Marco Munaro, “Berenice”

berenice001Dalla postfazione di G. Maretti Tregiardini

Marco Munaro sembra aver scritto “Berenice” per placare sé stesso come autore e come essere. Non come uomo, bensì come essere, perché in questo libro lui è un essere dell’Ente. Si cala totalmente pienamente ciecamente nel «gran mar de l’essere» per naufragare e naufragare. Riemerge e vede lei, Berenice; naufraga e chiama lei, Berenice. Ogni immersione lo purifica e lo trasforma, gli dà la veggenza perché gli dà l’oblio di sé. Resta pensante, ma in forma d’albero, d’uccello, di macigno, di astro, di morto, di vivo, di risorto. […]

Al lettore

Questa voce attraversata da fiumi e bagnata dal mare, da città e pietre, è cresciuta a scuola dall’abisso della mia anima buia, è fiorita sotto  la volta scorticata. E ancora,  una ragazza che forse non esite mi ha salvato. L’ho chiamata Berenice.
Marco Munaro

Rovigo, luglio 2012 – dicembre 2013

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Berenice: alla fontana

Siedo alla fontana prosciugata
e tu mi danzi intorno
ragazza che hai per nome un sudario
e spargi dalle labbra voci soavi
Quale quando sarà il perdono
quale come sarà la pena
per chi ha tradito
ha mentito?

Vieni, versami ancora sugli occhi la brocca
dell’acqua che non posso bere
e fai dell’arsura
un canto di passi
felici come una pioggia

*

Nuca

Riconosco il tuo volto dalla nuca.
Ti volterai?
Io cado ove non è che luca.

*

Quando mi parli

Quando mi parli
e se mi guardi sono
con te in luoghi dove non sei mai stata

neanch’io sono mai stato
dove siamo solo
se i nostri destini stretti
più di quanto potessimo
più di quello che speravamo sono

Sei qui finalmente e mi basta dimmi

Bacio

*

Berenice il tuo volto apparso alla finestra la finestra del fienile

La finestra incornicia il tuo volto
il tuo volto alla finestra
È una finestra di pietre
dove si arrampica un sambuco che suona
Tu appari è un volto
di canali e fornaci,
di canali e dogane

eppure esisti, festeggi,
sei nel migliore dei mondi possibili

quello che sei è proprio in questa finestra
Esisti vero?
Sempre qui si capisce
carne e nervi
sangue fiorito nel mistero

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Marco Munaro è nato a Castelmassa nel 1960. Vive a Rovigo, dove insegna. Nel 2003 ha fondato Il Ponte del Sale – associazione per la poesia. Ha pubblicato le raccolte di versi: “L’urlo” (1990), “Cinque sassi” (1993), “Il rosario del Lido” (1995), “Il portico sonoro” (1998),
“Vaso blu con narcisi” (2001), “Ionio e altri mari” (2003), “Nel corpo vivo dell’aria” (2009).

 

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