Concerto dedicato a Raffaello Baldini nel decennale della scomparsa

Raffaello Baldini legge “Metti” nella versione italiana, registrazione inedita di Simone Casetta.
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Registrazione INEDITA di 47 poesie lette dall’autore santarcangiolese in dialetto e in italiano
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Quest’anno ricorre il decennale della scomparsa del poeta Raffaello Baldini, natao a Santarcangelo di Romagna, considerato uno dei maggiori autori del Secondo Novecento. Appassionato melomane e di musica classica, è stato un assiduo frequentatore della Barcaccia della Scala di Milano. A lui è dedicato “Un concerto per Lello”, che andrà in scena al Teatro Elfo Puccini, Corso Buenos Aires,  33 a Milano alle ore 21.00, nella Sala Shakespeare.

Dirigerà il concerto: L’Orchestra da camera “J. Haydn” di Milano
– violino Matteo Calosci, direttore Benedikt Sauer
– in veste solistica membri formatisi all’Accademia della Scala

L’ascolto delle liriche, tratte da “Compatto” , lette dalla sua stessa voce, con la partecipazione di Rudy Gatta e l’intervento di studiosi della sua opera come Clelia Martignoni, ne sveleranno la poetica nel corso della serata.

L’incasso del botteghino verrà devoluto a un’opera benefica di Cefa Onlus: un progetto a sostegno delle comunità rurali del Mozambico affinché producano latte a km zero.

Da un’idea di Martina Biondi
Con il patrocinio del Comune di Milano
Sostengono l’iniziativa: Coop Lombardia, Coop Adriatica

 

La genesi

Un giorno il fotografo Simone Casetta sentì la voce di Raffaello Baldini alla radio, leggeva una poesia bellissima e commovente. La trasmissione era a metà e non fece in tempo a capire il nome dell’autore. Si recò nella libreria più fornita di Milano e sfogliando i libri assiepati negli scaffali dedicati alla poesia, riconobbe finalmente quella lirica e ne scoprì l’artefice: Raffaello Baldini. Casetta lo andò a conoscere personalmente nella sua casa di Milano e iniziò così un progetto che li impegnò per dieci anni: la registrazione del poeta che legge le sue poesie. Una testimonianza di grande valore, oggi un patrimonio acustico ancora inedito.

“Compatto”, cofanetto di 4 CD audio
(Foto di Simone Casetta)

Registrazione INEDITA di 47 poesie di Raffaello Baldini lette dalla voce dell’autore sia in dialetto che in italiano. Si sviluppa su 4 CD audio con fotografie, disegni, testi critici e informativi raccolti in un unico contenitore. Il progetto è concepito e prodotto da Simone Casetta che lo ha pensato insieme al poeta santarcangiolese prima della sua scomparsa. L’autore, che nelle due versioni autografe, italiana e dialettale, mantiene una medesima forza espressiva, testimonia il carattere orale della sua poesia. Per la parte in dialetto l’opera registrata ha anche il valore di documento sistematico per le fonie e la pronuncia del dialetto di Santarcangelo, nel modo in cui si è parlato durante la vita del poeta. Uno strumento preziosissimo anche per l’interpretazione delle opere di Raffaello Baldini non presenti nel “Compatto”.

Il titolo “Compatto” è dello stesso Baldini, che si compiacque di coglierlo in una sua conversazione con Luca Sossella.
Il lavoro è stato realizzato tra il 1995 e il 2005 in una lunga serie di incontri avvenuti nella casa milanese di Raffaello Baldini. La registrazione è stata effettuata con attrezzature professionali su nastro DAT e successivamente è stato eseguito un montaggio delle poesie. La scelta delle poesie lette è stata fatta personalmente da Baldini. La sequenza ricalca cronologicamente le raccolte di poesie già pubblicate, discostandosene solo in alcuni casi per questioni di equilibrio registico.

Elenco delle poesie registrate (in dialetto e in italiano)

SEQUENZA COME RACCOLTE

LA NAIVA
Cut
I nòttal
E su bà
E’ temporèl
E’ bagn ad nòta La chéursa

E solitèri
A m’aracmànd Fridulòus
E pòunt
Lòi
E’ malàn

FURISTIR Basta! Mètt Furistìr Bèla

E’ vèscuv
La cambra schéura Capè
E’ cambia e’ témp Mòl
Smurté!
Ombri

AD NOTA Ciavga Murgantòuna I nòm

I ucèl
Ad nòta L’éultum sedéili Tv

E’ béus
I mort Brott
E’ pòst Te fòuran Rosi

Un pèz ad chèrta La féila

CIACRI Raméin
1948
Al scaràni Invidiéus
Agli analisi Bandira biènca In treno

La chèsa Guèra

SEQUENZA PER I CD

LA NAIVA I nòttal Fridulòus Cut

Lòi
E’ temporèl
E’ bagn ad nòta E su bà
La chéursa
E solitèri
A m’aracmànd E pòunt
E’ malàn

FURISTIR Capè

Basta!
Mètt
Furistìr
Bèla
E’ vèscuv
La cambra schéura E’ cambia e’ témp Mòl

Smurté! Ombri

AD NOTA Ciavga Murgantòuna I nòm

I ucèl
Ad nòta
L’éultum sedéili Tv
E’ béus
I mort
Brott
E’ pòst
Te fòuran
Rosi
Un pèz ad chèrta La féila

CIACRI Raméin
1948
Al scaràni Invidiéus
Agli analisi Bandira biènca In treno

La chèsa Guèra

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Raffaello Baldini è nato nel 1924 a Santarcangelo di Romagna, il paese di Tonino Guerra e di Nino Pedretti, dei quali è stato buon amico, senza però implicazioni particolari sul piano della poesia.

Dopo la laurea in filosofia a Bologna nel 1949 e qualche anno d’insegnamento, nel 1955 si è trasferito a Milano, dove ha lavorato nel campo della pubblicità e del giornalismo. Schivo e discreto, impermeabile a mode e correnti, Baldini è uomo di letture curiose, con una predilezione particolare per la poesia americana, specialmente per la grazia e l’ironia di Marianne Moore, per la sua capacità di trovare le fonti dell’invenzione nel descrivere e nell’osservare, e William Carlos Williams, il cantore di Paterson, la città del New Jersey scelta come proprio concreto territorio poetico. Dopo le prose di “Autotem” del 1967, una raccolta di lettere, di immaginari lettori a immaginari giornali, sull’automobile come feticcio, ha pubblicato la prima raccolta in dialetto,

“È solitèri”, nel 1976, che costituisce, con qualche esclusione e qualche inclusione, la prima sezione de “La nàiva”, pubblicato da Einaudi nel 1982. Fin qui la poesia di Baldini era caratterizzata dal procedimento dell’elencazione, con un personaggio che siglava una sorta di comico e vistoso comportamento paranoico. Con “Furistìr” del 1988 e “Ad nòta” del 1955, invece, fa capolino la nevrosi della quotidianità, simulata grazie ai ritmi del parlato, impronta stilistica che si rispecchia mirabilmente nei primi tre soliloqui, scritti e pensati per le scene, “Carta canta”, “Zitti tutti!”, “In fondo a destra” del 1998, dove il dialetto fa parte di un realismo tragicomico di esemplare essenzialità e nobiltà formale, in cui si specchiano i protagonisti di un reale paesano.

L’ultima raccolta di versi di Raffaello Baldini è “Intercity” (2003) e l’ultimo monologo “La fondazione” (2004), pubblicato postumo da Einaudi nel 2008.

Il linguaggio di Baldini intende ricostruire ogni minimo brusio di un grande teatro umano, rappresentato in tutta la sua opera, in versi o in prosa, con la forza dei suoni: una musicalità lessicale e sintattica, unica nel suo genere, che trasforma le limitazioni di un idioma in una lingua di ben più ampio respiro. È un dialetto colloquiale, modulato sulla fisiologia del personaggio, che racconta il continuo allontanamento dei nostri giorni dalle radici e dalle identità geografiche. Per questo particolare modo di definire una realtà, un’individualità e di dare loro una forma che vagheggia l’universalità, il 26 novembre, al Teatro Nuovo di Milano, Raffaello Baldini ha ricevuto il Premio Librex-Montale, per la raccolta “La nàiva”, “Furistrír”, “Ciacri”, edito da Einaudi. La commissione giudicatrice ha ravvisato nella sua opera un’armonia unica nel panorama letterario del nostro tempo, perché ha saputo fondere la più remota marginalità del dialetto con l’universale totalità della grande poesia. “Una lingua è un mondo”, dice Raffaello Baldini, e anche i dialetti sono piccole lingue, capaci di rappresentare uno spazio preciso, circoscritto, intriso di memorie. Il suo idioma, infatti, non è semplicemente quello di una regione, la Romagna, ma di un paese minuscolo di quella terra, Santarcangelo, come se volesse esplorare al microscopio i pensieri dei suoi abitanti e le potenzialità di un linguaggio che risponde solo alle regole dell’oralità: una parlata che sgorga spontanea, senza gli artifici codificati dalle grammatiche.

Lontani dal centro linguistico della convenzione, i suoi personaggi possono così esprimere i loro pensieri con la libertà della chiacchiera, riflettendo continuamente il proprio microcosmo ricco di espressioni verbali di straordinaria efficacia. Sono parole sapide di significati e carezzevoli di pronuncia, che evocano vicende, impulsi morali, circostanze, sogni, incatenando però il lettore a qualcosa di più profondo ed essenziale: la solitudine, la morte, la pietà della mente davanti a un mondo che scompare.

Quel parlato fitto e veloce, che solo lui riesce a indossare come un abito, è tenuto costantemente sotto registro, assumendo una consistenza musicale ricca di fascino, misteriosamente incomprensibile eppure così ricca di significati da rendersi trasparente anche prima della sua traduzione nella lingua ufficiale. Il monologo del poeta, infatti, sempre pronunciato senza intermediari, riporta il fiume di parole senza storia di gente normale, di cui riproduce le pause,

le esitazioni, le frasi sospese, gli incisi, con un ritmo che sembra sommergere concetti e riflessioni, in una perpetua agitazione verbale. Ad arginare il flusso di parole di queste lunghe forme aperte, che riproducono con puntiglio mimetico le cadenze del parlato, egli erige endecasillabi e settenari, costruiti con grazia e discrezione per restituire con estrema naturalezza la dignità di un’impalcatura classica anche a una lingua periferica come quella di Santarcangelo, capace di diventare, appunto, la lingua per la poesia. Perciò, definire Raffaello Baldini un poeta dialettale significherebbe cadere in un equivoco, dissipato dai maggiori critici del nostro tempo: Luigi Baldacci, Dante Isella, Pier Vincenzo Mengaldo, soprattutto, che lo hanno giustamente considerato uno dei tre o quattro poeti più importanti d’Italia del nostro tempo.

(di Giovanna Ioli, Per Raffaello Baldini – “Rassegna. Rivista della Banca regionale europea”, n.s., 12, dicembre 2001, pp. 47-48)

I riconoscimenti

Nella sua carriera di poeta Baldini ha ottenuto vari riconoscimenti, tra questi:
Premio Carducci (“La nàiva” – Einaudi 1982 )
Premio Viareggio (“Furistìr” – Einaudi 1988)
Premio Bagutta (“Ad Nòta” – Mondadori 1995)
Premio Librex-Montale 2003 (“La nàiva”, “Furistrír”, “Ciacri” – Einaudi)

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