Andrea De Alberti, “Dall’interno della specie”

978880622102GRAAndrea De Alberti è sostanzialmente un poeta lirico. Scrive di sé, delle sue esperienze, della morte del padre, del rapporto con il figlio… Però lo fa con un taglio disassato rispetto ai canoni della poesia lirica. Questi temi entrano come di straforo in discorsi di altro tipo. Da quello paleoantropologico ed etologico che dà il titolo al libro, a quello che guarda ai fenomeni sociali della contemporaneità, siano l’Ikea o gli eroi della Marvel. Ne esce un viaggio antropologico-sentimentale lungo un percorso di poesie stranianti che catturano subito l’attenzione del lettore e lo coinvolgono in fecondi cortocircuiti mentali. È una poesia che provoca stupore perché nasce da una condizione di stupore e da quel po’ di confusione mentale necessaria per cogliere i legami fra le cose.
Dall’altro lato quella di De Alberti è anche poesia saldamente legata alla tradizione novecentesca, quella piú profondamente colloquiale, quella di Sereni e di Raboni. E con i due maestri lombardi De Alberti condivide il tema della comunità tra morti e viventi, che diventa soprattutto comunità di padri e figli dai ruoli intercambiabili: «quel che saremo o che diventeremo, | forse ero io, forse eri tu prima di nascere, | un’andata e un ritorno, un arrivare nel silenzio».

Resti

Imperfetto è ciò che si è trovato,
l’opera incompleta è trasformata in desiderio
e ha una propria e viva collazione,
essere utile alle ossa ai nostri simili,
salvaguardare ciò che ci rimane per restare
in uno spazio che si fonda su se stesso
e sotto ha qualcosa che sprofonda.

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In origine

Sarà come rallentare il corpo in un nuovo soddisfarsi
nel chiarore della neve,
camminare verso un altro sdoppiamento:
i platani, i tigli, le acacie,
vite a coppia per trent’anni dietro il cancello di casa,
quel che saremo o che diventeremo,
forse ero io, forse eri tu prima di nascere,
un’andata e un ritorno, un arrivare nel silenzio.
Sarà un nuovo divenire, una specie di annullamento,
una simulazione vuota,
così è sentirsi pieni di cose
dentro una stanza che è alla base
del nostro vivere in silenzio,
con il vuoto meccanico di un’azione.
ogni volta che ti allontani da lui come da un puntoluce
non lo trovi più neppure in sogno.

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Anello mancante

L’anello mancante è una parola di riconoscimento,
un obiettivo comune, una sofferenza condivisa;
una questione di giustizia, l’anello mancante è stima
sociale,
un reciproco amore, un dialogo pregnante,
una prospettiva lunghissima, Un’opportunità per chi
sta male,
una felicità disponibile, un diritto inderogabile,
il disgusto per la crudeltà,
l’anello mancante non è un essere umano,
un primitivo nascosto nel cuore di una caverna,
ma è un’assenza che genera linfa per una nuova terra.

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Andrea De Alberti è nato a Pavia nel 1974. Lavora in un ristorante della sua città: l’Osteria Alle Carceri. Prima di questo ha pubblicato altri tre libri di poesia: Solo buone notizie (Interlinea 2007), Basta che io non ci sia (Manni 2010) e Litalía (La Grande Illusion 2011).

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