Luciano Cecchinel, “Da un tempo di profumi e di gelo”

Luciano Cecchinel Ph. Paolo Steffan

Come leggiamo nella postfazione di Rolando Damiani, “(Luciano Cecchinel) è un poeta bilingue naturaliter, in italiano letterario e nella sua rara e arcaizzante parlata dell’altro trevigiano nativo, se non addirittura un trilingue quando si affidi all’inglese dell’America materna “.

È quasi – scrive ancora Damiani – la cristiana contraddizione di essere “nel mondo ma non del mondo”, insolubile soprattutto per un poeta, che in Cecchinel emerge da una radicata formazione cattolica, con accenti peraltro di limpida e alta poesia, udibili pure nel suo recente libro d’impronta familiare e affettiva In silenzioso affiorare.
Nei suo versi le lacrimae rerum sono un motivo ricorrente come i voli d’uccelli o i “boschi a perdizione”, così in una circostanza chiamati. Il pathos acceso delle sue parole proviene di norma dal conflitto incarnato in lui stesso fra il canto e il disincanto verso il male di cui l’apparente innocenza naturale, come nel caso tragico delle crode di Bardiaga, può essere impregnata”.

A un usignolo

Là con te che arricci domande
per fiotti odorosi di luna
poter obliare lo sfarsi dei cespi
di frassino e acacia,
effuse stelle
di capovolto fioco firmamento.
E come te insaziabili
cantare un’immutabile stagione
d’ebbro tepore,
recondita creatura
che in grazia estenuata
ricami l’aria delle notti.
Come te poter non sapere
che con ululati di ghiaccio
in vece tua tutti i cortili,
tutti i recinti
strazieranno le stelle
per morsi fumidi di luna.

Sole nevoso

In fioccosa accecata rissa
assale la neve
il sole, diffuso opaco lume.
Smarriscono le betulle
il vestito di farfalle.
Disperdersi in mulinelli
di sparuti fiocchi
e frullanti ali gialle.

Assenza

Per il sentiero incerto, ai piè dell’ermo
acme, alle dolci incancellabili orme,
alle foglie conserte in caste forme
a volte ancora il passo lento fermo
ché di aceri e cornioli oscuro sermo,
al dolce tempo già così conforme,
di sogni insaporisce sogni a torme
al pensier mio perdutamente infermo.
Ah! colori, profumi, venti, il senso
vostro ov’è? Pura già non foste essenza
quand’era asserto il trepido consenso?
Ora forse di niente siete senza
pur se non date più pietoso assenso.
Mai voi loquaci o muti, ora io assenza.

Biografia Fonte Wikipedia

Luciano Cecchinel (Lago, 1947) è un poeta e insegnante italiano. È considerato tra le maggiori voci della poesia italiana contemporanea, tanto che Cesare Segre ha scritto che «con Cecchinel siamo al livello più alto della poesia», definendolo «grande artista, ma anche grande artefice».

Opere
Al tràgol jért. L’erta strada da strascino
Lungo la traccia
Perché ancora / Pourquoi encore
Le voci di Bardiaga
Sanjut de stran
In silenzioso affiorare
Da un tempo di profumi e gelo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *