In Messico poeti come Eduardo Lizalde possono vincere 250 mila dollari grazie al Premio Internazionale Carlos Fuentes per la creazione letteraria in lingua spagnola.
La giuria, composta dallo scrittore nicaraguense Sergio Ramirez, dallo spagnolo Juan Luis Cebrian e dai messicani Jaime Labastida, Roger Bartra e Vicente Quirarte, ha definito Lizalde “il più grande poeta del Messico.” Lizalde, 87 anni, è il terzo scrittore a vincere il prestigioso riconoscimento per la pubblicazione dell’opera La tigre in casa (1970). Al momento della premiazione e cioè quando riceverà una scultura disegnata dall’artista spagnolo Vicente Rojo e i 250 mila dollari, l’autore dovrà pronunciare un discorso di accettazione del premio diventando automaticamente membro della giuria della successiva edizione che si terrà nel 2018.
Il Premio Letterario Internazionale Carlos Fuentes 2016 per la creazione letteraria in lingua spagnola – assegnato ogni due anni – ha premiato per la prima volta nel 2012 lo scrttore ispano-peruviano Mario Vargas Llosa e nel 2014 il nicaraguense Sergio Ramirez. E’ stato istituito dal governo messicano per onorare la memoria dello scrittore Carlos Fuentes ed è un “riconoscimento offerto ad autori che con la loro opera letteraria hanno stimolato la fantasia e il senso critico del lettore.”
“In Italia non esiste un riconoscimento analogo – ha commentato l’editore Walter Raffaelli – non esiste cioè un premio che elargisca al vincitore, e, in questo caso a un poeta, una così cospicua somma in danaro. In Sudamerica invece c’è, perché c’è chi crede che la poesia (e l’arte in generale) abbia molto di più che un senso, e che compia persino un’importante funzione sociale. In tutto il Paese – ha spiegato l’editore – il poeta è molto considerato, soprattutto dalla gente comune che corre ad ascoltarlo nelle occasioni di incontro. In Italia dove tutto accade in piccoli cenacoli pieni di invidie e rancori, è quasi incomprensibile il Premio Fuentes. Forse sarebbe il caso di scendere dal trono e verificare, in un contesto più ampio, il valore effettivo degli autori che proponiamo. Io come editore ho iniziato già da diversi anni, da quando ho capito che non si può più parlare di poesia di un luogo… La poesia è poesia o non lo è, a prescindere dalla lingua con cui si svela o dalla parte del mondo in cui sgorga.”
UNA POESIA DI EDUARDO LIZALDE
E la paura è una cosa grande come l’odio.
La paura fa esistere la tarantola,
la rende cosa degna di rispetto,
l’abbellisce nella sua disgrazia,
rade i suoi orrori.
Che ne sarebbe della tarantola, poverina,
fiore zoologico e triste,
se non potesse essere quel tremendo
fornitore di paura,
quel pugno tagliato
di una scimmia nera che impazzisce d’amore.
La tarantola, oh Bécquer,
che vive innamorata
di una tesa magnolia.
Dicono che a volte uccide,
che scarica le sue ire su conigli addormentati.
È vero,
però morde e scarica le sue tinture interne
contro un altro,
perché non riesce a mordere le proprie membra,
e gli sembra che il corpo che passa,
quello che amerebbe se lo sapesse,
è il suo.
*
Y el miedo es una cosa grande como el odio.
El miedo hace existir a la tarántula,
la vuelve cosa digna de respeto,
la embellece en su desgracia,
rasura sus horrores.
Qué sería de la tarántula, pobre,
flor zoológica y triste,
si no pudiera ser ese tremendo
surtidor de miedo,
ese puño cortado
de un simio negro que enloquece de amor.
La tarántula, oh Bécquer,
que vive enamorada
de una tensa magnolia.
Dicen que mata a veces,
que descarga sus iras en conejos dormidos.
Es cierto,
pero muerde y descarga sus tinturas internas
contra otro,
porque no alcanza a morder sus propios miembros,
y le parece que el cuerpo del que pasa,
el que amaría si lo supiera,
es el suyo.