Nel 2015 il premio Solstizio Opera Prima è andato ex aequo a Clery Celeste con “La traccia delle vene” e a Gabriele Gabbia, autore di “La terra franata dei nomi”.
Gabriele Gabbia, La terra franata dei nomi, Edizioni L’arcolaio, 2011
Motivazione di Milo De Angelis
“La terra franata dei nomi è il libro del trauma, della frattura, del franamento in un luogo oscuro e minaccioso, dove ogni cosa è messa di fronte alla sua mortalità, alla “fissità inquieta di un nulla”. Ma è anche un libro tagliente ed esattissimo, capace di scrutare con una poderosa lente d’ingrandimento ogni dettaglio di questo canto: un canto, scrive Gabriele Gabbia “cui nessuno appartiene”. C’è un verso che definisce molto bene questo doppio tempo della poesia di Gabbia: “nel sangue delle sillabe”. Da un lato il sangue che sgorga letale e violento. Dall’altro la precisione di qualche lettera, lo scomporsi del linguaggio e della vita nella sua entità minima e solitaria: la sillaba. Il senso della morte e dei morti percorre tragicamente questo canto, questo nulla attraversato dalla parola: intreccio tra ciò che è vivo e ciò che è scomparso, simbiosi potente e inseparabile, identità di pieno e vuoto, solitudine abitata dalle presenze.”
Io sarò voi –
i morti, tutti
noi, voi
dopo di me, quando
solo, soffierò
lo sguardo, da ciascuno
di voi tutti
su ognuno
di me.
Premio Solstizio Fondi, ottobre 2015
Clery Celeste, “La traccia delle vene”, Collana Pordenonelegge, LietoColle, 2014
Motivazione di Davide Rondoni
“La voce di Clery Celeste ci mette di fronte, con salutare mancanza di pudore, a un ambito della vita dove la esperienza della fragilità porta in rilievo tutti gli elementi principali della esistenza. Così chiama la poesia a tornare ad essere sondaggio e viaggio, mai concentrata su se medesima. Con scarti metaforici e lucidità formale, il libro – che non a caso contiene anche una sezione dedicata alle forme del vivente animale- tocca le esperienze del dolore, della cura, dell’amore, del cinismo, della inquietudine. Senza compiacimenti, con una forza raccolta e con un lessico che non tiene a distanza il lettore, la Celeste ci fa posare lo sguardo dove è duro tenerlo. Con un ultrasuono ultimo di pietà che ne sostiene la capacità anche di crudezza e di frontale dizione senza sconti. Un libro salutare per la poesia contemporanea.”
Premio Solstizio Fondi, ottobre 2015
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Il Premio Solstizio Fondi alla Carriera per il 2015 è andato a Rodolfo Di Biasio.
http://www.associazionedelibero.com/il-premio-solstizio-alla-carriera-al-poeta-rodolfo-di-biasio/
http://www.associazionedelibero.com/bando-seconda-edizione-premio-di-poesia-solstizio/