Vi proponiamo le preziose traduzioni di alcune poesie di Sandro Penna realizzate da Patrizio Ceccagnoli e Susan Stewart contenute nella monografia su Sandro a Penna a cura di Maria Borio. Un volume da acquistare, per restare nel cuore di un poeta dallo sguardo violento e sublime.
SANDRO PENNA, SELECTED POEMS
Mi avevano lasciato solo
nella campagna, sotto
la pioggia fina, solo.
Mi guardavano muti
meravigliati
i nudi pioppi: soffrivano
della mia pena: pena
di non saper chiaramente…
E la terra bagnata
e i neri altissimi monti
tacevano vinti. Sembrava
che un dio cattivo
avesse con un sol gesto
tutto pietrificato.
E la pioggia lavava quelle pietre.
*
They left me alone
in the countryside, under
the fine rain, alone.
They looked at me, mute
and in wonder,
the naked poplars: they suffered
my pain: pain
of confusion…
And the washed earth
and the high black mountains
quiet, defeated. It was as if
an evil god
had with a single gesture
petrified everything.
And the rain was washing those stones.
*
Non ami le pareti della tua
stanza. Hai negli occhi i papaveri rossi
in fuga. Il sorriso del giovane
acrobata. Il trionfo
di lui, o della tua
vita quando torna primavera.
*
You do not love the walls of your
room. You have runaway red poppies
inside your eyes. The smile of the young
acrobat. The triumph
that is his, or of your
life when Spring returns.
*
Felice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.
*
Happy the man who’s different
when he’s truly different.
Woe to the man who’s different
when he’s truly ordinary.
*
Oh non ti dare arie
di superiorità.
Solo uno sguardo io vidi
degno di questa. Era
un bambino annoiato ad una festa.
*
Oh don’t put on
a stuck-up air.
I’ve seen only one look
worthy of it. It was
a little boy, bored at a party.
Nel numero 79 di Nuovi Argomenti in uscita questa settimana, c’è una lunga monografia dedicata al poeta Sandro Penna. La sezione, a cura di Maria Borio, è impreziosita dagli interventi critici di Roberto Deidier, che racconta “La nascita del poeta Sandro Penna,” il quale pensava che la nascita della poesia dipendesse dalla vita stessa. Seguono “Due Suite per Sandro Penna” di Franco Buffoni: “Per vincere la prospettiva / Delle innocenze / In passato aveva provato/ A tenersi persino l’amore/ Addosso senza lavarsi.”
Vi è poi un intervento di Umberto Fiori: “Il chiaro sogno di Penna”, di Claudio Damiani: “Un miracolo del Novecento”, di Vivian Lamarque: “Pensando a Penna, un palmo più su, a casetta, vicino al Fiacchieraio”. Vivian, fra le altre cose, ricorda un aneddoto molto importante della vita del poeta: sei giorni prima di morire, quando Penna aveva 71 anni, gli assegnarono il premio Bagutta ma poiché lui stava male e non usciva più di casa, andarono a ritirarlo per lui a Milano Natalia Ginsburg e Cesare Garboli.
A seguire un saggio di Marco Corsi, che entrando in “Una certa confidenza con S.” ci racconta che le poesie da lui più stimate sono quelle che Penna pubblicò in una piccola auto-antologia nel 1973, mentre già si preparava al congedo. C’è poi l’ intervento di Eleonora Cardinale: “Io ho fatto un culto di Penna” che si sofferma invece, sull’anno 1950, quando Pier Paolo Pasolini ventottenne arrivò a Roma e si legò a un Penna quarantaquattrenne: fra i due nacque una profonda è importante amicizia.
Gandolfo Cascio consegna al lettore una riflessione su Penna dal titolo: “Addio stillate rime”. Per Cascio Penna è un puer aeternus, artista primitivo e istintivo che se ne va in giro per la città provvisto di taccuino, mentre Carmelo Princiotta introduce il suo saggio “Penna dopo Penna” ricordando che nel 1970 uscirono con Garzanti “Tutte le poesie” di Sandro Penna con il risvolto di Enzo Siciliano e il segnalibro di Pier Paolo Pasolini. “La storia del poeta apparentemente senza storia come Penna è a una svolta”, scrive Princiotta, “una storia che finì per coinvolgere la storia stessa della poesia italiana del Novecento”.