Eugenio Vitali

Eugenio Vitali Credits/Daniele Ferroni

Nato a Ravenna nel 1934, Eugenio Gino Vitali è autore di numerose opere poetiche edite a partire dal 1965 (“Concerto Atomico”, per le edizioni Cappelli, gli valse nel 1984 la vittoria al Premio speciale Dino Campana e “Testata d’Angolo”, per le Edizioni dell’Orso, quella al Premio Internazionale Moncalieri nel 2006); il suo poemetto “Cantai la vita” appare nell’Almanacco dello Specchio 2010-2011 della Mondadori.

Le sue liriche sono tradotte in Francia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca e negli Stati Uniti.

Vitali ha raccolto i consensi formali della più alta critica italiana, da Maria Luisa Spaziani a Giorgio Barberi Squarotti a Roberto Roversi (due le raccolte di Vitali uscite per i tipi della “Libreria Palmaverde”).

Tra il ’69 e il ’70, Vitali sorprese l’Europa con il Libro d’Affissione, manifesti in formato elefante con cui tappezzò di poesie i muri delle grandi città italiane, dal Veneto alla Sicilia, un’operazione inedita per l’epoca e che aprì la strada a fenomeni imitativi, nel nostro paese e all’estero.

ESTRATTI

Da LA TRACCIA,  (ed. L’Arcolaio, 2016)

Non leggerti al plurale,
leggiti all’inverso,
slacciati le mani,
togliti il cappello.
Un’invenzione dell’ombra,
dà credito al sole.
Balla
sulla tua ignoranza,
serra la mano, il fiore, le astuzie.
Sarai altro
prima di voltarti.

**

Facciamo il cambio.
Ti lascio la mia ignoranza,
mi prendo la tua.
Insieme solleveremo
il vuoto.
Giochiamocela a testa o croce
l’ignoranza.
Vivo di tempi supplementari,
quando si spegne un’ora
il giorno acchiappa la follia.

**

La vita mi sfugge,
non riesco a perforare
la parola.
L’ombra
appassisce i dadi,
appena lo scarto
di una nascita.
Ricordo
il segreto
dell’oro delle polveri
ma tutto si perde,
la morte raggira il sarcofago.

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