Dalla Prefazione
di Maurizio Cucchi
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Un’originalissima escursione nella storia, un’invenzione poetica in cui appare nientemeno che la grande figura di Franz Kafka, già oltre la sua morte, avvenuta nel 1924. Siamo infatti nel 1931 in un onirico viaggio dello scrittore in Palestina. E insieme a questa di Kafka appare poi una figura paterna, legata alla vicenda personale del poeta stesso, nel senso della sua presenza e scomparsa nel tempo. Un intreccio coinvolgente, ricco di movimenti narrativi, sempre in bilico tra immaginario ed esperienza, secondo uno stile inconfondibile, fatto di parole essenziali e perfettamente scandite, rivela la cifra lirica che sorregge il racconto e la profondità si manifesta nell’elegante misura comunicativa del linguaggio. Un primo capitolo importante del nuovo lavoro di uno dei nostri maggiori poeti.
UN ESTRATTO
da: Kafka in Palestina, nel 1931, i quaderni de La Collana Stampa, 2016
Se fossi un campo, e mio padre quello
che ci ha faticato
per anni a non renderlo sterile
e infecondo,
adesso mi avrebbe lasciato ai cardi,
o alle cavallette.
Parlo ancora dell’uomo
che quando lo penso, sta sempre morendo.
Non ne so altro, ormai.
E vorrei sapere molto, tutto. Forse,
sarebbe una liberazione.
Anche per lui, o solo per lui.
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Mario Santagostini, poeta e critico, è nato a Milano, dove vive, nel 1951. Ha esordito ventenne con la raccolta Uscire di città, poi riedita da Stampa 2009 nel 2012. Questi gli altri suoi libri di versi: Come rosata linea (Società di poesia, 1981), L’Olimpiade del ’40 (Mondadori, 1994), L’idea del bene (Guanda, 2001), Versi del malanimo (Mondadori, 2007), Felicità senza soggetto (Mondadori, 2014). Ha inoltre scritto il saggio Manuale del poeta (1988) e curato l’antologia I poeti di vent’anni (Stampa, 2001). Ha tradotto dal latino (Inni Ambrosiani, Inni Cistercensi) e dal tedesco (Goethe, Kleist, Chamisso). Ha collaborato alle pagine letterarie e artistiche di vari quotidiani.