“Iniziai a scrivere 15 anni fa, su consiglio di un’amica, per curare la mia anima tormentata. La necessità ha fatto si, che io riuscissi ad incanalare questo disagio in modo che il malessere nel vivere in questo corpo, che sento stretto, quasi soffocante venisse liberato attraverso la poesia. Scrivo di getto, con la pancia, ed è miele per le mie ferite.”
Marino Santalucia
Se resisto al tramonto del corpo,
io tradisco
Dalla Prefazione di Antonella Catini Lucente
si apre con un incipit assiomatico, irrefutabile, la silloge poetica di Marino Santalucia. Una certezza, la sua, lasciare che il Tempo compia il suo corso, pena un’imperdonabile ubris, tracotanza estrema che comporta l’ineluttabile oblio dei solchi arati sulla terra, divenuti rughe del viso, delle rigature del “ tronco , adagiato sull’asfalto”, metamorfosi delle membra sfatte dal tempo, della quercia fiera, retta verticale delle vertebre ormai ripiegata su se stessa, dell’interezza di corpo che è divenuto altro da sé. […]
ESTRATTI
Da: “Gli angoli del corpo” di Marino Santalucia, MontaG Edizioni, 2014
COLPITO DALLA VITA
Il mio volto, la mia storia
una bocca tra due parentesi
spinte, verso il basso
coni sporgenti raccolgono al mattino
la notte trascorsa.
In piedi, col passare del tempo
tengo a mente come ero,
colpito dalla vita
con unghiate sferzate dal vento
che si sfida sul mio viso.
CAOS NOTTURNO
Il mio cuore non ha sonno
sbadiglia il sangue, stanco
circola dentro me nel caos notturno,
una voce sconosciuta, cerca sogni
non riposo, lasciando tra le lenzuola
la vita ordinaria.
TRA I DENTI
Scompongo l’inquietudine
su questo corpo, con l’anima tra i denti
viaggio tra il coltello e la ferita
incontrandomi per caso.
CERTA LUCE
Vorrei sdraiarmi
come certa luce, che
lascia ombre
per tornare il giorno dopo
appeso all’estate cullata dal mare
ad asciugarmi il corpo.
.
IL DISFACIMENTO DI UN TEMPIO
La metamorfosi del corpo
è il disfacimento di un tempio
dove il Re, piange sul ciglio del fiume.
Con un rametto stuzzica l’acqua
come in una scena teatrale
aspettando, il suggerimento del gobbo.
In tutto questo
c’è qualcosa di naturale
costante oserei dire.
Sarebbe da stupirsi se
così non fosse, tuttavia
alcuni la ritengono strana
cercando di far luce
nei propri ricordi
richiamando alla memoria il passato.
Quasi che, volessero
opporsi all’irreversibile processo
altri, pensano ad un’evoluzione
al compimento di una trasformazione naturale.
SMARRIMENTO
Non riconosco più nulla
è come se fossi nato
in questo momento
(in questo corpo)
il mio smarrimento
si protrae privo di ricordi
in un contenitore vuoto.
LUNGO SILENZIO
Lascio il beneficio del dubbio
a questo corpo mortale, chiuso
in un lungo silenzio,
cresceva dentro un mostro vorace
che da tempo
evitava di guardarsi allo specchio
negoziando ogni volta
l’appuntamento con se stesso.
PRIMA O POI
Visto dall’alto, il mio corpo
somiglia ad un tronco
disteso sul mondo.
Alcuni suoi anfratti
s’illuminano colmi di traffico.
Centro di un movimento caotico
ove risiedono occhi e terrazze
in attesa che prima o poi
qualcuno s’arrampichi.
QUALE MASCHERA
L’attesa su di me
è silenzio immobile
scivolerò, m’innalzerò
più forte del vento
qui, nell’ombra
quale maschera avrò nella vita
che è incendio?
FRA IL NULLA E ME
Sentivo il tempo perdere sonno
fissato agli occhi, quasi invisibile.
D’un tratto, prende forma
acquistando carne in ogni ruga
e comparirà, piano, senza fretta
tirando su col naso
come la voce stessa
rimasta appesa, tra lo spazio vestito
fra il nulla e me.
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Marino Santalucia nel 2004 entra nell’ONG Emergency. E’ tra i vincitori del Primo Concorso Poesia Il Federiciano Libro Giallo (Aletti Editore, 2009). Ad ottobre 2010 esce la sua prima silloge dal titolo “Versi Riversi” (Giulio Perrone Editore).
Sue poesie sono pubblicate su diverse antologie, agende letterarie e riviste online. Nel 2011 partecipa a “Teatri di Vetro Festival AmmaroAmmore” alla “Settimana della Poesia di Eboli” ed a “Mare in Vista 2011”. Febbraio 2014 edito da Edizioni MontaG nella collana “Le Chimere” pubblica “Gli angoli del corpo”.