Davide Rondoni, “E se brucia anche il cielo”

 

E_se_brucia_anche_il_cieloNota di Rita Pacilio

Ogni grande eroe lascia intravedere molto di se stesso attraverso la storia che ha determinato il suo tempo. Il fascino misterioso dei segreti, delle debolezze o smarrimenti, a volte tirato fino allo stremo, ispira molti scrittori. Compito dell’autore, che sposa i reali accadimenti e dirige la propria visione sul punto definibile capace di toccare tutto, anche l’immaginato/immaginario, è dare un volto all’identità del personaggio evidenziandone caratteri o spiritualità, impotenza, amori o estro. Fondamentale è fissare nelle parole anche le essenze che sfuggono alla memoria e nutrirle di resurrezione catartica dall’eventuale esistenzialismo tetro, ironico o tenero, bruciante intorno alla figura dell’eroe. Le implicazioni e i sodalizi che avvengono tra autore e personaggio, infatti, mirano a far avverare, cioè a rendere presente, con possibilità infinite, la realtà o le realtà del passato grazie all’estensione del genere letterario. ‘E se brucia anche il cielo. Il romanzo di Francesco Baracca. L’amore, la guerra’ di Davide Rondoni – Frassinelli, 2015, è un valido esempio letterario di romanzo storico.

L’autore vive la sua contemporaneità convinto che il tempo dato di ogni epoca può condizionare migliorando il modus operandi del presente, sia a livello sociale, che a livello etico/valoriale. Ecco perché Rondoni, romanzando intorno alla vita dell’aviatore Baracca (1888 – 1918), a cui sono dedicate strade e piazze italiane, ci descrive alcuni fatti della prima guerra mondiale e dell’appena nata aviazione nel nostro Paese, per farci scontrare frontalmente con una cronologia scandita da sospensioni aeree e sguardi dall’alto o verso l’alto. Solamente guardando dall’alto si possono frantumare e sezionare dal vivo le forme del passato e le condizioni contemporanee del mondo sortendo l’effetto meraviglioso di poter osservare eventi ed emozioni in numerosissime particelle reali che altrimenti, irrimediabilmente, si sperderebbero nella storia nascosta dell’umanità. Quindi vedere per ricordare, amare con letizia, osservare per mettere a fuoco il reale: questi, in sintesi, sono i concetti fondamentali della filosofia poetica dell’autore. Elaborare la memoria rivivendola in forma allegorica o con slancio verso il futuro fa scadere la retorica, stravolge e rovescia la presenza dello stesso tempo storico. La narrazione romanzata rende molto fascinosa la lettura: seguire le emozioni del personaggio, gli intrighi, le passioni, i risvolti amorosi fa percepire i fatti dolorosi e incattiviti della guerra come più umani, quasi accettabili. Così attraverso l’immaginazione e l’invenzione letteraria è visibile il circuito esistente dei sottomessi e dei conquistatori, dei soprusi e degli atti gentili e nobili (come il congratularsi con il nemico dopo una mitragliata vincente).

____

Davide Rondoni
Nato a Forlì nel 1964, ha pubblicato vari volumi di poesia, tra cui “Il bar del tempo” (Guanda, 1999), “Avrebbe amato chiunque” (Guanda, 2003), “Apocalisse amore” (Mondadori, 2008). Suoi scritti in versi e in prosa dedicati a opere e artisti sono raccolti in “Nell’arte, vivendo” (Marietti, 2012).
Tra i saggi si ricordano “Non una vita soltanto” (Marietti, 2002), “Il fuoco della poesia” (Rizzoli, 2008), “Per lei. E per tutti. Appunti su Dante. E sull’amore” (Edizioni della Meridiana, 2010), “Contro la letteratura. Poeti e scrittori. Una strage quotidiana a scuola” (Il Saggiatore, 2010).
Traduttore di Baudelaire, Rimbaud e Péguy, e autore di una versione poetica dei Salmi. Cura la collana “I libri della speranza” per Rizzoli e progetti tv di poesia. In prosa ha pubblicato “gesù. Un racconto sempre nuovo” (Piemme, 2013), “Hermann” (Rizzoli, 2010), e una raccolta di racconti “I santi scemi” (Guaraldi, 1997).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *