Sauro Damiani, “Nodi”

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La coscienza della frammentazione del mondo è uno dei tratti caratteristici della sensibilità moderna. È da qui che bisogna partire per articolare un discorso che sia comprensibile all’uomo di oggi. Ma non possiamo fermarci qui. Nodi è la visione, o – se si vuole – l’annuncio e la profezia di un futuro in cui le “sparse membra” della realtà, individuale, storica e cosmica, trovino un ordine e un centro: un futuro che germina già nell’oggi. Perciò in Nodi vengono strettamente intrecciati scienza e filosofia (e teologia), Oriente e Occidente, presente e passato, mito e storia, umano e non umano, poesia e prosa ecc. La figura fondamentale del libro è quella di Enea, che fugge da Troia in fiamme portando sulle spalle il padre (per questo ho tradotto liberamente il noto episodio dell’Eneide). È un richiamo all’assunzione di responsabilità nei confronti dei più deboli, tema oggi di drammatica attualità. Ma la responsabilità non esaurisce l’umano. L’uomo ha anche bisogno vitale di bellezza. Ecco dunque annodarsi al tema della responsabilità quelli della festa, del riso, della danza, della comunione intorno alla tavola, su cui brillano pane e vino. Alla varietà dei temi corrisponde in Nodi la varietà dei metri, che tuttavia si coagulano intorno ad alcune strutture fondamentali. Sullo sfondo narrativo di base assumono rilievo le poesie più strettamente liriche, in modo da configurare un paesaggio poetico che cerca di dare conto della inesauribile varietà e ricchezza del reale, nel suo splendore e nelle sue tenebre.


Le poesie inedite cercano di fornire, insieme alla scelta di quelle edite, un quadro, seppure parziale, dell’opera a cui sto lavorando da alcuni anni. Responsabilità nei confronti di tutte le creature in un mondo che in nome del profitto sta devastando la terra; danza (seppure nel vuoto, in un orizzonte orientale); pasto sacro (la “sangria” di “Vacanze italiane” è un richiamo al sangue di Cristo); amore per la donna, che assume colorature cosmiche; rapporto coi giovani (mia nipote) e dunque col futuro in fieri; evocazioni della scienza (la “città di Galileo”, cioè Pisa, la mia città), e della filosofia (il Fedro di Platone); fiaba e sogno: sono alcuni dei principali temi che percorrono la mia opera. Vi manca, fra gli altri, il fondamentale tema storico. Rimando l’amante di poesia, che provi interesse per una più ampia conoscenza, alla lettura di Nodi.

ESTRATTI
Da “Nodi”, di Sauro Damiani, AtiEditore, 2014 (18,00 euro)

INVITO ALLA DANZA

Tradisco il Tao per essergli più fedele.
Mi dedico allo studio, aggiungendo
ogni giorno di più, per la gioia
di togliere ogni giorno di più.

Così congiungo in un cerchio perfetto
estrema ricchezza e indigenza estrema.

Ho tutto.
Lascio tutto.

Danzo nel vuoto.

IL PRELUDIO SPEZZATO

Mia nipote se ne è andata, l’iPod
in una mano
il cellulare nell’altra.

A tormentarmi
non è la sua partenza ma il sapere
che i miei capelli bianchi nessuna
traccia hanno lasciato in lei, mentre
io, che l’ho tatuata nel sangue, ardo
ogni giorno di più
di spingermi nel suo mondo esplosivo,
non importa
se per ferirmi o morire.

Sulla superstrada un’ambulanza corre a sirene spiegate.

Lascio a mezzo un Preludio
del “Clavicembalo ben temperato”.

Piango.

VACANZE ITALIANE

Non siamo seduti all’ombra dell’agnocasto,
né certo io sono Socrate; ma all’amico
che – incredibile! – mi chiede qual è
la mia “piccola filosofia di vita”, rispondo
che cerco di essere bello. Bello dentro.

È il pomeriggio asfissiante di ferragosto.
Siamo nell’ombra e nel fresco di una stanza,
il ventilatore che ci accarezza, due vecchi,
perché solo i vecchi, oggi, non sono al mare,
solo i vecchi discorrono di filosofia e di vita.

Il suo sogno – mi dice – era di farsi monaco.
La stanza, infatti, somiglia a una cella, solo
che siamo in due, e parliamo, e i bicchieri
di sangria, pressoché vuoti, quasi sembra
occhieggino in silenzio la bottiglia vicina.

Squilla il telefono. È la moglie. Dalla sua bella
vistosa villa sulla Côté d’Azur, lo chiama
per chiedergli della salute. “Ça va?” “Oui, oui”.
Lei sta abbronzandosi sulla spiaggia. Lui torna
pensieroso. Vorrebbe sospirare, e sorride.

Siamo dovuti venire a patti con la vita.
Di quel che sognavamo, cosa abbiamo stretto? Ma
nessun rimpianto nelle nostre parole. Lasciamo
che il mondo si pasca di sabbia, e nell’ombra
della non-cella e dell’assente agnocasto

socrateggiamo sereni, sulle labbra
la prelibata sangria.

L’ALBERO D’ORO

L’estate di San Martino è più viva
nel Giardino Botanico, oltre il muro
di fronte all’ospedale, da cui, splendido,
carico di zecchini d’oro, si dirama
l’albero che mi rapisce, Pinocchio
che anche oggi ha marinato la scuola.

A che sono serviti, amico, i tesori
di scienza della città di Galileo? Nell’autunno
dell’estate la tua foglia è caduta.

Forti radici, l’albero affonda nel campo
miracoloso del cielo, mentre il sole,
laggiù, si sta spogliando per la notte
nella profondità del mare
– ma in alto è l’oro
in cui ieri sei caduto, gli zecchini
di un tesoro a cui tendo le mani, Pinocchio
che ha frequentato tutte le scuole
e che anche oggi ha marinato la scuola.

BRINDISI NOTTURNO

Ero solo. Ma il cielo
risplendeva di stelle. Bellissime.
Non so come,
ho allungato la mano e ne ho preso una,
quella che più mi attirava,
e l’ho portata in casa.
Ho spento la luce:
la stella bastava a illuminare tutto.
Ero tanto incantato dalla sua bellezza
che non le ho chiesto neppure il nome.
Lei
mi fissava e sorrideva
come se ci conoscessimo da sempre.
Le ho offerto un bicchiere di vino.
Gradiva.
Abbiamo guardato un po’ di tivù
poi ce la siamo spassata
per tutta la notte.

All’alba
la stella mi ha lasciato, doveva proprio.

Quando sarò di nuovo solo?

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Sauro Damiani è nato nel 1941 a Cascina, in provincia di Pisa, dove tuttora risiede. Ha insegnato nelle scuole elementari. Ha pubblicato per le edizioni La Torre Costeggiando la luce (1987); per Moretti&Vitali Canto dell’amore assente (2006); per Bandecchi&Vivaldi Senza titolo (2009). Ha inoltre tradotto, per Medusa, il De brevitate vitae di Seneca. È stato fra i fondatori di Soglie, quadrimestrale di poesia e critica letteraria. È redattore della rivista, dove ha scritto saggi su molti dei più significativi poeti italiani degli ultimi decenni.

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