Nella foto Simone Carella e Allen Ginsberg
Di Paolo Petroni
Regista teatrale, autore, performer, classe 1946, Simone Carella pugliese d’origine e romano d’adozione, è scomparso oggi a Roma a 70 anni, dopo una lunga malattia. Una figura sempre alla ricerca del nuovo e della qualità, un irregolare per molti versi, specie agli inizi, quando, dopo il debutto come aiuto regista di Gian Carlo Celli al Dioniso Teatro e dopo le prime esperienze di teatro-militante con il gruppo “gli Uccelli” e gli artisti della galleria “l’Attico”, nel 1971 divenne animatore dello storico Beat 72 di Roma, teatro-cantina punto di riferimento per il teatro sperimentale e simbolo della ricerca culturale della seconda metà del Novecento.
Con la sua intensa attività il Beat 72 ha rinnovato la scena italiana, caratterizzando un’epoca con le sue migliori energie: da Carmelo Bene a De Berardinis-Peragallo e poi i nomi principali della neoavanguardia romana: lì hanno debuttato spettacoli ormai storici come “Le 120 Giornate di Sodoma” di Giuliano Vasilicò o “Pirandello Chi?” di Memè Perlini, seguiti negli anni da Viktor Cavallo alla Gaia Scienza e tanti altri.
Fu una delle figure che animarono le Estati romane promosse da Renato Nicolini, e, tra l’altro, ideatore e organizzatore, con Ulisse Benedetti, Mario Romano e Franco Cordelli, di un vero evento a fine anni Settanta, il Festival Internazionale dei Poeti di Castelporziano, che nel 1979 portò a Roma, o meglio a Ostia, oltre cento poeti, la maggioranza arrivati da fuori, con nomi che andavano da Allen Ginsberg a William Burroughs, da Lawrence Ferlinghetti a LeRoi Jones, da Evgenij Evtuscenko a Josip Brodskij. In anni più recenti aveva dato vita e cercato di rendere un centro teatral-culturale il Teatro Colosseo, sempre attento alla nuova scrittura scenica e di parola.
Lo ricorda oggi, tra gli altri, il Teatro di Roma, per il quale aveva messo in scena “Peppe er Tosto”, spettacolo ispirato ai Sonetti Romaneschi di Gioacchino Belli, una produzione del 2001 che ha debuttato nello spazio esterno del Teatro India, dove si terrà la cerimonia laica di saluto domani, giovedì 29 settembre, dalle ore 11 alle ore 16.
“Uomo gentile e uno dei punti di riferimento di più generazioni teatrali della Capitale – dichiara il direttore del Teatro di Roma Antonio Calbi – con Simone stavamo lavorando a un progetto cui teneva molto: un grande affresco per il foyer del Teatro India, con il quale avrebbe illustrato l’albero genealogico delle diverse fasi e delle differenti poetiche ed estetiche della ricerca teatrale romana, con tanto di nomi, date, ritratti visivi dei protagonisti. Un progetto che ho subito accolto e a breve aspettavamo la maquette e i disegni definitivi. Spero che il lavoro progettuale fosse arrivato a un punto maturo così da poterlo realizzare con una ragione in più: il nostro omaggio a lui e, attraverso di lui, a una parte così significativa della storia del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni”.