OPERA PRIMA
A cura di Luigia Sorrentino
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Dalla Prefazione di Roberto Deidier
Questo primo libro di Sacha Piersanti racconta: l’avventura del misurarsi con la lingua, una lingua che si dilata oltre il presente, oltre la quotidianità, perché la sua dimensione è quella della Poesia, da qualunque galassia arrivi. Annullando il tempo, o meglio la storia, Piersanti può ampliare i propri confini espressivi, ma pagando comunque un prezzo: quello di aver creato un linguaggio in perenne tensione, sempre affacciato sulla contemplazione di quel cosmo, da cui prima o poi dovrà decidersi a prendere le distanze per abitare infine il proprio cosmo. Per dare alle sue parole una casa. […]
Queste prime poesie che segnano il suo esordio, lasciano intuire che la forzatura di Piersanti saprà orientarsi e far lievitare la sua lingua verso la conquista, o come diceva Calvino la “fondazione di uno stile”, per reinventare un mondo, o quegli spazi di mondo, che per noi possano continuare a parlare, a dare quel senso che solo la poesia può dare.
UN ESTRATTO DAL LIBRO
Ecco
Scrivere poesia è scrivere d’altro.
La sera può dare
più luce del fuoco
se libera e profanata in parola;
ricordare per dimenticare
di averlo fatto.
L’oblio è il modo migliore
– più vitale, vorrei dire –
per fissare la verità,
né realtà né mondo.
In fondo, rivelare vuol dire
coprire di nuovo,
e il manto del cielo che fu
è il-ciò-che-sarà,
che l’è muore
per la troppa bramosia di vita.
Ecco: vorrei solo passare,
incendiarti l’anima.
Vorremmo solo dimenticarci
per dire di esserci conosciuti davvero.
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Sacha Piersanti è nato a Roma il 23 giugno 1993. Questo libro, “Pagine in corpo” (Empiria, 2015), che segna il suo esordio, è stato preceduto dalla pubblicazione di singole poesie in varie antologie, tra cui “Viaggi di Versi“, curata da Elio Pecora (Pagine,2013) e “Antologia di Poesia contemporanea” (Fondazione Mario Luzi,2015).