Martina Luce Piermarini

2015-04-12 15.53.55ESTRATTI DA: Interferenze della luce (Italic, 2014)

(IN SOTTOFONDO INIZIA UNA CANTILENA CHE CONTINUERÀ FINO ALLA FINE V. POTENZA DELLA CANTILENA)

I

Se anche frantumassi il vento
gli aghi mugolanti ricamano
memoria d’acqua
arti di luna
ricamano
la croce sulla sedia
Luce sbarra buio
Sbarra non puoi ascoltare
Sbarra non puoi guardare

Le mani di granito rompono lo spazio
il buco la polvere ossessiva
Ingoia l’ovulo rotondo che trattiene
il ragno il verso- insetto
appeso ai piedi dell’altare.

**

Brandello
Parola custodita nel buio

Per sopravvivere devi contare gli spigoli

**

Il

verbo
di fiato e di alabastro
va per i mercati sopra il carro
e vende porzioni di luna oracolare.
La luce nelle vaschette di alluminio
(Ogni sabato, sotto la scuola )

L’urlo del mercante risuona sotto i portici
nei drappi incandescenti
e nelle carni

**

Ma io, naso di bugiarda
seguo la mosca sui trampoli celesti
come un pigmento nelle squame
il tratto che circoscrive la poltiglia
spiritromba della verità

Scalza
sulle punte come un’ombra
viaggio nel doppio fondo del bagaglio
e cucio a passo folle il mio corredo

Occhio di corallo ——- sul filo della notte
( la ragione liquefatta che cala dalle guance )
Rosso\ fuoco linguaggio

Dal buco
( solo dal buco )
Dio mi può vedere.

**

Sul flusso dondolante dello sguardo
cristalli ricamano silenzio
(voce di cenere )
la morte nuda bianca come pietra
un frullo\ un frullo per svanire

**

Comparse rarefatte
e solitudini dense come dado folle
popolano il mio cartiglio.
Le parole stanno nei brandelli
nelle pause (o nelle lacrime)
disfatte e rare
che succhiano la crosta
come il buio dal dorso della luna

(Il mosaico composto è una spirale
Spirale blu
Mani guariscono)

**

Dare forma al vuoto
è come un verso scalzo nel cervello
Senti il ticchettio
il suono
della cerniera che gratta l’orlo?

(Dimenticare. In cristalli
Essere un piede)

**

Piove. Strimpellano le tenebre
Il topo cammina dentro il muro
Senti il pennello nella polvere?

Li senti i morti
Quei sospiri
Eternamente brevi
Come pallidi signori seduti di rimpetto
Ti aggirano frullando l’aria

**

Fermati
Ciglia chiuse\ faccia al muro
Stasi di marmo

Vorrei
Varcare il tuo silenzio
Accucciarmi come nano su di te

Oltre/passare
fogliame buio che non scricchiola

**

Una notte di gufi
il canale mormorava
i diavoli soffiavano sui volti il vento capovolto

e baio fuggiva dal recinto sbuffando dentro il plenilunio
un fumo di orme cieche.
La marcia sottile del vapore bianco trottava negli zoccoli d’avorio

Solitaria figlia del vento
Tu stavi sull’orlo guardavi il mare
sospesa come fiato sulla neve
fantasma nel battistero viola
Cellula sanguinante di divinità effimere
semi- appese all’oscurità.

Ma qualcuno disse – Non guardare il mare –
Tu sognavi guardavi il mare – Non guardare il mare –
E vennero sui carri ( verbo di fiato e di alabastro)
vennero e bevvero
il tuo sonno sogno di strega
illuminato da un bagliore

(Un verso già sparito
nella gola…)

 

Martina Luce Piermarini è nata a Macerata dove ora vive e lavora. Ha fatto studi classici e filosofici, frequentato il Master in Tecniche della narrazione a Torino dove ha lavorato con artisti come Gabriele Vacis e Spiro Scimone, tenuto laboratori di scrittura creativa nelle scuole statali della provincia di Macerata, laboratori teatrali, scritto opere teatrali come “ Interno Camera”( finalista Premio Calvin Clein ) e “ Luci nel Pozzo” ( rappresentato dagli attori della “Paolo Grassi” e dal regista Stefano Alleva). Collabora assiduamente con la rivista d’arte e letteratura UT, nel 2016 ha ricevuto il premio della giuria Caffè delle Arti a Roma ed è presente in diverse antologie di poesia contemporanea. Interferenze della luce uscito nel 2014 è il suo primo volume di versi.

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