Bernardo Pacini, “La drammatica evoluzione”

bernardo_paciniNOTA DELL’AUTORE – POKÉDEX

“La drammatica evoluzione” (Oèdipus 2016) è un libretto composto da trenta poesie, scritte secondo gli stilemi di alcune forme tradizionali come l’epigramma, il limerick, il dispetto in ottava e il mottetto. L’espediente tematico è il mondo fantastico dei Pokémon, i noti mostriciattoli dei cartoni animati e videogiochi giapponesi, qui chiamati a comporre una vera e propria micromitologia che si muove nella direzione dell’autobiografia poetica, tramite un processo di mimesis con loro: in questo modo, ho voluto affrontare lo strappo tra la fine dell’infanzia e ciò che è venuto dopo. Così facendo, forse, me ne sono liberato.

La lettura di questo libro non richiede la conoscenza del mondo Pokémon, per quanto possa avere una sua ovvia utilità se si volesse approfondire i livelli di scrittura. In sintesi, i Pokémon sono creature più o meno rare, di vario Tipo (acqua, fuoco, elettro, erba, e molti altri), ognuno con le proprie caratteristiche specifiche. Vivono allo stato brado e possono essere catturati tramite le sfere Poké (qui le forme metriche) dagli esseri umani, che ne diventano gli allenatori e li fanno combattere per passione, per sport, o per guadagnare qualche soldo. Lottando tra loro, i Pokémon accumulano Esperienza finché non subiscono un’Evoluzione, diventando più forti e cambiando i propri connotati. Ad ogni modo, chi avrà tempo e voglia di approfondire, potrà consultare il sito http://wiki.pokemoncentral.it/Poképédia, ma troverà comunque a fianco di alcune di queste poesie, nell’elaborazione grafica di Riccardo Bargellini e Manuela Sagona, un ritratto dei Pokémon in questione.

TRE POESIE DAL LIBRO

HAUNTER

Scriveva bene, Haunter, con grazia sepolcrale.
Racconto di Natale, Amleto, Poe & Bram Stoker,
letture un po’ datate, ma un buon apprendistato.
Talvolta era riuscito, scrivendo paginate
a prendere una forma: consistere incarnato.

Non spettro di se stesso, non madido riflesso.

Ma tutto quel talento, vuoi colpa del mercato
vuoi il tempo ahimè sprecato, rimase vivo a stento.
Mancò forse un maestro, un riconoscimento.
Sprecò il suo genio, Haunter, di fine narratore:
di un arido scrittore fu semplice ghost writer.

L’abisso che era scrivere se lo sentiva addosso.

* * *


LICKITUNG

«Per fare il cunnillinguo ci vuole abilità»
arguiva Lickitùng, prostrato, sfatto e pingue.
La sua erotomania, guardandola in realtà
era fragilità in splendida agonia.

«Qualcuno me lo ha detto: amare non è un morbo.
Io cerco solo un letto che sia definitivo…»
Voleva che al suo corpo bastasse di esser vivo.

***

EEVEE

Se lo sente nella peluria, Evee,
lo strazio dei destini alternativi.
Acqua, fuoco, non sa:
forse elettricità.
Anche una vita a caso, ma che arrivi.

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Bernardo Pacini (1987) è un poeta fiorentino. Dopo la plaquette autoprodotta Miracolo di cemento, ha pubblicato Cos’è il rosso (Edizioni della Meridiana, Firenze 2013 – premio Sertoli Salis, premio Antica Badia di San Savino, secondo premio Libero de Libero, premio Beppe Manfredi), la plaquette senza/con (in La consolazione della poesia, Ianieri Edizioni, Pescara 2015), e il libro d’arte Perfavore rimanete nell’ombra (Origini Edizioni, Livorno 2015). Nel corso del 2016 esce il terzo libro, La drammatica evoluzione (Oèdipus, Salerno 2016). Collabora con la rivista online “Quid Culturae” e con altre riviste cartacee e sul web.

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