Un poeta legge un poeta
a cura di
Luigia Sorrentino
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“Volevo ragionare su un testo molto conosciuto, tra i pochi di cui forse c’è una reale percezione oggi in Italia nella poesia del secondo Novecento. Inoltre, mi piaceva l’idea di lavorare su una poesia d’amore come mi accade ormai da qualche mese, anche nella mia stessa scrittura. In fondo credo sia il momento giusto per approcciarmi a questo testo: ne ho avuto conferma quando Andrea Gioacchini, che ha lavorato al progetto con me, mi ha mostrato le prime riprese delle scarpe sporche di terra e fango. Subito ho pensato che quella potesse essere la poesia giusta: e così è stato.”
Matteo Fantuzzi
di Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Da: “Satura”, Mondadori, 1971
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Matteo Fantuzzi (1979) vive a Lugo di Romagna in provincia di Ravenna. Ha pubblicato Kobarid (Raffaelli, 2008, 20114Premio Camaiore Opera prima, Premio Penne Opera prima). E’ co-direttore delle sezioni Creative Writing e Anthologies della rivista Mosaici (St. Andrews University – Scozia), direttore della collana di Poesia Contemporanea della Ladolfi Editore, coordinatore delle redazioni della rivista Atelier e membro delle giurie del Premio Antonio Delfini e del Premio Rimini. Suoi testi sono apparsi su molte riviste tra cui Nuovi Argomenti, Il Verri, Yale Italian Poetry, Italian Poetry Review, Gradiva e antologie tra cui Jardines Secretos. Antologa de la joven poesa italiana (Sial, 2009) e Poeti Italiani del Duemila (Palomar, 2011). Ha creato il sito UniversoPoesia, curato La linea del Sillaro (Campanotto, 2006) sulla Poesia dell’Emilia-Romagna e La generazione entrante (Ladolfi, 2011, 20144) sui poeti nati negli anni Ottanta.