Robert Zaller è nato a New York nel 1940. Professore Emerito di Storia presso la Drexel University di Philadelphia (città dove vive con sua moglie, l’attrice, musicista e scrittrice greco-americana Lili Bita), è autore di sei raccolte di poesia, tra cui Islands (Boston: Somerset Hall Press, 2006) e il recente Speaking to Power (Philadelphia: Moonstone Press, 2015), e di due importanti studi critici sul poeta Americano Robinson Jeffers. Sue poesie sono state tradotte in Greco, Bengali e italiano, mentre tra le sue traduzioni dal Greco citiamo, sempre per la Somerset Hall Press, una raccolta di poesie scelte di Nikiforos Vrettakos (2005). Della sua poesia dice: “La poesia per me è un modo di fare I conti con l’esperienza, di dare un senso al mondo che mi circonda e che ho ereditato, di creare una mia strada. E’ un dono che cerco di usare nel modo più onesto possibile, perchè l’onestà è alla radice stessa della poesia nonchè la sua ambizione ultima… Ogni poesia è un evento unico e irrepetibile, ma nel comporre I miei libri ho sempre cercato delle affinità tematiche, perchè credo che un libro debba dire qualcosa mentre una poesia è tenuta a dire soltanto sè stessa. Nella raccolta Islands (“Isole”) ho adottato un sotto-insieme del mondo naturale come un mezzo per mettere a fuoco la dimensione dell’esteriorità, mentre in Speaking to Power (“Parlando al potere”) cerco di esplorare un fenomeno che si semina e riproduce in ogni ogni forma di vita.” Le tre poesie che seguono sono tratte dal volume Speaking to Power e tradotte in italiano da Anthony Molino.
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Robert Zaller was born in New York in 1940. Distinguished Professor of History at Drexel University in Philadelphia (where he lives with his wife, the Greek-American actress, musician and writer Lili Bita), he is the author of six books of poetry – among which he counts Islands (Boston: Somerset Hall Press, 2006) and the recent Speaking to Power (Philadelphia: Moonstone Press, 2015) – as well two important critical studies concerning the American poet Robinson Jeffers. A translator from the Greek (see his Somerset Hall 2005 publication of Nikiforos Vrettakos’ Thirty Years In the Rain), Zaller himself has been translated into Bengali, Italian and Greek. Of his poetry he says: “Poetry is for me a way of grappling with experience, of making sense of the world around me and the one I have inherited, and of making a path for myself. It is a gift I try to use as honestly as I can, because honesty is the only prerequisite for it as well as its ultimate goal… Every poem is a distinct and unique event, but in assembling my verse collections I have looked for certain thematic affinities, because I think a book should say something even if a poem says only itself. In my collection Islands, I looked toward a subset of the natural world as a means of focusing on exteriority, and in Speaking to Power, I seek to explore a phenomenon that seeds itself through all physical form and life.” The three poems that follow are taken from Speaking to Power, and are translated in Italian by Anthony Molino.
IN THE RAIN
In Giacometti’s In the Rain
there is, of course, no rain.
You must bring it yourself.
A man, too naked for clothing,
bestrides an anvil. He has
come from a place without beginning
and he goes to one without end.
We must imagine the rain.
He moves through it.
The anvil is as wide
as Lear’s heath.
It comes from nowhere
and goes to nowhere,
but the rain, the rain
we must bring ourselves.
The data are enough.
We stare until a tear
collects in each eye
and then the rain
then the rain will fall
and nothing we can do
will make it stop.
CREATION THEORY
Light explodes from a stone fist
and so every rock
is the cavern of a thousand suns
is paradise encapsuled.
But whose, you say,
the hand that closed that fist?
It is no matter.
Five-pointed like a star
it lies open, generous
and its fingers stream infinity—
back into stone.
THE RIVAL POET
Yours the tree in whose shadow I lie
yours the river whose current carries me
resistless or resisting
to the snagged branch that fishes me
Yours the mountain from whose height
a boulder crashes through the caverns
from black to blacker might
toward cataracts of dawn.
How then shall I praise thee?
How then shall I not deny thee?
Stone by stone, I subtract your temple.
Word by word, I rebuild your world.
SOTTO LA PIOGGIA
Ne l’uomo che cammina sotto la pioggia di Giacometti
manca, ovviamente, la pioggia.
Devi portarcela tu.
Un uomo, troppo nudo per essere vestito,
si affretta lungo un’incudine. Arriva
da un luogo senza inizio
e va verso un altro senza fine.
Dobbiamo immaginarcela, la pioggia.
L’uomo l’attraversa.
L’incudine è larga tanto
quanto la brughiera di Lear.
Viene da nessun dove
e da nessuna parte va,
ma la pioggia, la pioggia,
dobbiamo portarla noi.
I dati sono sufficienti.
Fissiamo lo sguardo fino a che
una lacrima si addensa in ciascun occhio
e poi la pioggia
e poi la pioggia scenderà
e niente più potremo fare
per fermarla.
TEORIA DELLA CREAZIONE
Esplode la luce da un pugno di pietra
per cui ogni roccia
è la caverna di mille soli
e incapsula il paradiso.
Ma di chi, dirai,
la mano che chiuse quel pugno?
Non importa.
Come una stella a cinque punte
giace aperta, generosa
e le sue dita incanalano l’infinito –
a ritroso, nella pietra.
IL POETA RIVALE
Tuo l’albero nella cui ombra mi distendo
tuo il fiume la cui corrente mi trascina
che io resista o meno
fino al ramo afferrato che mi pesca fuori
Tua la montagna dalle cui vette
un macigno precipita per le caverne
da nera a più nera notte
verso le cataratte dell’alba.
Come, allora, elogiarti?
Come, allora, non rinnegarti?
Pietra per pietra sottraggo al tuo tempio.
Parola per parola, ricostruisco il tuo mondo.