Al Teatro “Lo Spazio” di Roma, dal 10 al 15 gennaio, Rita Atria rivive nella coraggiosa testimonianza di un ergastolano ancora recluso per reati di mafia. Un testo raccolto e scritto da Francesco Rallo nella rielaborazione drammaturgica e regia di Caterina Venturini.
LA STORIA
Rita Atria, 17 anni, dopo l’uccisione del padre e del fratello, uomini di mafia, decide di ribellarsi a quel sistema omertoso e collaborare con la giustizia, come già, prima di lei, sua cognata Piera. Viene ripudiata dalla madre, ‘donna d’onore’ e osteggiata dal fidanzato, pur’esso in odore di mafia. Rita si rivolge a Paolo Borsellino, che la sostiene e la protegge. Alla morte del magistrato, la ragazza sente che è finita anche per lei. Muore prima di compiere i 18 anni, gettandosi dal settimo piano del condominio in cui viveva in sistema di protezione.
Le dichiarazioni di Rita e di Piera fecero arrestare decine di esponenti mafiosi. Attivissima a tutt’oggi è ‘l’associazione antimafie’ che porta il nome ‘Rita Atria’.
Nella messa in scena di Caterina Venturini, che rielabora il testo di Rallo, anche con inserti poetici dal diario di Rita stessa , si valorizza il dramma ‘al femminile’: una giovanissima donna, coraggiosa e indomabile, pronta a immolare la vita pur di ribellarsi a un sistema costruito sulla paura e l’omertà; una madre ‘d’onore’ capace di difendere quel sistema fino al ripudio della propria figlia; due ‘corifee’ a sostegno delle due differenti scelte di vita. In una messinscena lucida e serrata, tra cronaca e poesia, la storia di un dramma umano che ha i colori e la potenza della tragedia greca. Una storia vera. Una storia da non dimenticare.
L’autore Francesco Rallo ( in scena anche come attore) fa un atto coraggioso: ex esponente di spicco della mafia trapanese, ora settantenne, ergastolano per reati mafiosi, ancora recluso, dopo ventisette anni, nel carcere di Rebibbia, omaggia con rispetto e tenerezza, la figura di una giovane donna che quel sistema omertoso ha combattuto fino al sacrificio della vita. Rallo affronta un tema e un fatto di cronaca scottanti, tragici, importanti. Importante diventa la sua testimonianza, come il suo attuale impegno sociale e civile, che lo riabilitano agli occhi della comunità civile.
Caterina Venturini, presidente dell’a.c. Horti Lamiani, associazione promotrice dello spettacolo, aggiunge un ulteriore tassello alla sua ricerca della verità nelle dinamiche storico-sociali moderne e contemporanee e al suo ostinato omaggio a ‘ciò che non può essere dimenticato’. Degli ultimi anni, tra lavori scritti e diretti, ricordiamo:16 ottobre 1943 (Teatro Vascello), Sono Milena da Praga- La resistenza politica e umana della donna amata da Kafka (Teatro Stabile Trieste), Al sorgere della luna (Estate Romana), Roma, la capitale (Compagnia Stabile Assai di Rebibbia- Teatro Parioli), Il Giusto che inventò il morbo di K (Prod.T. Parioli), Nascetti’n miezz’ o mare (Compagnia Stabile Assai Rebibbia T.Parioli), Un tappeto per volare, storia di Iqbal Masih (Comune di Roma), Alle due i monaci tornano in convento (Compagnia Stabile Assai Rebibbia – T. Parioli), Nessuna pietà per Pasolini (Teatro Vascello), Mar del Plata- nipote n° 500 (Teatro Vascello).
INTERPRETI
Maurizio Palladino Borsellino
Maurizia Grossi Donna Ribelle
Irene Pietracci Rita
Valeria Trellini Donna D’onore
Paola Pirri Madre
Gregorio Valenti Salvatore
con Francesco Rallo Padrino
e con l’amichevole collaborazione di Carlo Palmeri
voce cantante Caterina Venturini
Costumi Vintagestudium
Luci e fonica Alessio Pascale
Elementi scenici Horti Lamiani
Grafica Silvia Persi
Si ringrazia per il prezioso contributo alla realizzazione dello spettacolo: ReteIside onlus, Ristorante Albergo Il Valico, Ristorante Liberamens…a.