E’ in uscita il quarto numero dell’ Almanacco dei Poeti e della Poesia Contemporanea n. 4 (Raffaelli Editore, 2016).
Il numero è suddiviso in n. 5 QUADERNI: il n. 1, sulla nuova poesia in Spagna è a cura di Giovanni Darconza, con Traduzioni di Emilio Coco ; poi c’è il QUADERNO n. 2, quello dei lavori; segue il QUADERNO n.3 delle segnalazioni (a cura di Walter Raffaelli, Gianfranco Lauretano e Francesco Napoli); mentre il QUADERNO n.4, a cura di Maria Cristina Biggio, fotografa la poesia in Sardegna. L’Almanacco si chiude con il QUADERNO n. 5 sulla poesia intercontinentale, Africa: Senegal a cura di Niccolò Moscatelli.
In questo numero si segnala l’uscita nel QUADERNO n. 2, quello dei lavori, fra gli altri, testi sul poeta francese, Yves Bonnefoy, su Valentino Zeichen, (con scritti di Giuseppe Conte, Claudio Damiani e Gabriella Sica), Emily Grosholz a cura di Sara Amadori, Vicente Huidobro, Monumento al mare, a cura di Walter Raffaelli – traduzione di Gianni Darconza, Yusef Komunyakaa, Dien Cai Dau , a cura di Giovanni Darconza, Mario Bojórquez, Memorial de Ayotziapa , a cura di Walter Raffaelli.
Come probabilmente i lettori del blog sanno, chi è interessato all’Almanacco può acquistarne un copia prenotandolo a un prezzo molto conveniente sul sito della casa editrice: www.raffaellieditore.com.
“Dicono che la poesia al suo culmine
magnifica il Tutto in fuga”
(Eugenio Montale)
Prefazione di Gianfranco Lauretano e Francesco Napoli
“Siamo ancor di più e più fermamente convinti che sia ancora possibile credere nella poesia e nella sua capacità interpretativa dell’Essere e del mondo”, abbiamo affermato un anno fa presentando il primo numero dell’Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea. Cresciuto nell’entusiasmo della passione, nostra e dell’editore, ci ripresentiamo pertanto dopo aver ricevuto incoraggiamenti e suggerimenti, critiche e osservazioni dal pubblico della poesia, e non solo da quello, parole e scritti delle quali abbiamo fatto tesoro, che ci hanno aiutato a tener duro e a conservare uguale entusiasmo e determinazione.
Abbiamo quindi mantenuto lo sguardo prevalentemente proteso verso quanto accade oltre i nostri confini poetici con 27 protagonisti stranieri e 9 italiani. L’orizzonte internazionale, la particolarità e la specificità di linguaggi e le musicalità più disparate, la pluralità delle direzioni restano le matrici più profonde del nostro Almanacco, una filigrana sempre sottesa però al confronto tra patrimoni poetici distanti: era così nelle prime intenzioni dell’Almanacco e lo è tuttora.
La necessità poi di individuare gli elementi della ricerca che si sta svolgendo attorno a noi, in aree vicine o lontane che siano, e recuperare dal passato voci ancora cariche di un futuro critico o espressivo (qui Mandel’štam), sono altre possibili linee di orientamento che ancora instradano il cammino nell’universo della poesia.
A nostro parere in tutto il mondo la poesia sta attivamente svolgendo un profondo e sistematico lavoro sulla lingua e, di conseguenza, sulla cultura e sull’immaginario collettivo; apparentemente incerta tra la difficoltà nel continuare a recuperare dal basso apporti ancora significativi – territorio troppo inquinato da un linguaggio sciatto e scimmiottante media e web – e forse nell’impossibilità a dettare l’uso, come avveniva fino a non molti decenni fa, della lingua.