L’INTRAMONTABILE PARIGI NEGLI SCATTI DI BRASSAÏ
Nota di Silvana Lazzarino
A raccontare con accenti appassionati e malinconici, con un’insolita energia emotiva che diventa visiva la Parigi della Belle Époque, degli intellettuali, degli artisti, delle famiglie nobili, ma anche delle prostitute e dei mascalzoni, è lo sguardo attento e partecipe di Brassaï che attraverso i suoi scatti ha saputo catturare con immediatezza la poesia e l’eleganza di una delle città più romantiche al mondo. Affascinato fin dal suo primo incontro dall’ineguagliabile bellezza di questa città romantica e solare, malinconica e allegra. Brassaï ne restituisce un ritratto intenso dando spazio ad ogni sua situazione, ad ogni suo angolo gioioso o silenzioso fatto di ordinario e straordinario, visibile e invisibile passando dal giorno alla notte.
Conosciuto con lo pseudonimo di Brassaï (Brașov, Transilvania 1899–Èze 1984) il fotografo Gyula Halász, naturalizzato francese, è celebrato in una suggestiva mostra in corso a Genova presso Palazzo Ducale aperta fino al 24 gennaio 2016. L’esposizione, Brassaï pour l’amour de Paris, con il patrocinio della Repubblica Francese – Ambasciata di Francia in Italia, a cura di Agnès de Gouvion Saint-Cyr in collaborazione con l’Estate Brassaï, attraverso 250 fotografie vintage e una proiezione, racconta la passione di questo artista per Parigi mettendo in risalto lo spirito di ciascun quartiere della capitale francese indimenticabile fin dal primo incontro. Incontro che avviene nel 1924 dopo aver passato diversi anni a Berlino per i suoi studi d’arte. A Parigi Brassaï incontra Desnos e Prévert i quali lo inseriscono nell’ambiente degli artisti e degli intellettuali, avvicinandolo così al surrealismo da cui trae una certa ispirazione per lo stile della sua arte fotografica che parte dal reale per giungere ad una visione talora irreale dovuta alla complessità con cui utilizza i campi di luci attraversati da ombre taglienti. A partire dagli oggetti più ordinari Brassaï elabora una nuova visione degli stessi dando loro un altro significato attraverso insolite giustapposizioni che ne decontestualizzano l’aspetto ordinario e più famigliare. E’ da questa percezione della realtà che trae spunto per i suoi graffiti a partire dal 1929.
Le immagini malinconiche e inquietanti di una Parigi vista di notte attraversando quei quartieri abitati da prostitute e umili lavoratori, fanno da contraltare a quelle solari e affascinanti che ritraggono la città in pieno giorno con la luce che si diffonde e attraversa i giardini del Luxembourg.
La Parigi insolita, disprezzata e meno conosciuta, osservata per la prima volta durante le sue passeggiate notturne diventa per lui motivo di ispirazione per creare dei ritratti fotografici forti e intensi attraversati da luci e ombre dove emergono le prostitute dei quartieri caldi, gli umili lavoratori della notte alle Halles. In questi contesti i suoi scatti restituiscono uno scenario lontano dai canoni classici delle architetture parigine per cedere il passo ad un’altra bellezza quella di una città più sfuggente e talora misteriosa, impressa negli sguardi e nei gesti di figure che si nascondono e fuggono, e ancora nelle luci accecanti dei lampioni che d’improvviso irrompono nei viali bui e silenziosi. Attraverso questa prospettiva luminosa egli ferma l’immagine della Torre di Notre Dame vista dall’alto, la pavimentazione dei Jardins des Tuileries disegnata dall’ombra dei cancelli, il riflesso ripetuto all’infinito degli archi del ponte sulla Senna e le apparizioni delle “belle di notte” nei portici oscuri. Così accanto a Veduta notturna su Parigi da Notre-Dame del 1934 sono Torre Eiffel (1932) e Montmartre (1932) molto suggestive nei loro giochi di ombre e penombre, di chiaroscuri creati dal riflesso delle luci ad incontrare le zone d’ombra o le nebbie della sera.
Passione e desiderio fanno da sfondo alle atmosfere sensuali delle Folies Bergères come in Al Bistrot (1932), mentre solarità e energia unite a divertimento si avvertono nelle realtà circensi dove viene riscoperta la bellezza dei corpi umani e la virtuosità degli sforzi fisici, a mettere insieme la bestia e l’uomo, il senso dell’equilibrio e il gusto per il mistero.
Il fascino della Parigi di giorno è catturato attraverso una visione del tutto personale dei sopracitati giardini del Luxembourg, come particolare è il modo di proporre una sedia abbandonata, le figure semplici di piccoli artigiani, il gelataio, il venditore di palloncini, il fotografo ambulante e il giardiniere che raccoglie le foglie. E ancora i pescatori, lungo gli argini della Senna, gli innamorati sull’altalena, i senza tetto e poi i passanti davanti ai negozi dei Grands Boulevards, la folla elegante di rue de Rivoli, i carbonai a Bercy.
Documentando le specificità di ogni quartiere da quelli eleganti e lussuosi a quelli più modesti e umili, le sue fotografie restituiscono lo spirito parigino tra vizi e virtù, abbandono e solitudine. Immagini semplici e dense di spessore emotivo con cui Brassaï ha riscritto la poesia di questa città. Egli diceva di essere “alla ricerca della poesia della nebbia che trasforma le cose, della poesia della notte che trasforma la città, della poesia del tempo che trasforma gli esseri…”. Profondamente amata, Parigi ha continuato a destare in lui stupore e meraviglia attraverso gli occhi e il cuore.
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Brassaï pour l’amour de Paris
Palazzo Ducale
Fondazione per la Cultura
Piazza Matteotti 9 – 16123 Genova
Orario: da martedì a domenica 11-19 (biglietteria 11-18)
Lunedì chiuso
Fino al 24 gennaio 2016
Oggi più che mai la bellezza e la pace salveranno il mondo.