Mercoledì 8 febbraio 2017, ore 17.30, la Biblioteca Sormani e L’Unione Lettori Italiani in collaborazione con la rivista Poesia e Conoscenza diretta da Donatella Bisutti presentano Via provinciale di Giampiero Neri, Edizioni Garzanti.
Interventi di Donatella Bisutti e Antonio Riccardi
Intermezzi musicali a cura di Antonella Bini – flauto
Proiezioni di Giorgio Longo
L’Autore leggerà suoi testi.
Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani Via Francesco Sforza, 7 Milano
di Antonio Riccardi
Giampiero Neri è un grande poeta di oggi. Autore di un numero esiguo di opere, sempre molto ponderate e necessarie, fin dall’esordio nel 1976 con L’aspetto occidentale del vestito si è imposto per l’originalità dei suoi versi come della sua prosa poetica.
Di fatto estraneo alla mappa delle tendenze in cui si è articolata la poesia italiana del secondo dopoguerra, Neri ha condotto la sua esperienza letteraria con radicale fedeltà ai principi che l’hanno originata: la memoria, prima di tutto, intesa come luogo minerario da cui estrarre i materiali necessari, indispensabili forse, alla vita attiva quotidiana. Perché l’atto del vivere – sembra suggerire il poeta – è difficile, sempre, al di là delle circostanze e delle condizioni che ci sono date, e lo scavo continuo tra i ricordi, tra i frantumi variegati della memoria, è un’attività che ci permette di lenire i nostri tormenti e di addomesticare i fantasmi che li popolano. Diamanti o detriti, tutto ciò che viene dal fondo del passato è rilevante e non va trascurato. Fedele a se stesso, poi, Neri lo è sempre stato anche nelle scelte di stile. La sua scrittura, sempre sul crinale tra la poesia e la prosa, ha la precisione vertiginosa e inquietante di certa pittura fiamminga.
Una prosa impeccabile, essenziale, che si nutre dei caratteri peculiari della poesia: l’alta tensione espressiva, per esempio, o la precisione “variabile” degli incastri di senso. Maestro in ombra della poesia di oggi, com’è stato definito, amatissimo dai poeti delle generazioni a lui successive, Neri ci consegna un nuovo, atteso capitolo del suo lavoro. Via provinciale, che riprende con sorprendente energia i temi, i luoghi e le figure dei libri precedenti, è un’opera intensa, perfetta, e testimonia senza dubbio la felicità creativa del suo autore.
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ESTRATTO da “Via Provinciale” (Garzanti, 2016)
A sopravvivere, della biblioteca di mio padre, erano stati
pochi libri, la collana dei classici Utet, una vecchia edizione
dei Promessi Sposi, il grande Atlante Geografico e pochi altri.
Tra questi spiccava un libro di Cechov, Il monaco nero. Erano
sopravvissuti alle vendite che avevamo fatto in tempi
difficili e ai vari cambi di abitazione.
I racconti di Cechov avevo provato qualche volta a leggerli,
ma proprio Il monaco nero, che era il primo, andava per le
lunghe e non riusciva a coinvolgermi.
Il tema dominante sembrava il giardinaggio, con citazioni
della ― mela cotogna russa, della ― coltura a rotazione e
altre, di carattere tecnico.
Rimanevo perplesso e chiudevo il libro.
Una notte che mi ero svegliato troppo presto, ritornai a
prenderlo. Non so come, era comparso di nuovo sul tavolo, a
portata di mano.
L‘avevo aperto a caso e lo stavo leggendo, era un dialogo.
Continuai fino alla fine del racconto.
Rimasi sopra pensiero per un certo tempo, dopo.
I RELATORI
Donatella Bisutti è poetessa e giornalista. Ha pubblicato di poesia Inganno Ottico, Guanda,; Colui che viene, Interlinea,; The Game, Gradiva New York; Rosa Alchemica, Crocetti ; Un amore con due braccia, Lietocolle; Dal buio della terra, Empiria; Duet of Life , Yumpa, Kyoto; il romanzo Voglio avere gli occhi azzurri , Bompiani e il saggio La poesia salva la vita, Feltrinelli; i libri per i ragazzi L’Albero delle Parole, Le parole Magiche e La Poesia è un orecchio (tutti Feltrinelli Kids). Ha fondato e dirige la rivista Poesia e Conoscenza ww.poesiaeconoscenza.it. Tiene la rubrica La poesia italiana all’estero su Poesia.
Antonio Riccardi è nato a Parma nel 1962. Ha studiato filosofia all’Università di Pavia. Dalla fine degli anni Ottanta è impegnato nell’industria editoriale, particolarmente alla Mondadori, di cui è stato anche Direttore Letterario e degli Oscar. Ha fondato la Società Editrice Milanese (SEM). Come poeta ha pubblicato Il profitto domestico (Mondadori 1996, nuova edizione Il Saggiatore 2015), Gli impianti del dovere e della guerra (Garzanti 2004) e Aquarama e altre poesie d’amore (Garzanti 2009). Ha pubblicato inoltre il volume di prose Cosmo più servizi. Divagazioni su artisti, diorami, cimiteri e vecchie zie rimaste signorine (Sellerio 2014).
INTERVENTO MUSICALE
S. A. GUBAJDULINA: Sonatina per flauto solo [dur. 5′ c.ca]
(1931)
D. ANZAGHI: Flaodia V per flauto solo e piccole percussioni [dur. 4′ c.ca]
(1936)
M. MANZITTI: Estasi Estiva per flauto in do e flauto basso [dur. 4’30” c.ca]
(1983)
M. REGHEZZA: Thoughts for solo flute [dur. 5’30”]
(1968)
Antonella Bini, flauto in do e flauto basso
“She is a very talented musician, with a destinctive dedication to the interpretation of contemporary music. She is a very strong flutist with a beautiful and flexible sound which is very effective fort the various techniques required to perform contemporary music.” (C. Levine)
ANTONELLA BINI (1985), spazia dal classico al contemporaneo suonando, anche all’interno dello stesso brano, dall’ottavino al flauto contrabbasso.
E’ la prima flautista italiana Laureata CIMA (2014), prestigioso premio nell’ambito CIMA-Concerti Monte Argentario Festival Internazionale di Musica -patrocinato da S.A.R.Christina dei Paesi Bassi.
La sua attività concertistica – solista, in duo con il pianista Gabriele Rota e in formazione di Ensemble contemporaneo – la fa esibire in prestigiose manifestazioni in sale e in teatri di città estere e italiane (Cenon/Bordeaux, Ginevra, Bacau, Milano, Roma, Bergamo, Genova, Reggio Emilia, Fidenza, Modena, Merano, Bologna, Gallarate, Torino, Como, Modena, Venezia, Monte Argentario, Imperia, Porretta Terme, La Spezia ecc.)
Dal marzo 2014 è invitata costantemente dal compositore Art-Oliver Simon a tenere una serie di concerti a Berlino e Lipsia e, in particolare, è stata invitata nel giugno 2015 ad aprire il festival “Oaarwurm 2015” sempre a Berlino.
E’ flautista stabile di Eutopia Ensemble (Genova), di ACHROME Ensemble (Milano), di ArtEnsemble (Berlino). Collabora con i compositori: Anzaghi, Colombo Taccani, Agazzi, Boccadoro, Cattaneo, Ciccaglioni, , Vacchi, Fontanelli, Dinescu, Manzitti, Dodaro, Geminiani, Verlingeri, Guarnieri, Heller, Kruger, Pinelli, Reghezza, Schreier, Simon, Venturi, ecc., e di alcuni di essi , oltre ad essere dedicataria di loro composizioni, ha eseguito delle “world premiere”.
La passione per la musica contemporanea è anche sottolineata dal suo saggio “Sofija Asgatovna Gubajdulina – Ottant’anni dedicati alla musica”, pubblicato in e-book dalla casa editrice LeggereLeggere (Milano) e redatto per la sua Laurea di II° livello in Discipline Musicali – Flauto Traverso (Conservatorio “Cantelli”, Novara).
Si è inoltre perfezionata con M. Marasco (Diploma di Alto Perfezionamento in flauto), N. Mazzanti (Diploma Triennale in ottavino), M. Ancillotti (Diploma di Post-Formazione al CSI-Lugano) C. Levine, E. Pahud, K. Klemm, M. Caroli, A. Oliva, B. Kujiken; ha curato la sua formazione cameristica con M. Damerini e per la musica contemporanea con A. Pestalozza.
Ha conseguito inoltre la Laurea di II° Livello in Biennio di Formazione dei Docenti nella classe di concorso di strumento musicale: flauto – BiForDoc (Conservatorio “Verdi” di Milano).
E’ stata segnalata nel 2011 per le Borse di Studio Severino Gazzelloni.
Nel 2010 si è laureata in Conservazione dei Beni Culturali – Curriculum Storico/Artistico all’Università degli Studi di Genova, sua città natale.
Possiede e suona tutta la famiglia dei flauti: ottavino Brannen Brothers Boston, flauto in do Mateki Silver Handmade, flauto in sol – flauto basso – flauto contrabbasso in do tutti Jupiter di Medici.
TESTIMONIANZE DEGLI AMICI DELLA RIVISTA MONTE ANALOGO
In Teatro naturale, la civetta di Due tempi si offre come un ritratto in maschera dell’autore diviso fra il lavoro “notturno” – nel senso di nascosto – e quello diurno del dimesso impiegato. La pericolosità dello strigide (uccello pericoloso di notte, / quando appare sul suo terreno / come un attore sulla scena) che di giorno è invece zimbello, risponde molto bene a queste due fasi distinte, perché la poesia di Neri, lontana dai conforti della lirica, è quella di chi pensa in modo tragico alla sovrapposizione di natura e storia, col suo strascico di violenze e mimetismi.
Silvio Aman
Giampiero Neri si avvicina ai novanta anni e sciorina tutta le malizie e la magia di cui è capace pubblicando ancora prose, poesie, insegnamenti e agudezas irresistibili. Piazzale Libia, dove lui passeggia, sta diventando – forse lo è già da tempo – un luogo di culto letterario e chi ha il privilegio di visitarlo e di parlargli può testimoniare della sua quieta saggezza. Con la cultura scientifica egli dà anche peso a ciò che poi ha preso nome di “teatro naturale”. E così la descrizione di un pesce d’acqua dolce – nominato “lavarello” – viene drammaticamente ambientata “nei confini dell’acqua scura, fredda” e marcata dall’esposizione del “rosso vivo delle branchie” sui banchi del pescivendolo.”
Meeten Nasr
La poesia di Neri indica un possibile metodo di costruzione del linguaggio, auspica un ritorno a “ritroso” nel tempo, dove la traccia risuona nella parola. Le cose rappresentano soltanto se stesse, nella immanenza corrosiva, trasformatrice del tempo. Il poeta, simile a un filmmaker, evidenzia luoghi, architetture, paradossi, inerenti l’origine del “fenomeno”, e preleva, tra le macerie del passato , il “reperto”, il “dettaglio”, significativo strumento e materia prediletta della memoria.
Angela Passarello
La poesia di Giampiero Neri nasce da aspetti concreti: oggetti, persone, paesaggi, animali. Circondate di mistero e di una silenziosa attesa, vivono situazioni, momenti della vita che non possiamo dimenticare. La parola, priva di inutili orpelli, è essenziale, ricca di profondo significato.
Ogni elemento del testo ha una sua funzione precisa, una coerenza di base che rende originale e nuovo il messaggio.
Mariacristina Pianta
Poesia per Giampiero Neri:
Quest’acqua che spoglia e rincorre/insemina la soglia dei ricordi/come se la corrente sulla riva serbasse impronte di gridi/calchi di silenzi a occhi aperti/bussole sonore di parole/ pronte al getto di memorie.
Paolo Rabissi
La poesia “entomologica” di Giampiero Neri
Natura, piante, persone: sono gli elementi costitutivi della poesia di Giampiero Neri. Egli scava nella memoria e fa riemergere, da diverse epoche, ambienti, paesaggi, animali, riverberi filosofici. La sua curiosità entomologica mostra l’uomo nella sua animalità sopraffattrice e distruttiva dentro una natura a sua volta violenta.
Ottavio Rossani