Le ceneri di Zeichen al Verano di Roma

Foto_Zeichen-2Due mesi fa la scomparsa del poeta italiano Valentino Zeichen.

Lunedì 5 settembre 2016, a due mesi dalla scomparsa, le amabili spoglie del poeta nato a Fiume il 24 marzo 1938, saranno tumulate a Roma al Cimitero Monumentale del Verano. Alla cerimonia saranno presenti gli amici, i parenti e la figlia Marta Zeichen. Alle ore 11.30 l’appuntamento è al Nuovo Reparto, Riquadro 67, al terzo piano.

Zeichen riposerà non lontano dallo scrittore Alberto Moravia (1907-1990) (Al Monte, riquadro 23) che definì il poeta fiumano un marziale contemporaneo. Valentino amava profondamente il poeta Giuseppe Ungaretti (1888-1970), anche lui sepolto al Verano (Arciconfraternita, scalinata fronte riquadro 145).

Domenica 11 settembre 2016 a Lerici a Valentino Zeichen verrà assegnato postumo il Premio Internazionale alla carriera che sarà ritirato dalla figlia Marta. Continua a leggere

Gianluca Fùrnari

gianluca_furnariÈ più di questo? Mano nella mano
noi come passatori lungo strade
rifratte in te, la luce che non cade
benché sia notte… – Amore, è tutto vano:

non valgono la messa a fuoco, il piano
di affioramento, il grido per evadere:
qui si va in giro sempre a luci rade,
non si cospira, si respira piano –

poi ero solo… ero dentro una visione
planetaria di me, del temporale…
Dunque, amore, è così che fa la morte –

ero l’uomo proteso sulle porte
del sonno e, insieme, il sogno che lo assale
e annulla in sé qualsiasi ribellione.
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Nadia Agustoni, “Racconto”

copyright photo: Poesia, di Luigia Sorrentino

copyright photo: Poesia, di Luigia Sorrentino

di Luigia Sorrentino

Nadia Agustoni dopo “Lettere della fine” pubblicato nel 2015 con la collana “licenze” Vydia Edizioni, ci consegna un nuovo libro di poesie, “Racconto“, nella collana “i domani” Nino Aragno Editore, curata da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa e Laura Pugno. Con questa raccolta la Agustoni consacra la seconda fase della sua produzione poetica inaugurata proprio con le “Lettere“, opera seconda classificata al Premio Poesia Città di Fiumicino 2016. Continua a leggere

 Il cabaret selvaggio del “Tropique Noir” 

TROPIQUE NOIR 1Sabato 3 settembre, il “Tropique Noir”, gruppo di artisti e performers di varie nazionalità, presenta “Circo Maniaco”, Festival d’azione multiartistica, a cura di Emanuele Poeta. Un “cabaret selvaggio” all’insegna dell’improvvisazione teatrale tra letture sonore e danza gestuale.

Il collettivo è composto da artisti di varie nazionalità con base a Parigi, nel quartiere Belleville da cui prende e si porta dietro tutto il fascino bohémien, intratterrà con la sua singolare ‘azione poetica’ che mescola insieme improvvisazione teatrale, letture sonore, danza gestuale, pittura in movimento, fotografia, video e live music, con l’intento di creare una miscellanea espressiva.

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Wlodek Goldkorn, “Il bambino nella neve”

il_bambino_neveCos’è la memoria? Cos’è il passato? Cosa resta delle vite e delle morti di chi abbiamo amato, di chi ci ha preceduto? Riflessioni universali, che diventano lancinanti quando si applicano al passato di un ebreo, polacco e comunista, cresciuto nel dopoguerra in una patria che l’ha poi rinnegato. Continua a leggere

Vivian Lamarque, “Madre d’inverno”

vivian_madredi Fabrizio Fantoni

Madre d’inverno” è stato considerato da più parti, il grande ritorno alla poesia di Vivian Lamarque. Sul punto non si può essere pienamente d’accordo, dal momento che anche la raccolta “Poesie per un gatto” (del 2007) ricopre un posto non secondario nella produzione poetica dell’autrice che non va disconosciuto.
Ma, al di là di tali considerazioni, non c’è dubbio che “Madre d’inverno” sia un’opera importante, un vero risultato, che conferma Vivian Lamarque come una delle voci più rilevanti della poesia contemporanea. Continua a leggere

Marco Marangoni

marco_marangonida: “ La passione degli anni

 
Al confine … c’è un “farsi spazio”, una luce che brilla, che si apre dentro la forma delle cose, come di un semplice vaso. E’ un’imminenza silenziosa, suggerita, che traspare; come un’altra forma del vaso, oltre la forma visibile del vaso; è un’immanenza materiale, eppure data così … in modo “in-formale”. Non so se il taglio nella tela di Fontana dica questo, o anche questo. Ma sento che l’immagine mi è vicina. Oltre il quadro, la cornice e l’oggetto dis-posto allo sguardo. Sento che c’è “più spazio” e vorrei farmi intimo, alle cose, con un taglio.

 

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Francesco Iannone, “Pietra lavica”

IannoneNota di Rita Pacilio

Pietra Lavica di Francesco Iannone, opera venuta alle stampe per i tipi editoriali di Aragno, 2016 -risultato vincitore del Premio Letterario Subiaco città del libro, poesia – ha il pregio di avere uno sguardo semplice e chiaro sul mondo. Ogni poesia tende a mantenere aperta la domanda esplicita e implicita che sottende ipotesi e risposte alla presenza della Luce a priori. Luce che è fiammeggiante vitalità, creatività, sentimento, labirinto dell’intelligenza che mai si arrende alla malinconia, alla negazione e all’orrore. Anzi, l’approdo è nella direzione della circolarità pacificata in cui risplende il percorso dell’esistenza per niente sbeccato o consumato dalle brutture, ma tormentosamente misericordioso, così come nel pensiero di Piero Bigongiari. Le sezioni Da questa solitudine dei corpi, Qualcosa sorge, sono poli nevralgici che hanno la colata definitiva nella terza sezione Pietra lavica, da cui il titolo dell’intera raccolta poetica. I movimenti emozionali, a volte congegnati stilisticamente in maniera irregolare per metrica e ritmo, conservano il fremito interiore potente e ansante di una sensibilità che sfida l’attuale tortuoso, momento storico. Continua a leggere

Sonia Gentili, Premio Viareggio-Répaci 2016

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Nota di Fabrizio Fantoni

“Viaggio mentre morivo” di Sonia Gentili ( Nino Aragno editore, 2015)  è  un lungo percorso che si snoda  nel solco dell’esperienza umana popolata  da subitanee parvenze che si rimandano da un testo all’altro attraverso un gioco di echi e riprese. È un’opera che appare concepita come un continuum che scorre proponendo una serie di presenze e movimenti,  oscurità e improvvise illuminazioni  che dimostrano la necessità, avvertita dall’autrice, di una meditazione  totale e ininterrotta, dove il testo si pone  come specchio di un fluire  del tutto, di un coesistere degli opposti in una varietà di registri e materiali linguistici. Leggendo il libro si ha l’effetto di compiere un percorso di ampio respiro e di elevata tensione intellettuale che disegna le coordinate  di una metafisica essenziale raggiunta dall’autrice attraverso le figure di un paesaggio atemporale che vive nel persistente presente della creazione artistica.

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Maddalena Lotter

maddalena_lotter2Un ricordo d’infanzia

Abbiamo costruito una casa nella sabbia
e poi l’abbiamo calpestata.
Sulle macerie il capo supremo
decise che era ora di andare
a caccia di meduse, per essiccarle al sole.
Il più piccolo fu costretto
a toccare un tentacolo. Ci piaceva fare
e disfare; non vorrei eccedere
ma eravamo spietati.
Ad ogni buon conto, negli anni
nessuno è rimasto impunito. Continua a leggere

Guido Crainz e Carlo Fusaro, “Aggiornare la Costituzione”

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«La prima parte della Costituzione superava ampiamente gli orizzonti culturali del tempo e proiettava il paese nel futuro: inevitabilmente invece la seconda parte – quella di cui oggi si discute – fu fortemente influenzata dai rischi incombenti, dalle incognite e dalle paure di allora. Tutto questo si aggiungeva all’esperienza ancora bruciante del fascismo. Di qui l’impostazione che poi prevalse, al termine di un percorso accidentato e non lineare».

Guido Crainz

«Non siamo a un cambiamento della Costituzione, a una sua trasformazione in qualcosa di diverso, tanto meno – come pure i critici più accaniti sostengono – a un suo stravolgimento: siamo di fronte a una incisiva modificazione che punta ad adeguare e ammodernare la sola seconda parte della Costituzione per renderla più funzionale».

Carlo Fusaro Continua a leggere

Tommaso Di Dio

Tommaso_didio_fotoFor we are old
And passion hath died for us a thousand times
But we grew never weary.
Ezra Pound

 

Dentro il giorno. Fare.
Lavorare correre, prosciugare
il vento sulle labbra e berlo, nuovamente
succhiando le nocche delle tue mani
e le pietre che porti nelle orbite
del tuo giovane viso.
Perché abbiamo detto che moriremo
e che saremo vecchi come il vento
le isole, le strade che si gettano
nei garage pieni di motorini e di scatole.
Moriremo perché siamo già vecchi
perché siamo giunti infine
attraverso lungo silenzio e nebbia
e ridere e rabbia al luogo esatto
della nostra età. E questa notte
tu credi che sia già vecchia ma è una bugia
è una bugia è una bugia
è giovane è la prima primordiale notte enorme
della vita; dove cadono stelle
nelle pozze di fuoco e crollano
montagne oceani crateri, sterminando
centinaia di specie d’animali impossibili come sogni
che non sono stati mai
vivi come noi, per un attimo bugiardo
e vero come la pece.

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Raimondo Iemma, “Una formazione musicale”

raimondo_iemmaNota di Nadia Agustoni

Al suo secondo libro di poesie Raimondo Iemma ci porta una ventata di musicalità e libertà di cui troppe volte avvertiamo la mancanza. Con “Una formazione musicale” vincitore del XIX premio internazionale di poesia intitolato a Renato Giorgi, Iemma nato nel 1982, ci propone una raccolta in cui il disagio di persone comuni, con poche chance, non diventa disperazione ma piuttosto una ricerca per trarre tutto il possibile da quello che si vive. Libro politico senza retorica, ma nel senso di chi salva il privato e l’interiorità dal divenire “politica”, contratto, merce; libro sopratutto in cui c’è una ricerca stilistica che fonde musicalità e parlato, con il risultato di una resa poetica di grande freschezza. Continua a leggere

Marco Vitale, “Diversorium”

Vitale4Dalla nota di Giancarlo Pontiggia

Un sentimento di ansiosa precarietà pervade il mondo poetico di Marco Vitale. Oggetti, luoghi, persone sembrano ogni volta sul punto di perdersi, come se la ruggine del tempo potesse intaccarne da un momento all’altro la fragilissima patina. Di ciò che è stato, sopravvivono solo labili indizi – esili giunzioni, fili, lumi, soffi di un tempo remoto – che hanno a volte la consistenza di un sogno, e cui il poeta può opporre solo i fragili, anch’essi, eppure così tenaci, moti del cuore. Ne è spia la sintassi poetica, intessuta di vocativi, inversioni, reduplicazioni intensive, interrogative cariche di pathos («Possibile, nessuno parla, possibile?»), gerundi che sospendono il movimento dei pensieri, quasi a eludere il loro rovinoso volgersi a un esito immancabile, immedicabile. Continua a leggere

Gandolfo Cascio

Gandolfo Cascio, nella foto di Dino Ignani

Gandolfo Cascio, nella foto di Dino Ignani

Conversazione di due vecchi amici

A: Dove andrà quel biondo ragazzetto?
B: Se ne va di certo al baretto.
A: Forse ha voglia d’un cornetto.
B: A me pare tipo da birretta.
B: Guarda, guarda: arriva l’amichetto.
A: Che bel moretto, che bel riccetto.
B: Me lo porterei volentieri a letto.
… Ma quello scappa in bicicletta. Continua a leggere

Alessio Alessandrini, “Somiglia più all’urlo di un animale”

alessio_alessandrini

IN VISITA ALLO STRETTO, APPUNTAMENTO IN MARE APERTO

di Lucilio Santoni

 

Alessio Alessandrini, quasi fosse critico d’arte, sembra operare una descrizione dei graffiti che la vita incide, a volte con sbadata crudeltà a volte con disarmante dolcezza, sul volto e sul corpo degli uomini, dove ognuno si riconosce sia vittima sia colpevole in quella che è la razionalissima eppure assurda “manutenzione del Creato”. Sempre che Creato si possa chiamare l’odierna Zattera della Medusa, dove i naufraghi, pur fra merci e manufatti di ogni tipo, si cibano ancora l’uno dell’altro: il romantico Gericault non avrebbe immaginato epilogo più banale e contemporaneamente più doloroso per l’umanità.

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Pietro Russo, “A questa vertigine”

pietro_russodi Gianluca Furnari

In principio è l’ora 00:00, «l’istante assoluto» (00:00, p. 9). Le cifre tonde che marcano in apertura la raccolta d’esordio di Pietro Russo, Italic, 2016 A questa vertigine, non sono l’alpha né l’omega, piuttosto l’uroboro che abbraccia i due estremi. Siamo di fronte a una poesia che raggiunge la coscienza dopo aver attraversato una quiete ipnotica: i quattro zeri dell’incipit lampeggiano come un ultimatum su schermo bianco, minacciando una lunga epoca di effetto neve.

Ma forse è tutto sotto controllo. Qualche anno fa un’équipe di scienziati tedeschi è riuscita a sospendere il tempo di un fascio di luce, intrappolandolo per alcuni secondi in un cristallo opaco. L’operazione alla quale Russo sembra intento, nel suo laboratorio, non è poi tanto diversa: si tratta di convogliare nel segno linguistico tutte le energie del mondo presente, passato e futuro; inchiodare i movimenti; «tenere tempo e fiato» (Eravamo splendidi, p. 14) per portarsi d’un salto al centro delle cose. Continua a leggere

Edoardo Albinati, “La scuola cattolica”

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Roma, anni Settanta: un quartiere residenziale, una scuola privata. Sembra che nulla di significativo possa accadere, eppure, per ragioni misteriose, in poco tempo quel rifugio di persone rispettabili viene attraversato da una ventata di follia senza precedenti; appena lasciato il liceo, alcuni ex alunni si scoprono autori di uno dei più clamorosi crimini dell’epoca, il Delitto del Circeo. Edoardo Albinati era un loro compagno di scuola e per quarant’anni ha custodito i segreti di quella “mala educacion”. Continua a leggere

Premio Strega Ragazzi e Ragazze

ragazziÈ online il bando della seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, da Strega Alberti Benevento SpA, da Bologna Fiere-Bologna Children’s Book Fair e dal Centro per il libro e la lettura. Due le categorie di concorso: +6, per libri destinati a lettrici e lettori dai 6 ai 10 anni, e +11 , per lettrici e lettori dagli 11 ai 15 anni. Continua a leggere

I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti

ariostodi Silvana Lazzarino

Opera simbolo del Rinascimento italiano L’Orlando Furioso per i suoi contenuti che raccontano di imprese cavalleresche dove si rincorrono amori, amicizia, vendette e incantesimi, e per i luoghi entro cui si svolgono le scene, ha acquistato un valore sempre più figurativo tantoché’ nel corso dei secoli sono stati diversi gli artisti che ad esso si sono ispirati per le loro opere. Continua a leggere

Elda Torres, “Lunario dell’anima e del tempo”

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Poesia lirica e civile si mescolano lungo un percorso emozionale e conoscitivo. Il volume, diviso in tre sezioni, contiene testi scritti dal 1985 al 2009.  Emma Ercoli  nella prefazione commenta l”essenzialità di questa poesia, “esito di un lavoro di ricerca che la scrittrice ha portato avanti negli anni con estremo rigore, interrogandosi sul senso della poesia senza mai cadere in soluzioni autoreferenziali, disancorata dalle mode e dal “gusto”, libera di aprirsi ad una visione olistica dell’arte, a un senso di totalità e di profonda connessione.”

Poesie che ci conducono in viaggio, in un “vagabondare” nel tempo e nello spazio. Un tempo lungo che attraversa più di trenta anni, e si ferma a raccogliere i frammenti e uno spazio che si allarga e si restringe. Continua a leggere

Luciano Luisi, “Tutta l’opera in versi”

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Nino Aragno Editore pubblica nel 2016, TUTTA L’OPERA IN VERSI 1944-2015 di Luciano Luisi.

Dall’Introduzione di Giuseppe Langella

Monumentale riepilogo di un’attività poetica protratta senza interruzioni lungo l’arco di un intero settantennio, il volume è anche un’opera organica e a suo modo originale, sia per la sistemazione tematica dei testi, sia per l’instancabile lavoro di cesello, eseguito perfino sulle bozze. Leggendo le liriche di Luisi, si ha l’impressione di sfogliare il grande album della vita, dove le circostanze biografiche del poeta s’intrecciano con gli episodi salienti della storia, dalle macerie del secondo conflitto mondiale ai recenti, drammatici, esodi di interi popoli, messi in fuga dalla fame e dalle persecuzioni. Continua a leggere

Il Servo Rosso/The Red Servant” Poesie scelte 1979-2002

valesioPaolo Valesio raccoglie in Il Servo Rosso/The Red Servant” Poesie scelte 1979-2002, a cura di Gabriella Sidoli , Prefazione di Piero Sanavìo (Format Punto a Capo, 2016) poesie scelte dalle opere principali della sua quarantennale attività poetica. Si tratta di un libro bilingue in cui le poesie originariamente scritte in italiano sono accompagnate dalle loro versioni in inglese.

Prefazione di Piero Sanavìo

In un’intelligente notazione di poco più di cinquant’anni or sono, Elémire Zolla indicava le difficoltà interpretative dei Vangeli prendendo spunto da una frase di Matteo (5,3) del cui testo greco, normalmente tradotto come «Beati i poveri di spirito», dava diverse, per quanto tutte formalmente legittime, letture. Interessante appariva la versione di Giovanni Crisostomo: «Beati coloro che sono umili non per forzata rassegnazione ma con spirito di elezione». Continua a leggere

“Nella punta là in alto dei Climiti”

elena_salibra_w6001-204x300-2La Fondazione Il fiore ha pubblicato nel 2016 “Nella punta là in alto dei Climiti”, studi su Elena Salibra con Nove poesie inedite.

La poetessa e il critico: la poesia nel suo farsi

di Marco Santagata

Come molti dei presenti in questa sala ho avuto il privilegio di godere dell’amicizia di Elena Salibra. Una amicizia vera, di quelle confidenti e profonde. Credo però di essere, se non il solo, uno dei pochi ad avere avuto il privilegio di intrecciare un dialogo, non è eccessivo dire quotidiano, con Elena poeta. Non posso dire di aver visto nascere un poeta, ma di aver seguito passo passo la sua maturazione, fino alla conquista di una cifra espressiva originale, questo lo posso dire. Continua a leggere

Marco Sonzogni

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La foto di Marco Sonzogni è di Giuseppe Balsamo

ALLA STAZIONE DI WELLINGTON

Chiama l’altoparlante nomi
di partenze e forse anche di arrivi;
pochi i binari e i treni tutti uguali,
corti e tozzi come bruchi,
poca gente che va o viene;
eppure io penso
alla Stazione Centrale di Milano:
in qualsiasi stagione a qualsiasi ora
del giorno o della notte
persino nei suoi pochi momenti
di nulla di fatto—in mano
un long black bollente
rispedisce al mittente questa strana
nostalgia. Davanti a me piccona
paziente una gang di piccioni
gonfi di freddo e quasi tutti zoppi:
s’avvicinano col piede buono,
l’altro corroso dai loro stessi escrementi
s’amputerà presto.
È una domenica mattina
in pieno inverno in fondo al mondo,
cerco casa. Continua a leggere

Mia Lecomte, “Al museo delle relazioni interrotte”

Foto di Dino Ignani

Foto di Dino Ignani

APPUNTI PER UN AUGURIO
di Carlo Bordini

Questo libro è un percorso, da elementi di crisi arriva al dramma. È un crescendo.
Una crisi famigliare, la crisi dell’amore.
Nello stesso tempo questo libro è una serie di invenzioni che partono da una scarnificazione di sé.
Non è, come certi altri, un libro rivolto a una persona, o meglio lo è anche, ma qualcosa lo distingue da quei libri che usano troppo il tu: non è un libro di recriminazioni.
Osserva il dramma. Come se fosse inevitabile. Crea un elenco di sintomi.
L’autrice è dentro se stessa. Quindi da un lato è il libro di una persona, di una persona che parla di sé e di quelli che ama.
Nello stesso tempo questo è un libro in cui non c’è l’io. Continua a leggere

Didier Ben Loulou, “Chroniques de Jerusalem et d’ailleurs”

gerusalemmeLe note di Didier Ben Loulou ci trascinano da un’isola delle Cicladi alla città vecchia di Gerusalemme. Si tratta sia della sua pratica fotografica, sia delle sue meditazioni sulla memoria ebraica, dei rapporti complessi tra la letteratura e le immagini o del dialogo con la natura, o ancora della sua esperienza con la violenza, delle relazioni letali che legano la religione e il fanatismo. Continua a leggere

Nadia Agustoni, “Lettere della fine”

lettere-della-fine-15.05.2015-3-785x589Nota di Fabrizio Fantoni

E’ un libro sorprendente “Lettere della fine” di Nadia Agustoni, una raccolta che si segnala per profondità e unitarietà, tutta incentrata su un’idea di “fine” reiterata e declinata nelle varie sezioni del libro in cui si delinea un percorso che gradatamente si forma man mano che si procede nella lettura.
La prima parte del libro è dominata dalla figura della fanciullezza. Il bambino, felice e inconsapevole, gode della scoperta del mondo ma istintivamente avverte che le gioie della giovinezza presto scompariranno lasciando il posto ad un senso di precarietà dell’esistere “ avremo le rondini per pochi anni: andranno nel breve di un’ala e nell’azzurro. Un paesaggio vivo arriva nel grigio dei fiumi: saremo un atterraggio di vento.” Continua a leggere

Paolo Febbraro

paolo_febbraroLa foto di Paolo Febbraro è di Dino Ignani

AUTORITRATTO
da un’idea di Luigia Sorrentino
a cura di Fabrizio Fantoni

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Autoritratto (olio su tela, febbraio-aprile 2016)

Sono nato il 29 gennaio 1965, a mezzogiorno, più di venti giorni dopo la scadenza naturale della gravidanza. Non volevo uscire all’aperto: una suora ha dovuto far forza con le braccia sulla pancia di mia madre e quando sono emerso avevo una clavicola lussata. Diciamo pure che sono nato grazie alla violenta intercessione mondana della Chiesa.

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Sacha Piersanti, “Pagine in corpo”

piersantiOPERA PRIMA
A cura di Luigia Sorrentino
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Dalla Prefazione di Roberto Deidier

Questo primo libro di Sacha Piersanti racconta: l’avventura del misurarsi con la lingua, una lingua che si dilata oltre il presente, oltre la quotidianità, perché la sua dimensione è quella della Poesia, da qualunque galassia arrivi. Annullando il tempo, o meglio la storia, Piersanti può ampliare i propri confini espressivi, ma pagando comunque un prezzo: quello di aver creato un linguaggio in perenne tensione, sempre affacciato sulla contemplazione di quel cosmo, da cui prima o poi dovrà decidersi a prendere le distanze per abitare infine il proprio cosmo. Per dare alle sue parole una casa. […]
Queste prime poesie che segnano il suo esordio, lasciano intuire che la forzatura di Piersanti saprà orientarsi e far lievitare la sua lingua verso la conquista, o come diceva Calvino la “fondazione di uno stile”, per reinventare un mondo, o quegli spazi di mondo, che per noi possano continuare a parlare, a dare quel senso che solo la poesia può dare.
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Chandra Livia Candiani, “Bevendo il tè con i morti”

libro10Nota di Nadia Agustoni

Ripubblicato da Interlinea è di nuovo disponibile “Bevendo il tè con i morti” di Chandra Livia Candiani. La prima edizione del 2008 era esaurita da tempo e il libro merita di essere conosciuto e riletto. Un canzoniere intenso di cui non so dire se la visione precede la parola o la parola contiene il suono che conduce l’immagine. Immagini forti, segni incancellabili di un vivere dentro la materia del nostro mondo, senza rifiutare nulla, ponendosi però sul margine d’ombra che consente di vedere e dire sempre qualcosa in più. Continua a leggere

I racconti di Sergio Livio Nigri

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Nota di Daniele Campanari

Che i rapporti umani siano governati da meccanismi difficili da codificare è cosa nota. Così come sono note le goffe manovre per le quali mettiamo in atto, tutti, un sistema fatto da tentativi di approccio tra uomo e donna che possono generare umorismo, ilarità, o ancora tenerezza. La rete magica (Greco & Greco Editori) di Sergio Livio Nigri (pseudonimo di Arrigo Lampugnani Nigri) racconta da un punto di osservazione privilegiato (che è quello dell’immaginazione) cinque storie per altrettanti nomi di donna
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Evelina De Signoribus

13871865_1225322797487105_1944080799_n (1)La fonte

Il giorno in cui hai un solo pensiero
il mare trema e le spighe muovono il campo
tutto chiama al ritorno
ma le strade non sono state mai così tante
da desiderarne che una sola, chiara

mutano i colori, cambia il tempo, scorgi il cielo
che nero avanza: mai inquinare le fonti
perché si sta alla sete come ai ricordi. Continua a leggere

L’importanza di essere piccoli 2016

piccoliLA POESIA CERCA L’ALTRO

Tutti i giorni esco e cerco l’Altro sempre.
F. Hölderlin

con

GNUT, NADIA AGUSTONI, GIUSI QUARENGHI, IACAMPO, MOTTA, MATTEO PELLITI, TÊTES DE BOIS, GIOVANNI NADIANI, ALESSANDRA RACCA, ERICA MOU, TIMISOARA PINTO, LUCIA MAZZONCINI Continua a leggere

Franco Buffoni

Franco BuffoniLa foto di Franco Buffoni è di Dino Ignani

17 maggio

Il 17 maggio 1990 avevo quarantadue anni,
Quando nella nazione più avanzata del mondo
– Pur con tutti i suoi difetti le ingenuità le arroganze –
S’incominciò a poter dire e scrivere
Che non ero né ammalato né pazzo.
Da allora sono passati altri trent’anni
E oggi sono convinto quasi anch’io
D’essere umano. Evviva lo stato di diritto.
Evviva la Costituzione Americana.

 

Il 17 maggio si celebra la Giornata Mondiale contro l’omofobia. In tale data, nel 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità depennò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, grazie all’input ricevuto dall’Associazione Americana di Psichiatria.
Dal 2004 si celebra l’International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia (Idahot), ricorrenza adottata e promossa dall’Unione Europea. In memoria delle persone Lgbt che nel corso dei secoli, dalle discriminazioni religiose ai campi di sterminio ai giorni nostri, sono state e sono vittime di violenze e pregiudizi. Continua a leggere

Elisa Donzelli, “Giorgio Caproni e gli altri”

cop (2)Temi, percorsi e incontri nella poesia europea del Novecento (Marsilio Editore, 2016, euro 22,00).

Il saggio di Elisa Donzelli, raccoglie i risultati di un intenso lavoro di ricerca condotto all’interno di archivi italiani e stranieri del Novecento. È un libro sulla poesia di Giorgio Caproni ed è un libro su altri scrittori, artisti e intellettuali testimoni dell’eredità culturale di uno dei protagonisti della poesia europea del Novecento.

Altri protagonisti non solo italiani poiché sin da giovanissimo Caproni ebbe a che fare con contesti che superavano i confini nazionali. Da un lato grandi voci della poesia italiana: Mario Luzi, Vittorio Sereni, ma anche Libero Bigiaretti, Mario Mafai, Diego Valeri, Margherita Guidacci il cui dialogo con il poeta livornese viene scoperto o riletto alla luce delle carte ritrovate. Continua a leggere

Simone Di Blasio, “Partita Penelope”

ac1456d9-f4cd-4cad-8074-d4ea4a751dbfdi Daniele Campanari

Dimenticate la famosa vicenda, narrata da Omero, che racconta l’attesa di Penelope per il ritorno di Ulisse. Dimenticatela e sostituitela con qualcosa che è nuovo. Perché nessuno mai aveva detto il contrario dopo quella notte (la notte d’amore narrata da Omero), quindi nessuno aveva ribaltato la storia. Prima di Simone di Biasio che con “Partita” (FusibiliaLibri, 2016, pp 64) immagina ciò che non è successo consegnando all’uomo il nervosismo dell’aspettativa. “Partita” è un lungo monologo in versi in cui l’eroe rimane solo sulla spiaggia di Itaca: è sconcertato e si rivolge alla sua compagna spiegando le ragioni dell’assenza. Continua a leggere

Fosca Massucco, “Per distratta sottrazione”

Layout 1Dalla Prefazione di Elio Grasso

[…] la poesia di Per distratta sottrazione addita la realtà della carne che va nel vuoto, con tutta la fine del ’900 messa lì come fosse semplice addentrarsi in questa investitura. Non lo è, l’autrice lo sa, e […] non ci pensa due volte a decretare, ben dentro la struttura del verso, un’epica fin viscerale, domestica e altresì pubblica, un’epica che non si conforma alla fine degli scrittori, quelli che mettevano in chiaro ostilità verso i poteri biblici o riscaldati come brodo politico. Fenoglio, Vittorini qui non sono francobolli commemorativi ma incagliamenti che mirano a far fuori lo sporco corrente. […] Scrive, e non lo istruisce, che la luce, lux, sta sopra la terra, e gli esseri soprastanti muoiono. Come in un libro di lettura diventa facile capire in che modo lux serva a mostrare l’evento-morte. Nasce qui una prospettiva del verso che non è cupezza, né tattica il cui scopo sia far finta di nulla, anzi si avverte un piazzamento stabile contro la famosa nebbia “iniqua”, stabile nei territori abitati dalla poetessa. Continua a leggere