Amedeo Modigliani

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Amedeo Modigliani. Grande nudo disteso – Celine Howard, 1918

 

Il Palazzo Ducale di Genova è pronto ad accogliere i capolavori di Amedeo Modigliani, dal 16 marzo al 16 luglio 2017. Dopo la “Pop Society” di Warhol (fino al 26 febbraio) e prima della mostra dedicata a Picasso in programma in autunno con la collaborazione del Museo Picasso di Parigi, Genova mette in luce il percorso creativo dell’eccentrico Modì.

La mostra ripercorre il percorso artistico del pittore livornese attraverso una trentina di dipinti provenienti dail Museo de l’Orangerie e dal Museo National Picasso di Parigi, dal Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa, dal Fitzwilliam Museum di Cambridge, dalla Pinacoteca di Brera e da prestigiose collezioni europee e americane.

Per lavorare ho bisogno di un essere vivo, di vedermelo davanti. L’astrazione mi affatica, mi uccide ed è come un vicolo cieco“: così Amedeo Modigliani (1884-1920) definiva la sua necessità di ricercare l’anima delle persone che posavano per lui.

Amedeo Modigliani ha incarnato il mito bohémien dell’artista geniale e maledetto. Il suo agente polacco Zborowski, poeta e mercante, gli consigliava di ritrarre paesaggi, per seguire la moda e avere guadagni più facili. Ma la fortuna dell’artista cominciò solo dopo la sua morte. Nella cerchia della Ville Lumière spiccava la sua aura di ebreo italiano colto, dal grande charme, facile agli scatti di collera, alle liti, alle ubriacature, ma anche alle gentilezze. Una ricerca e un’intensità portate agli estremi, che si ritrovano nei ritratti in primo piano alla mostra di Palazzo Ducale, organizzata e prodotta da Fondazione Palazzo Ducale per la Cultura e da MondoMostre Skira.

Modigliani dedica molti dipinti a occasionali modelle, ma anche ad amici e compagni d’avventura, protagonisti tra Montmartre e Montparnasse. Esemplari sono i ritratti di Moise Kisling (in mostra sia quello del 1915, sia un disegno su carta del 1916), del gallerista Georges Chéron, del pittore Chaim Soutine (in mostra l’olio del 1916). Posano per lui presenze importanti nella sua vita sentimentale e di intellettuale come la giornalista inglese Beatrice Hastings (in mostra un ritratto ad olio del 1915), Lunia Czechowska, Hanka Zborowska (in mostra con uno splendido disegno a matita del 1916), moglie del suo mercante, e la giovane compagna Jeanne Hébuterne, dalla quale avrà una figlia e che si suiciderà, incinta, il giorno dopo la morte del suo adorato Modì. A partire dal 1916 Modigliani realizza una straordinaria serie di nudi, come il sensualissimo Nudo disteso del 1918.

La sua prima esposizione personale alla Galleria Berthe Weill nel 1917 è uno scandalo: chiude prima di iniziare perché la polizia ed il pubblico si sentono oltraggiati da quei corpi nudi. In mostra a Palazzo Ducale lo straordinario Nudo accovacciato del Museo di Anversa e lo splendido Nudo disteso (Ritratto di Celine Howard). Quando la sua salute peggiora, logorata dalla tubercolosi fin dall’infanzia, i suoi dipinti assumono un respiro più ampio. Ne sono esempi i dipinti di grande delicatezza come La jeune Lolotte (1918), la Bambina in blu (1918) e il raffinato ed etereo Giovane con i capelli rossi (Lo studente) del 1919.

A Genova in mostra studi, disegni, acquarelli, tempere in particolare quelli per le Cariatidi, figure di donne accovacciate con le braccia levate, dalle forme opulente, tondeggianti, ricche di rimandi all’arte primitiva, greca antica, tribale, etrusca, negra.

 

 

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