- E’ nelle librerie italiane, “Torme di tutto” di Giancarlo Majorino, pubblicato nella Collana Lo Specchio, Mondadori, 2015____
C’è un’energia impressionante, e il muoversi di una parola potente, reattiva, felicemente comunicativa, in questo sorprendente nuovo libro di Giancarlo Majorino, un poeta che gli anni rendono sempre più capace di leggere e cogliere il senso profondo del reale nel suo continuo, violento trasformarsi. E violenti sono anche i testi che compongono Torme di tutto, testi sempre inquieti, incalzanti, carichi di situazioni, oggetti, figure, personaggi. Testi concretissimi e nervosi, veri e propri corpi testuali in continuo fermento, dove la condizione esplosiva o alienata in cui viviamo domina una scena nella quale, consapevoli o meno, «siamo tutti nelle caselle, dentro la casella prestabilita», con «la paura il terrore di uscir dal seminato, di trasgredire». Paura che certo non appartiene di solito al poeta, e che non limita affatto, peraltro, la libera tensione espressiva di un autore come Majorino, che ancora una volta riesce a spezzare ogni rigido limite di forma, arrischiando con pieno successo anche il passaggio dal verso alla prosa, realizzando, anzi, già dalle prime pagine, con Aprile dolce dormire, un formidabile racconto “scandaloso”, condotto sul rapporto tra una madre e un figlio. Il mondo femminile è del resto una presenza molto importante in questo libro, che ci conduce in un viaggio esplorativo aperto, «nell’astronave Terra», il nostro rimpicciolito habitat, che ci vede troppo spesso resi ottusi dall’accettazione di un presente dove il reale diviene finzione, dove «tutto deve diventare cinema», dove in troppi «vanno pazzi per la finta libertà», mentre domina il Mercato, «un dio nuovo». Majorino si muove a tutto campo, tra l’intimo delle case e il caos, orrendo ma sempre attraente, del mondo esterno. Se domina il falso mito del successo, il poeta ha pur sempre nel suo animo la risorsa di una incancellabile giovinezza dello spirito e del cuore, che sa combattere anche la sempre più presente idea (o «vergogna») del morire, in virtù di un atteggiamento di vitalità magnanima che è sempre stato un carattere vincente nella poesia di Majorino.
penna troppo alta sopra di lui
immobile rispettosa sta la faccia
stanza bruna viene rotta da raggi pila
sognano le merci di tornare cose
bufere lontane entrano et escono
chi sei? che cosa pensi strano alito
un’immane piazza tramontante? forse
sostan gli anziani tra gli asciugamani
hanno vissuto e vivono tra involucri
una natura che non ha paragoni
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Giancarlo Majorino, (Milano, 1928) è poeta, critico letterario e docente di estetica. Tra i suoi libri di poesia ricordiamo: La capitale del Nord (1959), Lotte secondarie (1967), Equilibrio in pezzi (1971), Sirena (1976), Provvisorio (1984), Ricerche erotiche (1986), La solitudine e gli altri (1990), Tetrallegro (1995), Le trascurate (1999), Gli alleati viaggiatori (2001), Prossimamente (2004), La nube terra (2008), Il poema Viaggio nella presenza del tempo (2008) e Autoantologia (1953-1999).