Chiara De Luca, “Alfabeto dell’invisibile”

 

locandinachiara_1024_x_768 (1)Lunedì 7 settembre 2015, alle ore 17:30, presentazione di “Alfabeto dell’invisibile” di Chiara De Luca. L’incontro si terrà a Ferrara, alla Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea con un reading di poesie musicate, cantate, recitate a cura di Altroteatro dal titolo Alfabeto dell’invisibile – Dialogando con il mondo. Interverranno all’incontro Alessandro Canzian (Samuele Editore) che discuterà del libro spunto dell’evento (Alfabeto dell’invisibile di Chiara De Luca, Samuele Editore 2015, collana Scilla, prefazione di Claudio Damiani) e Giuseppe Maddaluno (Altroteatro) che introdurrà le letture da cinque volumi Kolibris Edizioni (rispettivamente di Michael Schmidt, Coral Bracho, Pat Boran, Tamara Kamenszain, Nuno Judice). Interverranno inoltre con musiche e letture: Chiara De Luca (autrice), Antonello Nave (presidente di Altroteatro), Antonio Lombardi (musicista), Vincenzo Santaniello (musicista), Benedetta Tosi (attrice e cantante).

Per tutto il libro Chiara e Ferrara si rispecchiano, si cercano, si nascondono, si perdono, si ritrovano. Chiara ripercorre i suoi vicoli e sembra auscultare ogni pietra. Camminando tocca le pietre come quando da bambina ci saltellava a far campane. C’é nebbia in Ferrara, ma c’é nebbia anche in Chiara. Chiara non vuole tanto ricordare, ritrovare, nominare. Certe cose ce le fa vedere, altre no. C’è stato qualcosa di molto doloroso nell’infanzia, ma resta sfumato. Anche le persone, e ce ne sono tante nel libro, non hanno contorni precisi, ma non per questo sono meno vive, e vere. Mi viene in mente quella meravigliosa poesia di Pascoli (e restiamo comunque in Romagna) intitolata Nebbia, spesso antologizzata anche nei libri scolastici, che molti lettori forse ricorderanno: ”Nascondi le cose lontane / nascondimi quello che è morto”. Ecco, proprio nascondendo la presenza, la nebbia può anche nascondere, e contenere, l’assenza. Può conservarla. La nebbia è questa possibilità che presente e assente, visibile e invisibile siano ancora insieme. (Dalla prefazione di Claudio Damiani)

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A Ferrara

 

Dopo vent’anni in silenzio ti ritorno

a guardare dritto nel centro del cuore

da viaggiatore che ormai più non cerca

 

da tempo alcun riferimento, madre

tanto lieve distratta e inadempiente,

eternamente infante, mia Ferrara

 

non una ruga sul volto solamente

i bar sono cresciuti e i tuoi locali

aperti alle truppe ferme sull’attenti

 

di giovani in divisa in vista dell’aperitivo

iscritti d’ufficio alle “compa” che a sera

si trovano al piazzale dell’Iper a bruciare

metà della serata nel decidere che fare.

 

Torno per l’abbraccio di chilometri di Mura

con le mani aperte che non ne sanno altre

 

gli occhi tra gli occhi dei dissimili distanti;

 

per il muschio fradicio e l’alloro dei giardini

il manto di silenzio che apre i giorni festivi,

per il canto stonato dei colombi che ricorda

il ritmo sincopato del verso quando inciampa,

 

per lo strenuo pulsare di esauste campane

che al dovere richiamano l’ultimo fedele,

per le braccia tese dei vecchi al davanzale,

gli screzi delle donne al mercato di quartiere,

 

per i negozianti che di me sanno gli orari,

tutto quel che conta, il nome dei miei cani,

per la quiete bella da farwest inabitato

quando dopo cena scatta il coprifuoco,

 

per l’accorto slalom in centro tra le bici,

 

gli incroci di volti e i balconi fatiscenti,

i vicoli scavati come tunnel tra i palazzi,

 

i fregi sui portoni e le pallide iscrizioni,

la silente sconfitta di austere prigioni.

 

Torno a sentirmi raccontare dalle pietre,

dall’albero grande dove seppellivo

in un dolce rito l’amato uccellino,

 

torno a sarchiare la nebbia per scoprire

il volto di ricordi che non vogliono svanire

e restano sepolti come spettri per restare,

 

digradano nel buio i luoghi del calvario

trasferito a Cona l’ospedale è nel lontano

ricorda ormai solo un college americano

 

la scuola che ha visto la mia liberazione

dagli altri nel bagno all’ora di ricreazione

molto prima che imparassi ad abbracciare

la nostalgia del mondo, la siccità d’amore.

(Chiara De Luca – da Alfabeto dell’invisibile)

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Chiara De Luca. Poetessa, narratrice e traduttrice in lingua inglese, francese, tedesca, spagnola e portoghese. Laureata in Lingue e Letterature straniere a Pisa. Nel 2008 ha creato Edizioni Kolibris, casa editrice indipendente consacrata alla traduzione e diffusione della poesia straniera contemporanea. Cura il blog “A margine dei versi”, dedicato alla critica del testo poetico, e il sito internazionale Iris di Kolibris, dedicato alla traduzione poetica, al bilinguismo e alla letteratura della migrazione.
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Lunedì 7 settembre, ore 17.30. Incontro con l’autore Chiara De Luca
ALFABETO DELL’INVISIBILE (Samuele Editore, 2015)

www.samueleeditore.it

 

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