Si legge una volta la raccolta di Fabiano Spessi e si ricava l’impressione di averne scandagliato la profondità; subito dopo la si vuole rileggere e ci si accorge che elementi importanti erano sfuggiti; la si prende in mano per la terza volta e affiorano particolari nuovi. Perché? Perché questi versi nell’apparente cristallinità celano un fiume carsico che risveglia ricordi, esperienze, immagini della Milano contemporanea.
E la città, che può essere considerata contemporaneamente emblema di un mondo globalizzato e luogo in cui vive l’autore, è presente con una concretezza “visiva” con i suoi bar, i supermercati, i kebab, la periferia, i centri commerciali, le vie, le luci, i negozi, il mondo della moda, l’Expo… luoghi sempre riflessi nella mente dei personaggi che di volta in volta contribuiscono a delineare il “mondo interiore” dell’uomo del nostro tempo.
Ne risulta una visione squallida, perché lì infatti, si celebrano i riti della banalizzazione, cui non sfugge l’ambiente dei film e della letteratura, l’immagine della donna, lo stesso sentimento d’amore: tutto si compera, tutto si vende. […]
UN ESTRATTO DAL LIBRO
SELFIE
Vendono
un bilocale
in ottimo stato
a due passi dall’ufficio
in cui hai fatto
un colloquio
che speri
andrà bene.
Se ti assumeranno
lo comprerai
a costo di mangiare
per tutta la vita
pane e cicoria
e di vendere
tutti i gioielli di famiglia
a qualche Compro Oro.
Per ora ti accontenti
di un selfie
davanti alla casa
dei tuoi sogni.
il futuro ti sorride
anche se
ne hai solo un’immagine
sullo smarthphone.