Jürg Halter, “Temiamo la fine della musica”

Jurg_HalterNota di Chiara De Luca

Oltre che poeta, Jürg Halter è anche paroliere, rapper e performer, ha scritto e pubblicato opere a quattro mani e lavorato con numerosi artisti. La musica, il gesto performativo, la contaminazione artistica ed espressiva e la capacità di ascolto dell’altro che la produzione artistica sinergica comportano entrano prepotentemente in ciascuna delle sue poesie, lasciandovi evidenti tracce a livello stilistico e formale. La poesia di Halter è infatti sempre studiata e calibrata con precisione in ogni suo singolo aspetto: dal ritmo – asciutto e regolare, scandito e deciso – alle scelte lessicali, sempre accorte e pertinenti. La lingua dei suoi versi sembra avere sempre come sottostante presupposto la recitazione orale. Essa cerca infatti di conseguire la massima comunicatività possibile, evitando l’eccessiva letterarietà e l’astrazione, servendosi di parole quotidiane e di uso comune, facendo talvolta il verso alla poesia stessa in quanto proiezione narcisistica di sé.

colibriHalter attinge la sua ispirazione da circostanze quotidiane e situazioni condivise: un viaggio in metro, un bicchiere al bar, un risveglio stentato, le macerie di un abbandono o gli indizi di un ritorno, la nostalgia dell’infanzia e l’incertezza del futuro, una passeggiata senza meta, che finisce per dirigersi verso l’interno di sé, o un tempo indeterminato trascorso a guardare il soffitto, un nostalgico ricordo d’infanzia, o uno scontro con la realtà distorta dell’universo virtuale, un dialogo immaginario con Kurt Cobain, o un dialogo reale con qualche fantasma del passato, incontrato per caso in un presente improbabile in cui non trova più posto. Qua e là tra i versi trapela l’amore, con i suoi drammi, che vengono però spogliati dal pathos e ridimensionati dalla capacità di Halter di non prendersi mai troppo sul serio, né come poeta, né come individuo, evitando ogni posa poetica e wertheriana.

Cruciale appare per Halter il lavoro sulla lingua, su ogni singola parola, presa singolarmente e disposta con cura nel suo complesso insieme di relazioni e risonanze. Nel suo comporre, Halter ricerca l’equilibrio e l’essenzialità, per far vibrare tutte le corde del discorso, isolandone il senso in brevi scorci visivi, di grande concretezza, che si stagliano nitidi sul foglio, facendo spesso emergere a sorpresa un’immagine inaspettata, una riflessione inattesa, un improvviso cambio di prospettiva che induce a riflettere ben oltre il punto finale.

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Erdwissenschaften

Sie versinkt in ihrem Sitz
wie ein Stein im Wasser;
geht unter wie eine
zu leise gestellte Frage.
Alles ist ein Sinken
zum Erdmittelpunkt und
zurück in Millionen
von Jahren und …
in allen Religionen gibt es
eigentlich nur einen Gott,
den der Schwerkraft.
Oder weshalb werfen sich
Gläubige auf den Boden
anstatt in die Luft zu springen?

*

Scienze geologiche

Lei s’immerge sul posto
come una pietra nell’acqua;
sprofonda come una
troppo flebile domanda.
Tutto è inabissamento
al centro della terra e
ritorno in milioni
di anni e…
in tutte le religioni c’è
di fatto un Dio soltanto,
quello della gravità.
Altrimenti perché si getterebbero
a terra i fedeli
invece di spiccare il volo?

*

Die göttliche Musik

Seine Hände liegen auf der Klaviatur.
Welches Jahr schreiben wir und wozu?

Er spielt mit geschlossenen Augen.
Wir heben die Köpfe und lauschen nach

Tönen, die wir nicht hören können;
fürchten immerzu das Ende der Musik.

 

*

 

La musica divina

Ha le mani distese sulla tastiera.

Quale anno scriviamo e perché?


Ha gli occhi chiusi mentre suona.

Alziamo la testa e tendiamo l’orecchio

a note che non riusciamo a sentire;

continuiamo a temere la fine della musica.

 

*

 

Mein Beitrag zum Weltkulturerbe

Ich wünsche diesem Gedicht Millionen von Lesern
in allen möglichen Sprachen.
Ich wünsche, dass dieses Gedicht fortgeschrieben wird
bis in die fernste Zukunft;
mindestens so lange, wie es die Menschen gibt,
soll dieses Gedicht hier rezitiert werden.
Ich denke, dies nicht zu erhoffen
ist kaum weniger vermessen als ein Gedicht
überhaupt zu veröffentlichen.

*

Il mio contributo all’Eredità Culturale Globale

Auguro a questa poesia milioni di lettori
in tutte le possibili lingue.
Mi auguro che questa poesia sia proseguita
fino al più remoto futuro;
almeno finché esisterà l’umanità,
questa poesia qui dovrà essere recitata.
Penso che non augurarselo non sia
poi meno presuntuoso del fatto
stesso di pubblicare una poesia.

*

Es gibt kein Schweigen

Das schlimmste Verbrechen an einem Menschen
durch einen anderen ist vorstellbar.

Es nicht sagen zu können ist immer noch besser
als darüber zu schweigen – finster leuchtend.

Es gibt viele Wörter, doch niemand kann uns
nicht Betroffenen erzählen, wie es wirklich war.

Ein Moment ist im Moment Geschichte.
Das schon Gesagte ist das noch Sprechende.

*

Non esiste silenzio

 

Il peggior crimine contro un uomo
da parte di un altro è immaginabile.

Non poterlo dire è pur sempre meglio
che tacerlo – sinistramente luminoso.

Ci sono molte parole, ma nessuno può raccontare
a noi non coinvolti, come sia andata davvero.

Un momento è nel momento storia.
Il già detto è quel che parla ancora.

*

Weißes Gedicht

Diese Zeile liest du nicht,
weiß auf weiß geschrieben steht,
dass dieses Gedicht keines ist.
Im ersten Schnee spaziere ich
weiß gekleidet durch ein Land,
das es nicht eigentlich gibt.
Niemand hier, der spricht.
Weiß in weiß vergesse ich –
O, bitte, enttäusch mich bald,
dass ich dir endlich zeigen kann,
wer ich in Wirklichkeit bin.

*

Poesia bianca

Queste righe non le leggi,
bianco su bianco c’è scritto
che questa poesia non lo è.
Nella prima neve passeggio
vestito di bianco in un paese
che in realtà non esiste.
Qui non c’è nessuno che parli.
Bianco nel bianco dimentico –
Oh, per favore, deludimi in fretta,
affinché ti possa infine mostrare
chi sono realmente.

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Jürg Halter, Temiamo la fine della musica, 2016, Edizioni Colibrì, € 12
Introduzione e traduzione di Chiara De Luca

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Questa pubblicazione è stata resa possibile grazie al sostegno di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura

Jürg Halter è nato nel 1980 a Berna, dove vive. È tra i poeti e performer di Spoken Word di lingua tedesca più conosciuti nel suo paese. Con il nome d’arte Kutti MC è conosciuto anche come rapper e paroliere.

Nel 2005 ha pubblicato con Ammann Verlag la sua raccolta poetica d’esordio Ich habe die Welt berührt [Ho sfiorato il mondo], nel 2008 la raccolta poetica Nichts, das mich hält [Nulla che mi tenga].

Nel 2007 ha inciso l’audiolibro di performance Spoken-Word Aber heute ist der Tag an dem ich mehr als sprechen will [Ma oggi è il giorno che voglio fare qualcosa di meglio che parlare] e nel 2010 ha inciso con Traumton Records “la bombe” – Schule der Unruhe [“la bombe” Scuola d’inquietudine], album d’esordio della sua band di Spoken Word.
Nel 2012 ha pubblicato Sprechendes Wasser [Acqua che parla], una suite di poesie scritte a quattro mani con il celebre poeta giapponese Shuntaro Tanikawa, uscito per Secession Verlag für Literatur.
La sua raccolta poetica più recente, Wir fürchten das Ende der Musik [Temiamo la fine della musica], è uscita nel 2014 per Wallstein Verlag. Nel settembre del 2014 ha pubblicato con Edition Patrick Frey il libro d’immagini e poesie Hoffentlich verliebe ich mich nicht in dich [Speriamo che non m’innamoro di te], realizzato a quattro mani con il suo gemello d’arte Huber.

Halter ha pubblicato anche in numerose antologie, riviste, cataloghi d’arte e giornali. Alcune sue poesie sono state tradotte in inglese, giapponese, olandese, francese, italiano, polacco, ceco, russo. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e borse di studio (tra cui LCB-Berlin, il Buchpreis della città di Berna, una borsa di lavoro di Pro Helvetia). Ha partecipato a numerosi festival internazionali in Europa, Russia, Giappone e Africa e negli Stati Uniti e a serie di performance teatrali. Ha lavorato con vari musicisti in tutta Europa e collaborato con numerosi artisti come Stephan Eicher, Sophie Hunger, Marc Smith, Bettina Oberli, Endo Anaconda (Stiller Has), Johannes Gachnang, Julian Sartorius, Tobias Jundt (Bonaparte), Baschi, Robin Adams, Round Table Knights, Fettes Brot, Kuno Lauener (Züri West), Stephanie Glaser, Walter Pfeiffer, Fredy Studer und Tanikawa Shuntaro. Il suo sito internet è: http://www.juerghalter.com/

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