I.
Divento vecchio come diventassi
giapponese. Questi occhi a mandorla,
questo prolasso, a chi appartengono?
E il colorito giallo e il desiderio
di soya, di seppuku?
Che c’entro, io?
II.
Mi correggo.
Invecchiando divento mia madre.
Bizzarre oscillazioni della struttura ossea.
Il viso era un triangolo; ora, invece, un quadrato.
Motivo in più per detestarmi.
Fortuna che, mutando, assomiglio a un amico,
e questo, almeno, mi mette allegria.
Traslochi. Sembro tutti, meno me.
Valerio Magrelli, nato a Roma nel 1957, ha pubblicato molte raccolte di versi. Ora serrata retinae (Feltrinelli 1980), Nature e venature (Mondadori 1987), Esercizi di tiptologia ( Mondadori 1992), Didascalie per la lettura di un giornale (Einaudi 1999), Disturbi del sistema binario ( Einaudi 2006), Il sangue amaro ( Einaudi 2014). Sempre da Einaudi sono uscite le prose Nel condominio di carne (2003), Addio al calcio (2010), Geologia di un padre (2013).
Docente di letteratura francese all’Università di Cassino, collabora alle pagine culturali di Repubblica. Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito il Premio Feltrinelli per la poesia italiana
Versi di amara ironia, anche un po’ divertita… giusto approccio alla vecchiaia…