Sabato 6 giugno dalla 16.00 alle 19.00 avrà luogo il seminario dell’Accademia delle Tecniche Conversazionali dal titolo “Oggetti naturali e supernaturali nel sogno”, che si terrà a Milano, Palazzo Cusani (ingresso da via del Carmine 8).
Sospesi tra il cielo e la terra, tra il soprannaturale e il quotidiano, ci sentiamo troppo spesso strattonati o spinti dagli oggetti della paura e dell’orrore, verso i quali corriamo o che da una parte e dall’altra ci vengono incontro anche quando non sono invitati. La storia di Macbeth continua a ricordarcelo.
Macbeth è la tragedia della violenza e dell’odio, della lealtà e del tradimento, della liberalità e della brama di potere. Macbeth, generoso e impavido soldato, viene travolto dall’ingordigia di sempre maggiori onori fino a quello supremo di re di Scozia, sacrificando alla sua cieca passione prudenza e onore, moltiplicando gli assassinii dei possibili rivali, facendosi sanguinario tiranno da tutti abbandonato tranne che dalla paura, dopo un incontro fatale con le tre streghe, the weird sisters, the wayward sisters, le sorelle del destino, che lo irretiscono in predizioni ambig ue colme di doppi sensi sulla sua gloria e sulla sua immortalità terrena. Il richiamo a Macbeth è occasionato dall’intervista rilasciata alla stampa dal regista australiano Justin Kurzel, che in questi giorni (maggio 2015) ha portato il suo Macbeth al festival del film di Cannes, con gli attori Michael Fassbender e Marion Cotillard.
Nell’intervista, il regista precisa di avere presentato Macbeth, non tanto come un avido e crudele tiranno insozzato di sangue, quanto piuttosto come un soldato stanco, più precisamente vittima della sindrome che in psichiatria viene indicata con la sigla PTSD, malattia post traumatica da stress, come quella che colpiva i soldati americani reduci dal Vietnam, prima, e poi dall’Irak, e poi da altri teatri di guerra nel mondo.
Ciò che Macbeth fa, le sue passioni, i suoi dubbi e terrori, viene dal suo intimo, dal suo di dentro, dalla sua storia, dal dolore per la perdita o mancanza di un figlio che la spietata lady Macbeth non gli avrebbe dato. Come vediamo, (almeno dalle intenzioni dichiarate nelle interviste, sarà interessante poi paragonarle alla resa nel film,) Justin Kurzel privilegia l’approccio psicologico e soggettivista delle vicende umane, decisamente antropocentrico.
Così facendo, mette da parte, riducendolo a folclore, il nocciolo cosmogonico della tragedia di Shakespeare, che è l’intervento degli oggetti supernaturali, le streghe, le creature fatali, the weird sisters, come appare in decisivi passaggi. Per esempio, quando le streghe chiedono a Macbeth se vuole conoscere il suo futuro dalla loro bocca o dal loro padrone, Ecate o il diavolo (say if thou’dst rather hear it from our mouth , or from our master, atto IV, scena i); o come dice il medico riferendosi a lady Macbeth: “più che di un dottore ha bisogno di un prete”, More needs she the divine than the physician (atto V, sc ena i).
Nel seminario del 6 giugno prossimo, discuteremo dei due tipi di approccio agli oggetti di terrore e agli oggetti di orrore, quello psicologico e quello cosmologico, quello naturale e quello soprannaturale.
Vittorio Cigoli, cattedratico di psicologia dell’Università Cattolica, ragionerà su testi dettati a una medium dall’ombra del marito morto, seguendo il titolo: Una mano sulla biro una mano nell’altro mondo. L’ombra del marito è una proiezione della medium, un oggetto della sua mente, secondo una prospettiva psicologica antropocentrica? Oppure è un oggetto assoluto autonomo, secondo una prospettiva cosmologica?
Pierrette Lavanchy ci parlerà della Apocalisse di Giovanni, sotto il titolo La donna e il drago. Le visioni che appaiono a Giovanni, della donna partoriente vestita di sole e del drago rosso a sette teste, sono visioni immaginate da Giovanni, prodotti psicologici storici legati alla contingenza terrena delle lotte di potere tra stato e religione? Oppure sono superoggetti spirituali trascendenti che vengono da altri mondi, inviati direttamente dalla divinità?
Giampaolo Lai, sotto il titolo Messe nere nei sogni, presenta un sogno dove un superoggetto ibrido uccide una persona già morta, producendo conseguenze precise nel mondo attuale. È possibile uccidere una persona morta? Si può pensare che il sacrificio di una persona in un sogno non sia la rappresentazione di qualcosa, bensì sia il fatto alla lettera che si compie, cioè un’azione performativa?
Mariapia Bobbioni, sotto il titolo L’oggetto casa, misura poetica della soggettività, evocherà oggetti che si muovono nella casa, e che nel loro muoversi, in una prospettiva della relatrice prettamente psicologica, forse parlano di un prolungamento della persona che
ascolta.
Rita Fioravanzo, seguendo il titolo Gli spettri del sé, ovvero Maudite / Bénédicte, parlerà della situazione clinica di una sopravvissuta a un grave incidente, per la quale, come su un palcoscenico vuoto, irrompono frammenti del suo sé, che tra di loro interloquiscono, il sé ferito e acciaccato attuale, il sé che nelle fauci della morte si era per una lunga pausa dimenticato di esistere, il sé di prima della catastrofe che ancora vagola alla ricerca di un suo luogo.
Monica Leutner, con il titolo Il drago al microscopio, ragiona su oggetti e superoggetti inquietanti quali sono le cellule totipotenti e le cellule tumorali, sia nei corpi viventi sia nello scenario del microscopio. Gli incontri di questi superoggetti cellulari con altre cellule, sia quando le moltiplicano, sia quando le distruggono in un killeraggio indiscriminato, sono, forse, dello stesso tipo della pioggia che incontra una rocci a? O, forse, di un cacciatore che attacca un bisonte? Non certo adatti a una rappresentazione psicologica. Piuttosto assimilabili alle forme senza regole che si svolgono senza la nostra testimonianza nel caos di altri mondi.
Sono stati invitati al nostro seminario anche Marco Piccinelli, Alessandra Frati, Pietro Andujar, Giorgio Maffi, Silvia Pittini.
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Accademia delle Tecniche Conversazionali
Sabato 6 giugno
ore 16.00 – 19.30
“Oggetti naturali e supernaturali nel sogno”,
Palazzo Cusani
(ingresso Via del Carmine, 8)
Milano
Dalle 19.30 alle 21.00 ci sarà una cena al Ristorante del Circolo Ufficiali.
La partecipazione al seminario è gratuita, ma per le necessità organizzative nostre e della struttura che ci ospita, è indispensabile che chi intendesse partecipare lo comunichi scrivendo a info@tecnicheconversazionali.it, specificando se partecipa al solo seminario e alla cena.