Si apre con una riflessione sui contesti e i regimi che negano la libertà di pensiero e di stampa la serie di anteprime di Tempo di Libri, che arricchiranno il percorso di avvicinamento alla nuova Fiera dell’Editoria Italiana (in programma a Fiera Milano Rho dal 19 al 23 aprile 2017).
Giovedì 12 gennaio a Milano, nella Sala Piccola del Teatro Dal Verme (ore 18.30), la sociologa turca Pinar Selek, antimilitarista e attivista per i diritti umani, si confronterà con il giornalista Lirio Abbate e con la ricercatrice ed esperta di Turchia contemporanea Lea Nocera, in un incontro moderato dal direttore di Rai Radio3 Marino Sinibaldi attorno alla figura di Asli Erdogan. Autrice di Il mandarino meraviglioso (traduzione di Giulia Ansaldo, Keller), Asli Erdogan è stata detenuta per quattro mesi a causa della collaborazione al giornale filo-curdo Özgür Gündem. Scarcerata il 29 dicembre, in attesa della sentenza in un processo in cui rischia l’ergastolo, la giornalista e scrittrice interverrà dalla Turchia in collegamento via Skype.
Nell’alfabeto di Tempo di Libri – ventisei lettere per altrettante parole chiave, bussole per orientarsi fra temi e incontri della Fiera – questo appuntamento rimanda alla D di dissidente. Lo sono sia Asli Erdogan che Pinar Selek, che da anni vive in Francia e su cui pende una richiesta di condanna all’ergastolo in Turchia. La sociologa racconterà la propria esperienza di lotta contro le violenze e le ingiustizie e in difesa di quelle libertà di opinione e di pubblicazione che in un mondo plasmato dalle parole rappresentano l’orizzonte stesso su cui prendono forma pensieri e azioni. Durante l’incontro – in adesione alla campagna Io leggo Asli Erdogan lanciata dall’editore turco dell’autrice – scrittrici e scrittori italiani tra cui Silvia Ballestra, Alessandro Bertante, Helena Janeczek, Federica Manzon, Alessandro Mari e Bianca Pitzorno leggeranno un brano da Il mandarino meraviglioso e ne firmeranno le copie, seguendo l’esempio dei colleghi turchi all’ultima fiera dell’editoria di Istanbul.
Asli Erdogan è tra le più importanti rappresentanti della letteratura turca contemporanea: i suoi libri sono stati tradotti in 17 lingue, ha vinto importanti premi letterari in Turchia e in Europa (il più recente, il Premio Tucholsky, assegnato dal PEN svedese mentre l’autrice si trovava in carcere) ed è stata indicata dalla rivista francese Lire tra i “50 scrittori del futuro”, quelli che lasceranno un segno nel XXI secolo. Il 17 agosto 2016, un mese dopo il fallito colpo di stato militare in Turchia, Asli Erdogan era stata arrestata assieme ad altri giornalisti del quotidiano filo-curdo Özgür Gündem con l’accusa di “incitazione al disordine”, “propaganda terroristica” e “appartenenza a un’organizzazione terrorista” (il riferimento è al Partito dei lavoratori del Kurdistan, PKK).
Nelle lettere scritte dalla prigione, ha lanciato un monito all’Europa: “Non solo la libertà di pensiero, ma anche la coscienza è stata messa sotto giudizio”.