Dalla Postfazione di Giancarlo Pontiggia
Libro in parte antologico, in parte costituito di poesie nuove (nell’ultima sezione) Terra del desiderio, (Collana di Poesia Contemporanea in formato E-Books, Nomos Edizioni, 2016, euro 3,99) si pone al crecevia tra il libro di ricapitolazione della propria esperienza – poetica e umana – e l’opera nuova ancora in fieri, ma già impostata nei suoi fondamenti. Non tutti, pochi a dire il vero, potrebbero permettersi un’operazione di tal genere a poco più di quarant’anni, ma Daniele Piccini ha già alle sue spalle cinque raccolte poetiche e un repertorio saggistico di tale ampiezza (edizioni critiche di poeti trecenteschi, interventi militanti sulla letteratura contemporanea, riflessioni teoriche sulla poesia), da poter disegnare un libro in cui tensione esistenziale e complessità del pensiero poetante si saldano senza incertezze.
ESTRATTI
Il mistero del cosmo senza fine
è negli occhi del gatto che fu vivo,
dilavato dal tempo e già fiorito
una stagione sola: ora ci guarda
da immagini precise e luminose,
come se fosse ancora accarezzabile,
mentre il tempo si fa come cometa
indicandoci il punto della sosta.
“Dorme” – dice la bambina – “lei dorme,
ma quando si sveglierà avrà fame” –
e io non voglio più spiegarle nulla,
né consolarla: veramente dorme,
dorme soltanto e aspetta.
**
Ovunque segni di un mondo alla fine,
fuochi oscuri che bruciano le cose.
Fuori di qui è notte, notte grande
e le anime in cerchio si ripetono
la forma della vita non torna:
tendi la mano per toccare il vuoto,
il confine vicino oltre cui brilla
la stella che significa l’annuncio.
Fine del molto amato, fine nostra,
fine della pazienza e dell’attesa,
fine del tempo in corsa che ci accora.
Fine del verbo come puro pane,
fine delle parabole sapienti,
fine dove si forma un suo disegno.
**
Oh se almeno nei sogni lei si facesse incontro,
ma non si può: il creato
è desiderio che si sparge invano.
Vero è che appare spesso di tra i volt del tempo,
prende la foggia una delle
più ingenue o delle più sventate
che ci offrono la loro primavera,
ma come suscitate, così il vento le turbina
e spariscono agli occhi: non al cuore
che per mancanza tremola, vien meno.
Devi desiderare, finché avrà fine il fuoco
e potrai, nella cuna, riposare.
Daniele Piccini è nato a Città di Castello (Perugia) nel 1972. Vive per lo più a Sansepolcro e insegna Filologia della letteratura italiana all’Università per Stranieri di Perugia. Ha pubblicato i libri di poesia Terra dei voti (Crocetti, Milano 2003), Canzoniere scritto solo per amore (Jaca Book, Milano 2005), Altra stagione (Aragno, Torino 2006) e Inizio fine (Crocetti, Milano 2013). Nel 2013 è stata pubblicata anche l’antologia bilingue A breath in creation. Selected Poems, translated and edited by Irene Marchegiani, Introduction by Giuseppe Gazzola (Gradiva Publications, New York). Per la parte critica e saggistica si possono ricordare l’antologia La poesia italiana dal 1960 a oggi (BUR Rizzoli, Milano 2005) e il volume di saggi Letteratura come desiderio (Moretti & Vitali, Bergamo 2008). Di prossima uscita è la sua nuova raccolta organica di poesia, Regni, prevista per il 2017.