Giovanni Sato, “La solitudine del cielo”

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    Giovanni Sato

    In questa raccolta poetica, i versi ricostruiscono la storia involontaria, l’unica vera Storia in cui ogni singolo individuo (con i suoi affetti e le sue ossessioni, i suoi slanci e le sue ricadute, i suoi sogni e i suoi nodi irrisolti) possa e voglia riconoscersi e che è Storia anche di ogni paesaggio che attraversa la strada degli uomini, cioè di ciascuna parte della natura. Di questa realtà Sato è un cantore mosso da un’inquietudine nervosa che lo spinge appunto a cercare senza riposo le ragioni dell’autenticità. Il tutto espresso, con particolare leggerezza e fluidità, in una lingua reinterpretata con intonazioni personali che danno al verso la misura di un racconto.

  • ESTRATTIE il tempo di traverso si piegaE il tempo di traverso si piega
    e sviene fra le lacune
    d’acque che dormono
    fra le foglie.Oltre tutto il moto
    ora si ferma,
    contemplando i viaggi da lontano.
    Senz’ombra
    un dettato di nuvole osservail faro che pulsa ai naviganti.**E’ qui la nostra anima
    che abbiamo lasciato
    incustodita nel culto del corpo
    il nostro Dio che amiamo più
    di noi stessi e di tutte le cose
    che sono in cielo e in terra.Ha trovato nell’acqua rovescia
    il posto giusto
    per mostrarsi a chi non vede
    e mentre i corpi si susseguono sempre più belli
    lei aspetta che le orme del sole
    mostrino l’ombra e la luce i battiti del cuore, quando batte;
    come cerchi nell’acqua
    passeggera.**Sento l’esistere un fardello,
    il vuoto forse è miglior
    cosa che forzare i piani
    e salire oltre le voci
    che tendono a sbiadire.
    Così perfetta è la via
    a chi rimane al centro
    non ha speranze d’altro
    e mai deve sviare
    che per pena avrebbe il male.
    Non quel male che l’inferno brama
    ma di non essere nel giro
    che toglie luce al cuore.
    Pur d’avere colme le reti.**

    Se tu nuvola mi accompagni
    e il tuo bianco è una curva
    che da sopra mi avvolge,
    non temerò alcun male
    dai passaggi veloci della vita.

    Lì fra i tuoi disegni
    le dissoluzioni sono gocce
    e altro non chiedi se non di cadere
    e a chi ti ama doni gli occhi
    per vedere il mondo
    un piccolo granello.

    Tienimi allora con te
    non temo le terre e le vie polverose
    e sarò felice di vivere
    anche solo un giorno fra le tue braccia.

    **

    Se caro è lo sguardo non visto
    da una parola scritta il poi
    quando si vedranno
    gli occhi uno sull’altro
    e le mani senza toccarsi
    ma solo sfiorandosi
    nelle altezze del cuore.

    E lì
    spolverando dalle età
    i sensi incistati
    in promesse dissolte,
    verranno raggi l’un l’altro
    e bianchi con le ali schiuse

    angeli.

     

  •  giovanni_satoGiovanni Sato è nato nel 1958 a Padova dove vive. E’ oculista specializzato nella riabilitazione visiva dell’ipovisione al Centro Oculistico San Paolo di Padova. Fa parte del gruppo letterario Formica Nera ed è socio della Società Dante Alighieri. In poesia ha pubblicato: Intonazioni ,  Panda Edizioni, 1995; Vibrazioni di luce, Panda Edizioni collana Il canzoniere, 2010; Il realismo della luce,  CLEUP collana Poesia, 2010; Percezioni, CLEUP collana Poesia, 2011; Canzoni nel mezzo dell’amore, Panda Edizioni, 2012; La trasparenza dell’ombra, CLEUP collana Poesia, 2013; Geografia interiore, edizioni Biblioteca dei Leoni, collana Poesie, 2014; La solitudine del cielo, edizioni Biblioteca dei Leoni, collana Poesie, 2015.

 

 

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