In occasione dell’inizio delle celebrazioni in Polonia dell’Insurrezione di Varsavia del 1944, pubblichiamo 12 poesie di Anna Świrszczyńska: le prime 6 sono legate all’esperienza di guerra della poetessa, le altre fanno parte del filone femminista della sua produzione poetica. Le traduzioni sono di Claudia Caselli e Marcin Wyrembelski.
L’insurrezione di Varsavia fu una lotta eroica che si concluse tragicamente. Durò 63 giorni (da agosto a ottobre del 1944) ebbe inizio il primo giorno di agosto per iniziativa dell’esercito nazionale polacco, un’organizzazione polacca della Resistenza clandestina. Prima che l’esercito sovietico raggiungesse Varsavia, i russi si erano fermati alle porte della città e non intendevano intervenire in difesa di Varsavia, alle forze armate nazionali clandestine dell’Armia Krajowa si unirono molti giovani attivisti e volontari nel tentativo di aiutare i soldati a liberare Varsavia dall’occupazione tedesca/hitleriana. Anna Świrszczyńska partecipò all’insurrezione lavorando come infermiera, un’esperienza che la segnò profondamente, come donna e come poetessa.
(Luigia Sorrentino)
12 POESIE DI ANNA ŚWIRSZCZYŃSKA
Anna Świrszczyńska nasce il 7 febbraio del 1909 a Varsavia, figlia di un pittore da subito è in contatto con l’arte e la cultura. Dopo aver terminato il liceo classico Świrszczyńska si iscrive all’Università di Varsavia frequentando i corsi alla Facoltà di Letteratura Polacca, e inizia qui, nel 1934, ad avvicinarsi al mondo della poesia e a comporre alcuni versi, vincendo in quello stesso anno il Torneo di Giovani Poeti polacchi con la poesia Południe [Mezzogiorno]. Nel 1936 la poetessa pubblica a proprie spese la sua prima raccolta che è intitolata Wiersze i proza [Poesia e prosa], ma proprio quando la sua carriera letteraria sembra prendere corpo l’incombere della guerra la costringerà a fermarsi, impegnandola invece, nel 1944, come infermiera durante l’Insurrezione di Varsavia, esperienza che la segnerà come donna e come poetessa. Świrszczyńska dopo la guerra si trasferisce a Cracovia, qui scriverà sceneggiature per il teatro e collaborerà con alcune radio locali, mentre la sua carriera di poetessa sembra apparentemente finita; trascorreranno infatti venti lunghi anni prima della pubblicazione di una seconda raccolta.
Ma questo lungo silenzio è dovuto a una ricerca meticolosa della poetessa nel condensare e rendere in versi due realtà per lei molto importanti, che rappresenteranno poi i due argomenti principalmente trattati nella sua poesia, quello della guerra e quello della figura della donna. Il 1958, anno della pubblicazione della seconda raccolta intitolata Liryki zebrane [Liriche scelte], sarà l’inizio di un periodo fertilissimo per la poetessa che nei successivi venti anni pubblicherà ben sei raccolte di poesie tra cui nel 1972 la raccolta definita scandalistica intitolata Jestem baba [Sono una vera donna] e nel 1974 la raccolta Budowałam barykadę [Alzando la barricata], testimonianza dell’Insurrezione di Varsavia del 1944.
Con la raccolta Sono una vera donna il compito che la poetessa sente di dover portare avanti è quello di riscattare la figura della donna in tutti i suoi aspetti – donna madre, figlia, guerriera, amante; una figura non più etera e irraggiungibile, ma una donna con un corpo fatto di carne e quindi soggetto anche alle tentazioni. Nella raccolta Alzando la barricata, la poetessa evita l’uso di pathos e dell’iperbolizzazione dei fatti avvenuti, racconta la realtà così come l’ha vissuta, atroce e crudele, vuole ricostruire in versi le sofferenze che affrontarono civili e soldati negli scontri a fuoco e nella strenua lotta per la vita.
La poetessa muore il 30 settembre del 1984 a Cracovia, senza purtroppo vedere apprezzata nel dovuto modo la sua opera. Nel 1996 il premio Nobel Czesław Miłosz pubblica un libro, Jakiegoż to gościa mieliśmy [Che ospite abbiamo avuto], dedicato interamente alla vita e alla poesia di Anna Świrszczyńska, che egli conobbe personalmente e che considerava una delle maggiori poetesse nel panorama della letteratura polacca del Novecento.
Traduzioni di Claudia Caselli e Marcin Wyrembelski
L’ultima insurrezione polacca
Rimpiangiamo l’ora
in cui tutto ebbe inizio,
in cui fu esploso il primo colpo.
Rimpiangiamo i sessantatré giorni
e le sessantatré notti
di lotta. E l’ora
in cui tutto ebbe fine.
Quando nel luogo in cui c’era un milione di persone,
venne il vuoto lasciato da un milione di persone.
Ostatnie polskie powstanie
Opłakujmy godzinę
kiedy się wszystko zaczęło,
kiedy padł pierwszy strzał.
Opłakujmy sześćdziesiąt trzy dni
i sześćdziesiąt trzy noce
walki. I godzinę
kiedy się wszystko skończyło.
Kiedy na miejsce, gdzie było milion ludzi,
przyszła pustka po milionie ludzi.
Sparare negli occhi di una persona
Aveva quindici anni,
era il miglior studente di polacco.
Correva con la pistola
verso il nemico.
Ha visto gli occhi di una persona,
avrebbe dovuto sparare in quegli occhi.
Ha esitato.
È steso sulla strada.
Non gli hanno insegnato
alle lezioni di polacco
a sparare negli occhi di una persona.
in ricordo di Wiesiek Rosiński
Strzelać w oczy człowieka
Miał piętnaście lat,
był najlepszym uczniem z polskiego.
Biegł z pistoletem
na wroga.
Zobaczył oczy człowieka,
powinien był strzelić w te oczy.
Zawahał się.
Leży na bruku.
Nie nauczyli go
na lekcjach polskiego
strzelać w oczy człowieka.
pamięci Wieśka Rosińskiego
Un soldato tedesco
Stanotte hai pianto nel sonno,
hai sognato i tuoi bambini
in una città lontana.
Ti sei alzato la mattina: eccoti nella divisa,
con l’elmo e il mitra a tracolla.
Sei andato a bruciare vivi
i bambini degli altri.
Żołnierz niemiecki
Dziś w nocy płakałeś przez sen,
śniły ci się twoje dzieci
w dalekim mieście.
Wstałeś rano, mundur, hełm,
na ramię automat.
Poszedłeś rzucać żywcem w ogień
cudze dzieci.
Il soldato dice al generale
Vieni con me, generale.
Andremo insieme
a riprenderci a pugni
le mitragliatrici e i cannoni.
Tu infatti mi hai ordinato di riprendermi a pugni
le mitragliatrici e i cannoni.
Żołnierz mówi do generała
Chodź ze mną, generale.
Pójdziemy razem
zdobywać pięściami
karabiny maszynowe i armaty.
Kazałeś mi przecież zdobywać pięściami
karabiny maszynowe i armaty.
La sua morte ha sedici anni
Agonizzante nel sangue sulla strada
come fa a sapere che è in agonia.
È così ermeticamente colma di giovinezza,
che anche la sua agonia è giovane.
Non sa morire. Sta morendo infatti
per la prima volta.
Jej śmierć ma szesnaście lat
Konając we krwi na bruku
skąd ma wiedzieć, że kona.
Jest tak szczelnie wypełniona młodością,
że nawet jej konanie jest młode.
Nie umie umierać. Umiera przecież
pierwszy raz.
Mentre muore la bellezza
Il museo è in fiamme. Come la paglia
sta bruciando la bellezza
venerata da tante generazioni.
Inestimabile
come il corpo umano.
L’uomo che viveva nel mondo
solo per custodire il museo
riuscì ad accorrere in tempo.
Se sopravvive testimonierà
alle future generazioni
con quanta bellezza moriva tra le fiamme
la bellezza.
In memoria di Jan Świerczyński
Umiera piękno
Płonie muzeum. Jak słoma
pali się piękno
czczone przez pokolenia.
Bezcenne
jak ciało człowieka.
Człowiekowi, który żył na świecie
tylko po to, żeby strzec muzeum,
udało się przybiec na czas.
Jeśli przeżyje, zaświadczy
dla przyszłych pokoleń,
jak pięknie umierało w płomieniach
piękno.
pamięci Jana Świerczyńskiego
Amore con l’happy end
Ci amiamo
come candela e fuoco.
Miłość z happyendem
Kochamy się
jak świeca z ogniem.
Proposta amorosa
Sii il corpo
del mio scheletro.
Ti odierò
come una cosa indispensabile.
Propozycja miłosna
Bądź ciałem
mojego szkieletu.
Znienawidzę cię
ak rzecz niezbędną.
Io non posso
Ti invidio.
In qualsiasi momento
puoi andar via da me.
Ed io da me stessa
non posso.
Ja nie mogę
Zazdroszczę ci.
W każdej chwili
możesz odejść ode mnie.
A ja od siebie
nie mogę.
Bruceremo
Io taccio come l’elettricità.
Tu taci come l’elettricità.
Bruceremo
sulla sedia elettrica
dell’amore.
Spłoniemy
Milczę jak elektryczność.
Milczysz jak elektryczność.
Spłoniemy
na elektrycznym krześle
miłości.
Corteggiamento
Spezzo la spina dorsale
ai tuoi himalaya.
Succhi il sangue
delle mie antartidi.
Godurioso gioco amoroso.
Zaloty
Łamię kręgosłup
twoim himalajom.
Wysysasz krew
moich antarktyd.
Rozkoszna gra miłosna.
Affascinamento
Misterioso
come le tue interiora
risplendi
senza tramontare
nel cielo della mia ammirazione.
Fascynacja
Tajemniczy
jak swoje własne wnętrzności
świecisz
nie zachodząc
na niebie mojego zachwytu.
Alcune opere di Anna Świrszczyńska
- Wiersze i proza [Poesie e prosa], Warszawa 1936.
- Wiatr [Il vento], Warszawa 1970.
- Jestem baba [Sono una vera donna[, Warszawa 1972.
- Budowałam barykadę [Alzando la barricata], Warszawa 1974.
- Szczęśliwa jak psi ogon [Felice come una coda di cane], Warszawa 1978.
- Cierpienie i radość [Dolore e gioia], Warszawa 1985.