Alda Merini, “Furibonda cresce la notte”

 

cop merini - furibonda

Il libro, con l’introduzione di Silvano Trevisani,  raccoglie poesie e lettere inedite di Alda Merini che risalgono agli anni Ottanta, periodo considerato tra i più creativi per la poetessa, in cui il rigore formale si coniuga in piena adesione ad una maturità espressiva già attraversata da esperienze gravi e dolorose, distillate nei componimenti fino a conseguire una significanza universale.

Il carteggio con il medico-poeta Michele Pierri, le poesie a lui dedicate, quelle ai figli di Pierri e agli amici pugliesi, testimoniano un amore che la poetessa milanese vuole con appassionata determinazione che diventi matrimonio.

Così accadrà, e gli anni a Taranto saranno per lei felici, artisticamente e umanamente.

Chiudono il libro nove componimenti in dialetto milanese, unici nell’intera produzione della Merini, ironici e dissacranti, tradotti in italiano da Alberto Casiraghy, eterno sodale di Alda.

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Nota di Silvano Trevisani

“Michele carissimo,
ho ricevuto adesso il tuo espresso nel quale mi chiamo Angelo bellissimo.
Questo epiteto mi ha fatto piangere, in mezzo a tanta gente che mi odia, che mi fa del male che vuole per così dire tagliare le gambe il tuo angelo bellissimo ha scatenato in me tutto il dolore che dentro vi era compresso. […]
La mia per te è stata una bruciante passione che ti debbo dire, è venuta dal tuo linguaggio dal tuo parlare dal tuo continuo ascoltare le mie amarezze le mie delusioni i miei alti e bassi…”.

Queste poche frasi, tratte da una lunga lettera che Alda Merini scrive a Michele Pierri il 18 ottobre 1983, una delle sue tante lettere, può darci un’idea della intensità e altezza di questo rapporto. Eppure si tratta di una lettera amara, che chiarisce definitivamente come i due non si fossero ancora mai “visti” di persona, nella quale Alda rimprovera Michele di non decidersi a sposarla, anche se ormai Ettore (ndr. il marito della poetessa) si è spento da tre mesi. Sei mesi dopo, ad aprile, Michele inviterà Alda a Taranto per una breve visita, e nell’ottobre 1984, viste le insistenze di Alda, che finalmente ha conosciuto di personale Michele e si è resa conto delle sue condizioni (“…spero di avergli aperto un piccolo spiraglio verso la vita, uno di quegli spiragli che necessitano tanto a chi sta per morire”, scrive di ritorno a Milano, nel maggio ’84, in una lettera a uno dei figli di Pierri), i due si sposeranno.

Questa e altre lettere, le poesie e altri materiali inediti, da me raccolti e pubblicati nel volume “Furibonda cresce la notte”, edito nel 2016 dalle Edizioni Manni, fanno luce negli anni straordinari che Alda ha vissuto prima nella prospettiva di quella unione, poi accanto a Michele Pierri, a Taranto: l’incrocio di due destini, di due grandi poeti, ha esaltato la grandezza della poesia.

Sette anni è durato il loro rapporto, dal giorno della prima telefonata, avvenuta nel 1981, fino alla morte di Michele Pierri, nel gennaio 1988, che è inframezzato da un giorno fondamentale, un crocevia: il giorno del loro matrimonio, 6 ottobre 1984. “Questo rapporto, meglio dire: questa storia d’amore, – come scrivo nell’introduzione al volume – non è stata affatto compresa nella sua giusta dimensione, anzi è stata fraintesa, a volte distorta, o quanto meno sottovalutata. Archiviata con sussiego, come un incidente di percorso. Poco più di una fatalità. La lunga indagine storica e documentale che abbiamo condotto su quella storia d’amore ci ha portati a una conclusione, che appare oggi difficilmente confutabile: in realtà tutta la vicenda umana di Alda è stata conosciuta in maniera molto approssimata e le fonti sono consistite, forse solo per comodità, oltre che nella scarna documentazione che compare nell’ormai amplissima pubblicistica che la riguarda, soprattutto nelle “memorie” dettate dalla stessa Alda. Da sue interviste, dalle corrispondenze che aveva, da confidenza, da suoi scritti di natura memorialistica. Ma chi ha conosciuto Alda come il sottoscritto, negli anni della sua permanenza a Taranto, e come alcuni amici che sono stati fondamentali per la sua stessa storia, con i quali ha diviso gli anni di Taranto ma non solo, sa benissimo che le ricostruzioni di Alda sono operazioni “creative”, fondate su impressioni del momento, che danno ai ricordi una luce di volta in volta mutevole, o su spinte emotive”.

Ma le lettere, sue e di suoi autorevoli interlocutore, le sue poesie appassionate, a volte struggenti, persino drammatiche, chiariscono la portata e il significato della grande storia d’amore tra Alda e Michele, durata pochi anni perché pochi anni restavano da vivere al medico poeta tarantino, determinante per il ritorno alla vita della poetessa dei navigli che, come scrive più volte, a Milano, dopo gli anni del manicomio, è ormai isolata e nella città pugliese trova una nuova, accogliente, solare patria.

copertina-Pierri-Merini

I materiali contenuti in “Furibonda Cresce la notte”  hanno nutrito la ricostruzione che avevo condotto nel libro “Michele Pierri e Alda Merini: cronaca di un amore sconosciuto”, pubblicato con le edizioni Edit@, che chiarisce un capitolo fondamentale e ignorato dalle biografie ufficiali, ponendo l’accento soprattutto sulla storia d’amore fra i due poeti, diversi per età e per storia personale, ma identici per la ricchezza d’ispirazione e per l’amore per la poesia.

1 pensiero su “Alda Merini, “Furibonda cresce la notte”

  1. Sono innamorata di questa grande poeta, tra le frasi più belle ho trovato questa:
    “Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso. Spesso ci riempiono la vita di insegnamenti. A volte ci fanno volare in alto, altre ci schiantano a terra insegnandoci il dolore… donandoci tutto, portandosi via il tutto, lasciandoci niente…” (Da http://www.sapevatelo.org )

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