Roberto Alperoli: “La poesia purifica la lingua, la salva”

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Roberto Alperoli

INTERVISTA di Guido Monti

Incontro Roberto Alperoli ideatore e direttore artistico di Poesia Festival Terre dei Castelli, uno degli eventi più riusciti per qualità e progettualità culturale che si tiene da dodici anni nel territorio emiliano. Ci sediamo in una trattoria di Modena molto nota vicino al teatro Storchi. La canicola del sole settembrino ci riporta in pieno agosto. I suoi occhi in attesa di domande, hanno quella vividezza e curiosità propria di quei bimbi al culmine della fanciullezza. Roberto nel tuo libro,“Il cielo di oggi”, di qualche hanno fa, in una poesia molto toccante dal titolo “La madre”, dici : “E’ tanto tempo/che non mi manchi più,/che non mi chiami; /eppure sei stata tu // la mano del mio principio, l’assunto abbagliante/del mio dolore; //…”. Ecco allora potrei girarti questa poesia in forma di domanda.

Come è maturata in te la decisione di creare questo festival nel 2005 assieme ai compagni del primo momento Alberto Bertoni e Paola Nava? Forse appunto perché la poesia la sentivi come mano del tuo principio e volevi però anche tenacemente mostrarla ad una comunità più ampia? Avevi intuito che questo territorio potesse avere in sé quel terreno di coltura per la crescita della pianta poetica?

Ho un lungo rapporto con la poesia, che fa parte della mia vita da sempre, direi. La leggo, la scrivo, la seguo nella sua dimensione pubblica. Il suo valore, la sua importanza – anche terapeutica – la sperimento (l’ho sperimentata) su di me, sulle persone che conosco. Anche sul valore pubblico, civile, etico della poesia rifletto da tempo. Soprattutto oggi che la lingua è stata colpita al cuore, che il linguaggio è un lungo, ininterrotto boato di frasi fatte, inerti, di parole caricaturali, senz’anima. La nostra è un’epoca di monotonia espressiva, spettacolare e rumorosa. La lingua è gridata nelle trasmissioni televisive, mortificata dalla pochezza della politica, massificata e banalizzata dal web, orfana dei comportamenti e dei modelli che, un tempo, ne sapevano custodire la vocazione civile. Il linguaggio della politica, poi, ne ha enfatizzato l’impotenza. Il dolore della lingua è proprio la sua inespressività. E nel frastuono e nell’impoverimento delle parole siamo tutti più poveri. Ecco, salvare la lingua, il bene pubblico della lingua, significa allora salvare noi stessi, le nostre emozioni e i nostri pensieri, che solo il linguaggio rende comprensibili e comunicabili. Ed è qui il valore della poesia, che si oppone a questo collasso perché è un ingrediente attivo del linguaggio, uno spazio per la propria identità. Purifica la lingua, rimette al mondo l’innocenza delle parole. Si oppone alla miseria individuale e alla miseria pubblica. Continua a leggere

“Periferie”, un libro che nasce dal crowdfunding

ilariaINTERVISTA A ILARIA BOFFA
DI LUIGIA SORRENTINO

Il suo libro di poesie “Periferie” nasce da una campagna di crowdfunding, cioè da una nuova forma di sostegno della pubblicazione. Qual è il valore di questa campagna, che senso ha per un autore?

A partire da gennaio 2016, Samuele Editore di Alessandro Canzian ha deciso di sperimentare  il crowdfunding, cui ho aderito con grande entusiasmo. Attraverso questo sistema (l’Editore si appoggia alla piattaforma Eppela.com), un progetto, un libro viene promosso online, se ne racconta in breve la storia, si descrive l’autore, si presentano alcune poesie ed infine si invitano i potenziali partecipanti ad effettuare dei pre-ordini che serviranno a supportare la realizzazione dell’opera. Continua a leggere

Fabiano Alborghetti

Fabiano Alborghetti Credits/Alain Intraina

Fabiano Alborghetti Credits/Alain Intraina

Si sentì come un tuono e fu in tutte le valli

Il sette d’agosto del settantotto
accadde il diluvio:
pioveva a dirotto
che mai tanta pioggia fu vista così
ma chi immaginava un tale disastro?
Si disse l’odore del fiume diverso, il rumore
dei sassi cozzare coi sassi
e l’acqua, la pioggia
poi la luce mancata, poi il rombo dovunque
si sentì come un tuono e fu in tutte le valli
Mesolcina Onsernone e Blenio e Calanca
Centovalli e Verzasca come anche la Maggia:
nella pioggia infinita
crollate le valli
i fiumi esondati trascinare detriti
e tronchi e pietrame, le strade sommerse
e i ponti divelti, smottamenti e valanghe
le frane spianare le case, le cose
e talvolta un muggito
di animali nel fango strascinar verso valle
a morir di terrore con gli occhi sbarrati.

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L’urlo dei colori sopra il bianco

COVERdi Evelina Miteva

Somiglia più all’urlo di un animale (Italic, 2014) di Alessio Alessandrini è una poesia del dolore, del mondo che duole dentro di noi, pesante e bello e che non riusciamo più a sopportare. Leggere questa poesia è come camminare sui percorsi del proprio inconscio, rosso e buio, avvolto in un assordante silenzio. L’autore ci costringe a tornare nella terra che abbiamo abbandonato anni fa – la terra dove le cose coincidono con se stessi – quella terra che, purtroppo, abbiamo sostituito con delle mezze verità. E questo ritorno forzato verso quello che c’era e non c’è più, fa male, fa male leggerlo ma fa anche venire la voglia di ritrovare la propria terra perduta.

Alessandrini organizza il suo libro in diversi cicli, tre dei quali principali, sottodivisi in varie entità tematiche. Il primo ciclo, “Meteorologie”, oscilla tra la meteorologia esterna e quella emotiva, e in entrambi casi quello che prevale è l’inverno e la solitudine desolata della neve: Continua a leggere

Alessandro Grippa, “Opera in terra”

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Alessandro Grippa

di Tommaso Di Dio

Entrare in un esordio significa avvertirne dapprima l’atmosfera; respirare, libro fra le mani, quel gelo che percorse la colonna vertebrale di chi lo scrisse e ripercorrere il tremito di chi vide quei segni, cui affidava tutto, miracolosamente pubblicati, editi, restituiti in forma tangibile. L’esordio è un atto ambiguo, contro il pudore: lo si desidera e subito ci si vergogna. Quei versi sono stati compagni di ere geologiche di noi e ora sulla pagina ci sembrano così poco, così tremendamente incapaci di essere all’altezza del compito cui erano destinati. Eppure l’opera c’è, ormai nuda, in qualche modo agibile, percorribile. Niente come un primo libro di poesia sembra dirci qualcosa su cosa sia la poesia. Continua a leggere

Cinquanta foglie. Tanka giapponesi e italiani in dialogo

Tavola di Hirose

Tavola di Satoshi Hirose

Il tanka è una forma lirica giapponese molto antica, addirittura precedente il celebre haiku di tre versi; il suo ruolo-chiave nella storia della poesia nipponica comincia nell’ottavo secolo d.C. (allora si chiamava waka) e si protrae fino ai nostri giorni. La struttura metrica del tanka è di cinque versi privi di rime e così divisi: quinario / settenario / quinario / settenario / settenario. Nel periodo classico della storia giapponese, l’epoca Heian, il tanka era spesso usato come veicolo di messaggi amorosi o di scambi di pensieri tra amici: a un tanka inviato, spesso scritto su un biglietto speciale, appoggiato a un ventaglio o legato a un ramo fiorito, rispondeva un tanka di ritorno.

Ispirandosi a quell’antico cerimoniale Paolo Lagazzi ha scelto venticinque tanka giapponesi recenti e li ha proposti in traduzione italiana, uno per ciascuno, a venticinque poeti italiani invitandoli a rispondere con un loro tanka. A loro volta i tanka italiani sono stati tradotti in giapponese, in modo che tutti i testi possano essere letti sia in Giappone che in Italia. Continua a leggere

Considerazioni su “Olimpia”

Luigia Sorrentino, Credits/Angelo Nitti

Luigia Sorrentino, Credits/Angelo Nitti

di Alessio Alessandrini

Olimpia, la  raccolta di versi di Luigia Sorrentino  (Interlinea, 2013 ;  Recours au pòeme éditeurs,  2015 traduzione in francese di Angèle Paoli) invita il lettore a inoltrarsi in un viaggio lirico quanto più lontano dalle ricerche poetiche del contemporaneo.  Essa, infatti, immerge in una trama lirica dove l’oggettuale e il fenomenico, il materico sembrano latenti se non del tutto negati.

Ci si sente subito avvolti in una dimensione altra, in un paesaggio – quello mediterraneo degli ulivi e del biancore,  degli afrori abbacinanti e della macchia oscura  – di contrafforti, fitto di misticismo e sacralità.

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Katherine Larson, vince il premio del Festival internazionale di poesia civile di Vercelli

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Katherine Larson, sarà per la prima volta in Italia (mercoledì 23 novembre alle 16,30 a Milano in Università Cattolica, premio festival internazionale di poesia civile di Vercelli) la giovane biologa molecolare che è la rivelazione della poesia negli Stati Uniti. Interlinea la traduce per la prima volta in Le parole più mute a cura di Pietro Federico (pp. pp. 128, euro 12).

DALLA QUARTA DI COPERTINA

«Una volta credevo che la scienza si occupasse / solo di certezza. Più tardi ne ho riconosciuto il mistero» scrive Katherine Larson, biologa molecolare e rivelazione della poesia americana, qui per la prima volta in italiano. «Nel mio laboratorio le cellule immortali / di un tumore si dividono e dividono… / niente è sublime o lo è ogni cosa»: Continua a leggere

La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma diventa anche un Museo

spazio900Giornate internazionali di studio
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Mercoledì 16 e Giovedì 17 Novembre 2016

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Le Biblioteche anche come Musei: dal Rinascimento ad oggi

Negli ultimi decenni, grazie ad una mirata politica d’incremento dei suoi fondi, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ha sempre più assunto la connotazione di archivio di raccolte degli autori contemporanei: è nata da qui l’idea di realizzare un vero e proprio museo della letteratura del Novecento, l’area espositiva permanente Spazi900, ideata e progettata dal Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Andrea De Pasquale, inaugurata il 10 febbraio 2015 alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini. Continua a leggere

Colloquio con Domenico Cipriano

ciprianola terra che trema / riempie memoria

di Antonietta Gnerre

Lo scorso anno è uscita negli Stati Uniti (con traduzione in lingua inglese), November, la raccolta di poesie di Domenico Cipriano edita nel 2010 in Italia per Transeuropa edizioni. Barbara Carle, docente dell’Università di Sacramento in California, ha curato questa plaquette per Gradiva Pubblication di New York, nella collana “Poesia italiana in inglese” a cura di Luigi Fontanella. Le poesie contenute sono ispirate al tragico terremoto del 1980 in Irpinia. Continua a leggere

Vivian Lamarque con “Madre d’inverno” vince il Premio Metauro 2016

vivianlamarqueIl Premio Letterario Metauro nasce nel 1994 ed è giunto quest’anno alla XXIII edizione. Attraverso la qualificata giuria tecnica individua tre significativi libri di poesia contemporanea, pubblicati in Italia nel biennio che precede l’edizione corrente. È sostenuto e promosso dall’Unione Montana Alto e Medio Metauro, Provincia di Pesaro e Urbino, Regione Marche, Presidenza del Consiglio Regionale, Biblioteca Comunale di Urbania dove ha sede la segreteria. Il presidente del premio è il poeta marchigiano Umberto Piersanti. Continua a leggere

Lorenzo Chiuchiù

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Lorenzo Chiuchiù è nato a Perugia, dove risiede, nel 1973. Ha pubblicato studi su Hoffmann, Hölderlin, Baudelaire e Char in «Estetica» (Il Melangolo) e «Davar» (Diabasis), e un saggio in Sergio Quinzio, il messia povero (Diabasis, 2004). Continua a leggere

Il poeta messicano Eduardo Lizalde è il vincitore del Premio Carlos Fuentes 2016

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In Messico poeti come Eduardo Lizalde possono vincere 250 mila dollari grazie al Premio Internazionale Carlos Fuentes per la creazione letteraria in lingua spagnola.

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Wallace Stevens, “The house was quiet and the world was calm”

Wallace Stevens

Wallace Stevens

Nota di Marco Marangoni

The House was quiet and the world was calm.

La poesia appartiene alla raccolta del 1946 , “ Transport to Summer”. Il tema della raccolta porta a pensare a un moto di trasposizione, per metafora, verso…la pienezza della Realtà-Estate. Dopo il conflitto della seconda guerra mondiale -ma non solo: il tempo posteriore di una ricucitura appartiene comunque alla poetica stevensiana: “ like weather after it has cleared” scrive in Artficial populations di Opus posthumous, 1957 – la quiete viene raggiunta per il “trans-port” specifico. Qui Stevens riscrive il topos del ritorno, individuando la quiete, come dimensione pro-dotta dal fingere poetico: che si pensa comunque non arbitrario, ma aderente ad una necessità onto-cosmo-logica. Continua a leggere

Nadia Murad, irachena-yazida fuggita dalle torture dell’Isis è la “Donna dell’anno”

TITOLO: AOSTA, LE FINALISTE DEL PREMIO INTERNAZIONALE LA DONNA DELL?ANNO 2016, + nome che c?è nella foto.Il Premio internazionale ‘Donna dell’Anno’ è stato assegnato a Nadia Murad Basee Taha, irachena di origini yazide fuggita dalle torture dell’Isis e ora impegnata contro i genocidi. A lei sono andati i 25 mila euro che dovranno essere destinati alle attività che hanno determinato la candidatura.

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Filippo Strumia, “Marciapiede con vista”

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Dalla quarta di copertina

La prima poesia della nuova raccolta di Strumia è una precisa dichiarazione d’intenti: «Flesso appena in un inchino | si congeda dai lampioni | anche l’ultimo passante. | E là dove non siamo | la parola cede al sasso, | il luogo torna ciò che è». L’intento di Strumia è proprio quello di raccontare quel sasso quando l’uomo non lo guarda piú, quando le categorie umane per percepirlo si sono dissolte. È un paradosso, perché ovviamente – Kant insegna – la realtà che possiamo descrivere è conformata alle nostre categorie di pensiero, ma alla poesia si chiede proprio, attraverso paradossi e metafore, di operare qualche miracolo, se no a che cosa serve? E dunque i versi di Strumia si aggirano nelle varie sezioni come in uno scenario homeless (Cartacce, Gatti, Panchine…). Una vista rasoterra, piú bassa di una testa umana, per immaginare una realtà diversa, forse piú vera. Strettamente intrecciato a questo percorso e incredibilmente non in contraddizione con esso, il libro è anche un resoconto esistenziale e si conclude con la sezione Tombini (che evoca tombe) in un dialogo con i propri morti e in diverse immagini di fine corsa. Il tutto versificato in un ritmo incalzante, prevalentemente ottonario, spezzato ogni tanto da un improvviso cambio di metro, da una dissonanza, da un’aritmia, forse da una sincope, un’assenza temporanea, ed è spesso lí, proprio in questa pausa di coscienza, che si concentra lo scavo di Strumia, il suo sguardo alternativo sul mondo. Continua a leggere

Addio a Leonard Cohen

leonard_cohenLa morte di Leonard Cohen, oggi 11 novembre 2016 a 82 anni, ha sorpreso tutti. Il grande cantautore canadese di “Like a Bird on the Wire” ha fatto da colonna sonora alla malinconia e alle speranze di intere generazioni: “C’è un tripudio di luce in ogni parola, non importa quali abbiate ascoltato, quelle sante o quelle spezzate“, ha twittato il premier canadese Justin Trudeau citando “Halleluja” la canzone forse più famosa di Cohen. Molti i tributi, da Nick Cave, a Mark Knoplfer, a Slash. Per Elton John “se ne è andato un gigante. Insostituibile“. Continua a leggere

Guido Gozzano “Tutte le poesie”

Guido Gozzano accanto alla madre nel giardino di Villa Meleto (Archivi Alinari)

Guido Gozzano accanto alla madre nel giardino di Villa Meleto (Archivi Alinari)

E’ nelle librerie italiane dal 31 ottobre Guido Gozzano Tutte le poesie, a cura di Andrea Rocca, con un saggio di Marziano Guglielmetti (Mondadori 2016). Continua a leggere

Pietro Spataro

pietro_spataroLa mano di mio padre

Non lo ricordo il taglio delle dita
la corsa in ospedale, l’amputazione
ma forse se cerco in ogni piega
rivedo la fasciatura ancora sporca
del sangue rubato da una sega
Ho vissuto con il padre menomato
che scherzava sull’arida lesione
toccava quei tronchi nella mano
lasciati sul lavoro come pegno
per un piccolo salario disumano
Vedi perché se guardo chi lavora
non mi appassiona la facile teoria
indici, tassi, scale e pure il quanto
l’operaio è carne viva spesso ferita
difenderlo è un valore sacrosanto
prima di un nome scritto al camposanto Continua a leggere

Enzo Lamartora, “La dimensione della perdita”

copertina-jpgNota di Enzo Lamartora

Come tutte le cose umane – le emozioni, i valori, le relazioni – anche la poesia è soggetta al tempo, alle stagioni, nel senso che cambia di forma e di sostanza.
Da giovani si è naturalmente portati a pensare che l’arte, ma anche l’amore e l’amicizia, debbano essere dei moti spontanei, debba tradurre emozioni spontanee. Poi il tempo, l’esperienza e la perdita fanno il loro lavoro di scalpello. L’emozione e l’arte diventano il frutto di una disciplina di vita.
Oggi io credo che la poesia debba essere fondamentalmente una riproduzione fotografica della realtà, cioè che debba presentare ogni volta un pezzo umanità così com’è. Penso alle foto di guerra di J. Natchwey, alle foto parigine di A. Kertesz, a quelle di Scianna o Depardon.

Un poeta non deve inventare nulla.

La creazione artistica, svincolata dalla realtà, è puro esercizio di fantasia. Può essere anche “bella”, ma rischia di finire nell’album dell’estetica, e non avere alcuna capacità di presa e trasformazione umana e sociale.

Allo stesso modo, la poesia dev’essere comprensibile. Continua a leggere

Davide Rondoni, “La natura del bastardo”

davide-rondoni_Un vero e proprio formidabile accendersi, e poi riaccendersi, di frammenti vitali, in un coacervo di esperienze, di impressioni forti e contraddittorie, di amore vario eppure ininterrotto, in un rapporto costante e diretto con il reale, nella contemporaneità, che non lascia tregua al lettore. Davide Rondoni tocca con questo libro il punto di più persuasiva tensione nella sua ricerca poetica, che si propone come fortemente innovativa pur senza programmarsi come tale. Innovativa perché riesce a cogliere, dalla dimensione anche apparentemente banale dell’esistere e dalla normalità del linguaggio piano della comunicazione, gli strumenti e gli spunti per una riflessione implicita continua sulla dimensione umana, non senza i felici effetti di improvvisi stacchi verticali. Rondoni ci offre dunque i suoi viaggi nella quotidianità del molteplice manifestarsi dell’amore, con la capacità di attraversare il buio dell’esperienza e delle cose e di farle trionfare in una sorta di imprevista luce. La luce che squarcia l’opacità apparente dell’esistere. Continua a leggere

La poesia scritta in 140 caratteri

ritratti-di-poesiaRitratti di poesia, manifestazione promossa dalla Fondazione Roma e organizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo in collaborazione con InventaEventi S.r.l., indice la 4a edizione del concorso di poesiaRITRATTI DI POESIA.140” 2016-2017.

Il concorso, a partecipazione gratuita, vuole essere un incontro tra la poesia e la modalità di comunicazione richiesta da Twitter.

Sono previste due sezioni:

– la prima dedicata ai testi non superiori a 140 caratteri in lingua italiana;

– la seconda dedicata ai testi non superiori a 140 caratteri in lingua straniera di cittadini europei di nazioni diverse dall’Italia, che potranno inviare nella loro lingua (e con traduzione in lingua inglese) i loro testi. Continua a leggere

Poeti e Poesia contemporanea

almanacco_coverE’ in uscita il quarto numero dell’ Almanacco dei Poeti e della Poesia Contemporanea n. 4 (Raffaelli Editore, 2016).

Il numero è suddiviso in n. 5 QUADERNI: il n. 1, sulla nuova poesia in Spagna è a cura di Giovanni Darconza, con Traduzioni di Emilio Coco ; poi c’è il QUADERNO n. 2, quello dei lavori; segue il QUADERNO n.3 delle segnalazioni (a cura di Walter Raffaelli, Gianfranco Lauretano e Francesco Napoli); mentre il QUADERNO n.4, a cura di Maria Cristina Biggio, fotografa la poesia in Sardegna. L’Almanacco si chiude con il QUADERNO n. 5  sulla poesia intercontinentale, Africa: Senegal a cura di  Niccolò Moscatelli.
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La poesia e la fontana, “Qui è passata l’unghia segreta del mistero”

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Tornano, per il terzo anno a Milano, a partire dal 7 novembre 2016, alle 19.30, gli appuntamenti de La poesia e la fontana, la rassegna di poesia al Teatro Sala Fontana curata da Davide Rondoni e Laura Piazza.

La fontana che è divenuta teatro, si fa spazio per incontri di poesia, conversazioni, brindisi, scoperte. Un percorso che il poeta e l’attrice affronteranno, accompagnati da un bicchiere di vino, insieme ad alcune delle più interessanti voci della poesia contemporanea. Continua a leggere

Ivano Mugnaini, “Lo specchio di Leonardo”

 

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di Daniele Campanari

Essere come Leonardo significa somigliare a uno specchio, ma non uno di quelli in cui siamo abituati a rifletterci per superbia o esibizionismo: uno specchio identico a un uomo. Ivano Mugnaini lo ha chiamato proprio “Lo specchio di Leonardo” (Eiffel Edizioni, Caserta, 2016) il suo libro e, senza inganni programmati, fa sapere che il protagonista è tale e quale al pittore. Da Vinci – proprio lui, il famoso uomo che ha dipinto l’altrettanto nota Gioconda – prende però soltanto una parte della scena; l’altra, quella che resta, è affidata a un alter ego: un personaggio che Leonardo “sfrutta” per stare da solo e scoprire i sentimenti pur senza togliere tempo alla vita, oppure per portare a termine i suoi scopi. Quali? Continua a leggere

François Rannou

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(a Marsiglia…)

Questa donna i cui
occhi soli
sono visibili pone il
fiume contro la sua
tempia per
la prima volta

queste parole ripetute
nella sua memoria « la
lussureggianza del giardino
del Sicomoro e della sorgente
all’ingresso di Heliopolis »
appaiono sul
muro

le sue labbra si aprono quando lei
chiude gli occhi le
unghiate del mattino su
di lei tracciano una
griglia per i suoi
sogni già
finiti

François Rannou
(Traduzione di Luigia Sorrentino) Continua a leggere

Leila Slimani, Premio Goncourt 2016

Leila Slimani smiles at the restaurant Chez Drouant after winning the 2016 Goncourt literary prize for her book Chanson Douce (Sweet Song) , in Paris, Thursday Nov. 3, 2016. The Goncourt is France's most prestigious literary prize. (ANSA/AP Photo/Francois Mori) [CopyrightNotice: Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved.]

Leila Slimani smiles at the restaurant Chez Drouant after winning the 2016 Goncourt literary prize for her book Chanson Douce (Sweet Song) , in Paris, Thursday Nov. 3, 2016. The Goncourt is France’s most prestigious literary prize. (ANSA/AP Photo/Francois Mori) [CopyrightNotice: Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved.]

La giovane scrittrice franco-marocchina, Leila Slimani, 35 anni, ha vinto il Goncourt, il più prestigioso premio letterario francese, per il suo ultimo libro Chanson douce (Edizioni Gallimard, 2016). Nel romanzo Leila Slimani racconta l’assassinio di due bambini da parte della loro balia. Continua a leggere

“L’ostinazione del soggetto”, Seminario dell’Accademia delle tecniche conversazionali

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Pierrette Lavanchy

Nota di Pierrette Lavanchy

Avrà luogo sabato 12 novembre 2016 a Milano, Palazzo Cusani (ingresso da via del Carmine, 8) il Seminario dell’Accademia delle tecniche conversazionali, dal titolo “L’ostinazione del soggetto”. Continua a leggere

Emily Dickinson & Sacha Piersanti

sacha_piersantiNota di Sacha Piersanti

I testi di Emily Dickinson e da me tradotti sono tratti dal libro Emily Dickinson, Poesie, Milano, Garzanti, 2002, a cura di Sonia Giorgi, con un’Introduzione di Paola Zaccaria e una nota di Marisa Bulgheroni.

Ogni espressione umana che voglia dirsi artistica deve necessariamente fondarsi sulla consapevolezza che “forma” e “contenuto” sono due facce, sì, di una stessa medaglia, ma còlta al volo nel momento di massima rotazione: l’una è nell’altro, l’altro è nell’una – scissione vera non è data. E, se questo è vero per ogni scrittore, per ogni poeta, per la poesia di Emily Dickinson lo è ancora di più. Il traduttore dovrà allora tenerne conto, e fare di tutto perché la “forma” e il “contenuto” del testo di partenza restino compatti, avvinghiati, anche nel testo d’arrivo: rime, assonanze, allitterazioni, virate d’accento e accelerazioni sillabiche, sono la sostanza di cui si nutrono le pacate, ma potentissime, liriche di Dickinson, sostanza che non può, non deve perdersi nella traduzione.

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In memoria di te, Paolo Aita

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Paolo Aita

Martedì 8 novembre 2016, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, la Casa delle Letterature di Roma renderà omaggio a Paolo Aita, poeta, scrittore, critico d’arte e musicale, elegante studioso e personaggio eclettico, venuto a mancare improvvisamente lo scorso giugno a soli 58 anni. Continua a leggere

Compie quarant’anni “Somiglianze”, di Milo De Angelis

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Milo De Angelis

 

Giovedì 10 novembre 2016, ore 20, Quarant’anni di Somiglianze con Milo De Angelis. Casa della Poesia, Laboratorio Formentini, via Formentini 10, Milano.

La somiglianza

Era
nelle borgate, camminando in fretta
quell’assolutamente
oltre
che dai libri usciva nella storia
radendo le bancarelle, d’estate.
Domanderemo perdono
per avere tentato, nello stadio,
chiedendogli di lanciare un giavellotto
perché ritornasse l’infanzia.
Non si poteva
ma la somiglianza era noi
nell’immagine di un altro, ravvicinato, nel sole
volevamo trattenere il nostro senso
verso lui
in un gesto da rivivere: chi poteva sancire
che tutto fosse al di qua?

Prese la rincorsa, tese il braccio. Continua a leggere

Canto della caducità degli uomini tutti

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di Danilo Mandolini

Ciò che immediatamente sorprende incontrando nella lettura l’ultimo lavoro in versi di Pasquale Di Palmo (Trittico del distacco, prefazione di Giancarlo Pontiggia, postfazione di Maurizio Casagrande, Passigli 2015, € 12,50) è l’assoluta precisione data alla struttura organizzativa dello stesso. Non si tarda infatti a verificare che si è di fronte ad una tripartizione, che diremmo speculare e quindi, in qualche modo, perfetta, in cui la sezione di apertura, Addio a Mirco, consta di nove testi come la sezione di chiusura intitolata I panneggi della pietà, e che la parte centrale dell’opera, Centro Alzheimer, il cuore vero del libro, contiene quindici liriche anticipate e seguite da una poesia (per un totale dunque di due, nell’economia di questa sezione) composta in dialetto veneziano.

Pare altrettanto evidente, poi, addentrandosi in una prima analisi approfondita della silloge, che ad ognuna delle suddette sezioni l’autore attribuisce un registro linguistico ed una tonalità assolutamente coerenti con i vari – si passi l’espressione – soggetti trattati. Continua a leggere