Domenica Mauri, “Il trattamento della neve”


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“Trattare la neve” cosa può significare? Probabilmente il far sì che la neve si sciolga, torni acqua, sostanza che scorre, che passa, va altrove. Ma è legittimo ipotizzare anche l’intento contrario, vale a dire il conservare, il bloccare, l’adoperarsi per accudire l’inverno, il suo gelo. Trattare è un agire. La finalità di questo agire è tuttavia opaca, ambigua, ambivalente. E ambigua può apparire anche questa scrittura poetica, intessuta di lacerti, racconti sospesi, ipotesi che rimangono tali, contraddizioni irrisolte. Una scrittura poetica che potrebbe rischiare l’intellettualismo, ma che in effetti mantiene costantemente una curvatura lirica. Anche quando cerca di catalogare – dunque di disinnescare con la ragione – ciò che la vita produce in eccesso, il dolore che tutto attraversa (“Grumi. Grovigli. Viluppi. / Senza vie d’uscita. / Con vie d’uscita…”).

Una poesia da “Il trattamento della neve” di Domenica Mauri, Italic, 2014

DI SUA MADRE

Di sua madre non riesce a dire niente
ma questi sono i patti – crede –
da sempre.

Le basta se le tiene il braccio.
Lo vede. Sorride.

Sorride come fa nella foto più vecchia.
Quella dove la sua mano
piano le trattiene i capelli.

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Domenica Mauri è nata in provincia di Rimini dove vive. Nel 2005 la pubblicato “Seminario secondo”. Nel 2007 è uscita la raccolta “Per interno”.

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