,
sfuggono le regole del consueto,
e s’impone la mia volontà e sconfina
dettando le sue eretiche leggi.
Ed eccoti qui,
persona o sequenza d’atomi;
vivo e intatto,
vittorioso sulla tua tragica assenza.
Ancora mi è dato di vederti
in questa luce piegata.
*
Le scale mai ti conducono
a scenari inaspettati,
l’affanno si moltiplica.
Le mura hanno la tua forma.
Esci, chiedi ospitalità
a un pescatore della costa.
Oppure fingiti in un mattino diverso,
rabbividisci per il mare
che giunge al tuo portone.
Nel buio
la montagna avvicina la luna:
per contenerla
il cielo allarga i margini.
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Annalisa Ciampalini è nata a Firenze nel 1968. Si è laureata in Matematica all’Università degli Studi di Pisa, materia che insegna all’Istituto “Enrico Fermi” di Empoli. In poesia, ha pubblicato la raccolta “L’istante si dilata”, Ibiskos Editrice, 2008 e “L’assenza” con Giuliano Ladolfi nel 2014.
Bellissimi questi versi. Come se dessero un corpo al vuoto, materia al desiderio.