Addio a Zygmunt Bauman

 

Il sociologo Polacco Zygmunt Bauman durante la pubblicazione del libro “Babel” alla 28/a Edizione del Salone Internazionale del libro presso il Lingotto, Torino, 17 Maggio 2015 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Zygmunt Bauman ci ha lasciati. Il grande filosofo e sociologo polacco è scomparso a 91 anni. E’ uno dei maggiori intellettuali contemporanei, diventato famoso per essere il stato il primo teorico della “società liquida”. Zygmunt Bauman: “La principale forza motrice che ha reso liquida la società è stata fin dal principio, la rapida ‘liquefazione’ delle strutture e delle istituzioni sociali.”

“Vita liquida” e “modernità liquida” sono profondamente connesse tra loro. … Il carattere liquido della vita e quello della società si alimentano e si rafforzano a vicenda. La vita liquida, come la società liquido-moderna non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo”. (Vita liquida, pag. VII).

La società contempornaea per Bauman è “liquida”, disciolta, in senso “permanente”: il permanere della crisi distrugge l’organizzazione sociale e il genere umano è sempre più costretto a una condizione  precaria, incerta, instabile. Una società liquida non conserva una forma propria, autentica, identitaria, ma si adatta a tutte le forme, con estrema facilità, e questo, per Bauman,  mina ineluttabilmente la maturazione e la conoscenza dell’umanità. L’identità per Bauman è il grido della comunità che chiede di essere vista, riconosciuta, e che invece viene divorata, distrutta, dissolta. L’identità è il grido che la comunità rivolge all’assalitore, ma è anche il grido che l’assalitore rivolge alla comunità. La spada dell’identità viene brandita da tutte e due le parti in lotta. Ciascuno intende difendere la lingua, la memoria, la tradizione, della popolazione alla quale appartiene.  Per Bauman la battaglia che l’umanità dovrebbe condurre è una spinta verso l’inclusione, l’accoglienza, per raggiungere un umano “onnicomprensivo”, che tutto comprende e unisce.

Appassionato studioso della “condizione umana” amava ripetere citando Robert Musil: “Un pensiero non osserva qualcosa che è accaduto in noi, esso stesso accade in noi. Di fatto noi non pensiamo qualcosa, ma è questo qualcosa che si pensa in noi. Pensare non significa che il soggetto è in grado di percepire chiaramente qualcosa che si è sviluppato in se stesso; esso è piuttosto un movimento interno che tende verso la chiarezza. Ed è qui che il pensiero afferma la sua esistenza.”

Per tutta la sua vita Bauman ha creduto nella vocazione sociologica che deve mettersi al servizio del genere umano, aiutando l’uomo nella battaglia intrapresa quotidianamente per comprendere, per dare senso, alla sua esistenza.

Nato a Poznan nel 1925, di origine ebraica, Bauman si rifugiò nella ex Unione Sovietica dopo l’invasione nazista. Tornato a Varsavia, si era poi trasferito in Gran Bretagna, per insegnare Sociologia a Leeds (dal 1971 al 1990). Di formazione marxista, aveva studiato il rapporto tra modernità e totalitarismo, con particolare riferimento alla Shoah (Modernità e Olocausto, edito dal Mulino) e al passaggio dalla cultura moderna a quella postmoderna (Modernità liquida, Laterza). Tra le opere successive tradotte in italiano, Amore liquidoSulla fragilità dei legami affettivi (Laterza); Vita liquida (Laterza); La solitudine del cittadino globale (Feltrinelli); La società dell’incertezza (Il Mulino); Stato di crisi (Einaudi); Per tutti i gusti – La cultura nell’età dei consumi (Laterza); Stranieri alle porte (Laterza).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *