Dalla Pefazione di Maurizio Cucchi
In questo nuovo libro di Carlo Valtorta, assistiamo a un susseguirsi, a volte pacato, a volte quasi vorticoso, di impressioni, di sottili interpretazioni di un reale prevalentemente opaco (a tratti livido), eppure carico di senso.
Il nostro poeta viaggia, perlustra territori diversi, esplora un nord che è quello della sua Brianza, dei laghi e delle prealpi lombarde, ma anche quello, ben più estremo e forse avventuroso, della Scandinavia, delle “ricche capitali del merluzzo”, dove gli appaiono “le forme entusiasmanti della neve”. Valtorta conserva comunque una gentilezza di tratto, anche di fronte al “soffio plumbeo delle cose”, nel raccontare situazioni quanto mai prosaiche, di cui il suo occhio va costantemente a caccia. Lo fa con sensibile attenzione al dato minimo, alla minuzia del reale. Il suo andare è quello delle “estati in bicicletta”, delle gite locali, dell'”esotismo / delle domeniche in Brianza”, in una condizione di ricercata normalità che sfiora la bizzarria di un anticonformismo senz’ombra alcuna di equivoco ideologico, o rimanendo colpito da “l’ambigua meraviglia del reale”, dove si trovano anche turisti “americani che assaggiano / il riso col persico”.
ESTRATTI
Vengono fuori tinte polverose,
mano a mano reperti da una scena
poco illuminata, con un profilo
luttuoso di cornacchie lungo il tetto
dell’ultima stazione di servizio.
C’è qualcosa, nella desolazione
di queste brume appena attraversate,
che restituisce un po’ di meraviglia,
e quasi si accende, come la stoffa
cremisi di quei divani sul ciglio
della nuova statale trentasei.
**
Ma se sfiori il granoturco li senti
guaire i gruppi di randagi in agguato
sotto la mole scura del traliccio:
basta un nonnulla per farli scattare,
come le difese e gli allarmi
dei villeggianti armati fino ai denti.
E anche i nostri semplici spostamenti,
per raggiungere a piedi o in bici
dal tuo paese il mio e viceversa,
sono diventati, a pensarci,
da quei piccoli viaggi che erano,
vere e proprie avventure in luoghi ostili,
traversate senza salvacondotto.
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E’ verso le tre, come sempre:
quando ostinatamente si riparte,
quasi dalla trama di un sogno,
e a piccoli strappi si staccano
dall’unico binario tronco
gli assurdi carrelli che ci trasportano;
quando accanitamente
ricomincia a discutere del viaggio
la gente, e qualcuno si lascia
attraversare, si affeziona al brivido
domestico di un vento
che muove appena l’ombra del fogliame
sui villini disabitati…
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Carlo Valtorta è nato a Carate Brianza nel 1959. Vive e lavora a Beana Brianza. Ha pubblicato la sua prima raccolta nel 2003, La luna di Greco (Stampa – Brunello – Varese). Suoi testi sono presenti nell’ “Almanacco dell Specchio”, Mondadori, Milano, 2005.