La Musa lirica di Maria Luisa Spaziani
di Silvio Raffo, Lieto Colle Edizioni 2015
[…]Se è vero, come continuiamo a credere (forse in pochi) che la grande poesia si accompagna naturalmente a questo sentire “sublime” e che almeno in arte esiste, deve esistere, la perfezione, perché la poesia delle ultime generazioni sembra aver perso la speranza e la voglia di scalare quelle vette?[…]
[…]Maria Luisa Spaziani sembra testimoniare in modi convincenti e “moderni” la sopravvivenza della musa lirica, la sua legittimità e autorità indiscutibili. La sua opera, di recente consacrata dal Meridiano Mondadori, è la prova più lampante della possibilità di coesistenza di registro alto e leggibilità, dunque di “tradizione” e comunicazione.[…]
CHI E’ SILVIO RAFFO?
Silvio Raffo si potrebbe descrivere come un cocktail tra Peter Pan e il prof della Setta dei poeti estinti, con una spruzzata di Wanda Osiris. La spruzzata si deve al fatto che ama frequentare signorine molto avanti con gli anni, possibilmente illibate, almeno di ritorno. E nell’estroso modo di vestirsi questa influenza lascia qualche segno stilistico. È davvero incredibile che un soggetto di questo tipo, perdipiù di origine aristocratica romana, abbia trovato il proprio habitat naturale in una città conservatrice come Varese. Dove è stato, fino al recente pensionamento, un apprezzatissimo docens docens di lettere al liceo classico. Tra i suoi allievi figura Bobo Maroni, al quale ha fatto imparare a memoria una poesia della Dickinson, Per fare un prato. Il governatore della Lombardia la recita a ogni rimpatriata: ‘Per fare un prato occorrono del trifoglio ed una sola ape/. Un solo trifoglio ed un’ape./ E il sogno/. Il sogno basterà se le api son poche’. Bisogna dire che è la poesia più breve dopo Mattina di Ungaretti. È comunque lodevole che Maroni la reciti ancora.